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Rider, le condizioni di lavoro dei nuovi schiavi. SCARICA il contratto di Glovo

Rider, le condizioni di lavoro dei nuovi schiavi. SCARICA il contratto di Glovo

Dura la vita dei rider di Glovo. Nonostante le ripetute proteste e gli appelli per un regime più favorevole ai fattorini, i contratti della società continuano a parlare chiaramente di un lavoro autonomo sulla carta ma da dipendente nei fatti. Governato da un algoritmo che decide praticamente quasi tutto. SCARICA IL CONTRATTO DI GLOVO

Rider, la sentenza del tribunale di Milano

E a nulla è valsa la sentenza di primo grado di un giudice del Tribunale del lavoro di Milano, che, il 27 aprile 2020, ha condannato l’azienda Glovo per aver rescisso il rapporto di collaborazione con un fattorino. Glovo ha dovuto riassumere il rider ma a condizioni migliori di quelle con cui aveva iniziato il rapporto lavorativo: Glovo, secondo la sentenza,  è tenuta ad assumere il rider come dipendente, inquadrarlo con il contratto collettivo nazionale del commercio (circa 1.400 euro al mese per 14 mensilità), rifondergli stipendi e contributi dell’anno di stop e pagare le spese processuali.

La sentenza ha sicuramente giovato al rider riassunto e  potrebbe fare giurisprudenza, ma nel frattempo per tutti gli altri fattorini del cibo il rapporto con l’azienda è pari ad una collaborazione autonoma. E precaria.

Il rider deve pagarsi la manutenzione del veicolo di trasporto

True-News.it ha visionato un contratto elaborato dalla Foodinho S.r.l, la società attraverso cui opera Glovo in Italia: abbiamo scoperto molti  dettagli sulle condizioni di lavoro dei rider. Tutto ruota attorno a un’app tanto che il contratto parte una volta  che il fattorino abbia attivato l’account sulla piattaforma. Che è la stessa tramite cui l’azienda assegna le consegne. Il fattorino – si legge nel documento – “svolge l’incarico con mezzi autonomi (bicicletta, autoveicolo, motoveicolo)”. Ma, non solo deve procurarsi da sé il mezzo di trasporto, ma deve agire autonomamente per la manutenzione e implementazione. Insomma, se la bici si rompe, non si consegna. E il rider deve pagarsi la riparazione. Se non ha un altro mezzo per spostarsi, nei giorni in cui il veicolo è dal meccanico, non consegna, non lavora, non guadagna. Anche perché, recita lo stesso contratto, il fattorino “deve utilizzare un mezzo di trasporto in perfetto stato di manutenzione e idoneo alla circolazione”. E anche le consegne devono rispettare standard “di velocità e diligenza”.

Glovo, anzi il suo algoritmo, vigila sull’operato dei suoi dipendenti

Glovo, anzi il suo algoritmo, vigila sull’operato dei suoi dipendenti. Il punto 6 del contratto parla di “un punteggio assegnato per ogni prestazione”. Cosa accade se si ha un punteggio alto? L’azienda permette al rider parsimonioso di prenotare “gli slot per le consegne prima degli altri”. Tradotto: più consegni bene, più consegne ti vengono affidate. In un sistema di competizione che crea una sorta di guerra tra precari. Che devono fare quanti più chilometri possibili per aumentare la propria retribuzione.

Rider, i compensi variano a seconda dei chilometri percorsi e del tempo di attesa

Il capitolo sui compensi, infatti, “parla di una paga per ogni consegna che varia per ogni città” a cui si aggiunge un fisso. Ci sono, però, città – ma non vengono indicate – in cui il compenso è solo “fisso e onnicomprensivo”. Per tutti gli altri, il compenso per la consegna varia a seconda dei chilometri percorsi e del tempo di attesa. Il rider, quindi, deve sostenere le spese per il proprio mezzo, correre il più veloce possibile, vincere la sfida con i colleghi per avere più lavoro. E, se il cliente annulla l’ordine, quando il rider è “nella zona di prelievo”, l’azienda gli riduce la paga. Per fortuna, se l’annullamento avviene quando il corriere è già sotto casa del cliente, al rider viene riconosciuto l’intero budget.

Rider costretti ad aprire la partita IVA

Trattandosi di lavoratore autonomo, lo stipendio,  “inviato ogni due settimane tramite bonifico”, è decurtato del 20% al netto della ritenuta d’acconto. Come per i freelance che, poi, superata la soglia dei 5mila euro nell’anno solare, sono “costretti” ad aprire una partita Iva. Ed è proprio ciò che accade a numerosi rider, ascoltati da True-News.it. Quantomeno, c’è una copertura assicurativa presso l’Inail oltre a “un’assicurazione integrativa dell’azienda contro eventuali danni a cose o a terzi che il Corriere dovesse arrecare nello svolgimento degli incarichi di consegna”.

Il contratto e i rischi per la sicurezza

A proposito di sicurezza, il contratto presenta, nell’allegato 1, tutta una serie di rischi per chi sceglie di consegnare in bicicletta. E gli incidenti non sono una rarità. Come quello che ha tolto la vita, lo scorso anno, a Sebastian Galassi, rider fiorentino, investito da un Suv che procedeva oltre i limiti di velocità. La sua storia è diventata tristemente nota perché, subito dopo il decesso, l’algoritmo di Glovo lo aveva licenziato. Per l’app il fattorino non era reperibile, motivo per cui era stato cacciato. L’algoritmo non conosce umanità.

Glovo e la gestione dello stress del rider

Glovo, però, sembra tutelarsi presentando tutte le possibili cause di eventi spiacevoli: si va dal divieto di consumare alcol alle “posture incongrue” fino allo stress. In caso di sovraccarico di lavoro, Glovo invita il lavoratore “a prendersi una pausa” e “ad organizzare al meglio l’attività lavorativa”.  Ma, come da contratto, a una pausa corrisponde una consegna in meno, quindi paga ridotta. E così, per pochi euro, i rider lavorano anche sotto stress. A tutte le ore.

In base all’ultimo accordo siglato tra le piattaforme, Glovo dichiara nel contratto di “adoperarsi per migliorare gli standard di sicurezza dei lavoratori”. Offre corsi di sicurezza lavorativa ma anche alimentare e, presenta, nel relativo allegato, le precise caratteristiche che devono avere i veicoli utilizzati per le consegne. Qualsiasi cosa sia fuori posto, come visto, è a carico del lavoratore.

Il controllo tramite geolocalizzazione

Che, oltre a essere valutato, e pagato, in base alle performance, viene anche “spiato” tramite la geolocalizzazione. Glovo, poi, raccoglie una serie corposa di dati, che comprendono anche il modello biometrico del viso e la registrazione della voce. L’azienda assicura che i dati sono utilizzati per gestire i rapporti tra il Titolare e il fattorino ma, nel contratto, dichiara anche l’uso per motivi statistici ed economici. E assicura che le metriche di servizio non riguardano dati della vita privata del lavoratore. E menomale.

Il quadro che emerge dalla visione del contratto che Glovo propone ai rider è quello di un lavoro a cottimo, ma con molti crismi da lavoro da dipendente, gestito da una piattaforma che alimenta una competizione non benefica tra i fattorini. E che li espone a una serie di rischi per pochi soldi.

SCARICA IL CONTRATTO DEI RIDER DI GLOVO