Home Elezioni Usa 2024 Trump è al verde? La sentenza per frode potrebbe avvantaggiare Biden

Trump è al verde? La sentenza per frode potrebbe avvantaggiare Biden

Joe Biden Donald Trump

Perché leggere questo articolo? Continuano i problemi legali per l’ex presidente Trump. Il tycoon non riesce a trovare una compagnia assicurativa che sottoscriva la cauzione per la sentenza per frode. 454 milioni di euro totali. Cifra che che Trump stesso definisce “anti-americana”. True-News.it ha intervistato il giornalista Matteo Muzio sulla sentenza che riguarda l’ex presidente, parlando delle conseguenze che potrebbe avere sulla campagna elettorale.

L’ex presidente Donald Trump è al verde. O almeno questo è quello che traspare dall’ultima sentenza che lo riguarda. Trump e il suo team non riescono a trovare una compagnia assicurativa che sottoscriva la sua cauzione per coprire la sentenza contro di lui nel caso di frode civile del procuratore generale di New York. Questo è quanto riportato dai suoi avvocati a una corte d’appello di New York. Entro il 25 marzo, infatti Donald Trump deve trovare 454 milioni di dollari per la cauzione stabilita dalla sentenza del processo di New York che lo ha condannato per aver gonfiato gli asset delle proprie aziende.

I legali di Trump richiedono la riduzione della cauzione

Da quello che proviene da un’inchiesta del New York Times, Trump disporrebbe di 350 milioni di dollari di patrimonio liquido, lontani dalla richiesta del tribunale di New York. Per questo motivo, i legali del presidente hanno richiesto la riduzione dell’ammontare della cauzione“. “L’importo della sentenza, con gli interessi, supera i 464 milioni di dollari, e pochissime società di cauzione prenderanno in considerazione un’obbligazione di qualsiasi cosa si avvicini a tale portata”, hanno riferito i suoi legali.

Trump: “Sentenza incostituzionale e anti-americana”

Un broker assicurativo, Gary Giulietti, che ha testimoniato per Trump durante il processo per frode civile, ha firmato una dichiarazione giurata in cui afferma che garantire una cauzione per l’intero importo “è praticamente impossibile“. Giulietti ha infatti affermato che pochissime società prenderebbero in considerazione l’idea di fornire un’obbligazione di quelle dimensioni.

Anche il diretto interessato, Trump, ha parlato dell’ampiezza dell’obbligazione, definendola “incostituzionale, anti-americana, senza precedenti e praticamente impossibile per qualsiasi azienda, inclusa una di successo come la mia”. Ha inoltre affermato che nessun’altra azienda “ha mai sentito parlare di un’obbligazione di queste dimensioni prima d’ora”.

Muzio: “Trump non affidabile a causa dei precedenti di bancarotta”

Ma il motivo per il quale nessun istituto assicurativo garantisce questa somma di denaro all’ex presidente è chiaro ed evidente. “Trump ha dei precedenti per bancarotta quindi a livello aziendale per una società assicurativa, non ha dei criteri tali di affidabilità”, ha dichiarato il giornalista Matteo Muzio a True-News.it.

Soprattutto se parliamo di coprire una cifra così grossa come quella del tycoon, per la quale, come hanno riferito gli avvocati, “non bastano le proprietà immobiliari”. Questo è un segnale, secondo il giornalista, “di quanto sia il cash a sua disposizione perché in questo momento la copertura delle spese legali è una voce di spesa maggiore rispetto alla stessa organizzazione degli eventi e dei comizi per la campagna elettorale”.

Il problema dei fondi e delle finanze

Questa difficoltà di Trump, secondo Muzio, dimostra una cosa sostanziale. “Sa da un lato la sua tattica dilatoria per i processi sta funzionando, dal punto di vista delle finanze questi processi stanno imponendo un costo”. Il rischio è quello che, col passare del tempo, i fondi del presidente Biden diventino ancora più ampi di quanto già non lo siano rispetto a quelli del candidato repubblicano. “Non credo che le finanze del GOP, nonostante ormai ci siano dei fedelissimi di Trump, possano scalfire questo andazzo”, ha aggiunto.

La difesa di Trump ha infatti richiesto un abbassamento della cauzione a 100 milioni di euro. “Non credo però che una richiesta del genere verrà accettata. È da vedere come questo impatterà sulle sue finanze e quali saranno i prossimi provvedimenti”, ha aggiunto.

Le conseguenze dell’inadempimento e l’apertura di un nuovo scenario

E se Trump non riuscisse a pagare questa grande somma di denaro? Quali sarebbero le conseguenze a cui incorrerebbe il tycoon? “Dovrebbe ottenere la liquidità tramite la liquidazione degli asset”. Così come funziona in Italia, Muzio spiega quello che comporterebbe il mancato pagamento della somma richiesta dal tribunale. “Ci sarebbe il sequestro di alcune proprietà riconducibili a lui”. Al momento però è ancora difficile da capire in quanto “non si sa quale sia il ruolo dello stesso Trump e della Trump Organization e quante proprietà siano effettivamente riconducibili a lui”. In tal caso però si aprirebbe un nuovo scenario in cui “è difficile fare ipotesi”, afferma Muzio.

Trump e l’incognita degli indipendenti

Insomma, guai in vista per l’ex presidente Trump. Ma questo potrebbe effettivamente influire nella campagna elettorale? Secondo Muzio ci sono due piani da distinguere. “Finora abbiamo misurato il consenso di Trump tra i militanti repubblicani ed è molto alto e nessuno lo può scalfire”.

Quello a cui bisogna però prestare attenzione è il consenso tra gli indipendenti. “I sondaggi lo danno alto anche per l’impopolarità di Biden. Però bisogna vedere quanto un Trump gravato da spese, da processi e da un’ipotetica sentenza di colpevolezza potrà convincere l’elettorato indipendente”. Non è detto però che questi indipendenti alla fine decidano di votare Biden ma “anche astenendosi possono influire a favore del presidente in carica“.