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Lombardia e Lazio, i terzi incomodi potrebbero decidere le Regionali

Lombardia e Lazio, i terzi incomodi potrebbero decidere le Regionali

Perché questo articolo è importante? Mentre i riflettori sono puntati sui candidati principali, in Lombardia e nel Lazio alcuni outsider potrebbero influenzare indirettamente le sorti delle prossime elezioni regionali. Ipotesi su come e perché.

Non solo Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino e Letizia Moratti in Lombardia. E neppure soltanto Alessio D’Amato, Francesco Rocca e Donatella Bianchi nel Lazio. Alle prossime elezioni regionali partecipano anche altri candidati.

Si tratta di nomi per lo più lontani dalla luce dei riflettori e fin qui rimasti in disparte nei grandi dibattiti giornalistici. Ma che rappresentano comunque una variabile politica di cui tenere conto. Difficilmente, sottolineano i sondaggi, ci sarà spazio per un outsider alla guida della regione più produttiva d’Italia o in quella in cui risiedono le istituzioni politiche della nazione. I voti dei “terzi incomodi”, seppur limitati, hanno però un peso. Che, in teoria, potrà influenzare indirettamente lo spoglio finale.

Outsider in Lombardia

In Lombardia la partita sembrerebbe essere una sfida a due tra Fontana e Majorino, con Moratti distanziata in terza fila. Il presidente uscente, sostenuto da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, è in testa alle preferenze, mentre il candidato del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle insegue fiducioso. La centrista Moratti, spinta da una lista civica sostenuta da Italia Viva occupa il gradino più basso del podio.

La rilevazione Noto attesta Fontana al 46%, Majorino al 28%, Moratti al 20%; non si discostano molto da queste quelle Ipsos che danno Fontana in una forbice tra il 40-46%, Majorino al 31-36%, Moratti al 17-20% (qui per i principali sondaggi per la Lombardia).

Il terzo incomodo, o per meglio dire quarto, si chiama Mara Ghidorzi. Sostenuta da Unione Popolare, il suo programma è incentrato su diritti civili, tutela dell’ambiente e migliore gestione delle case popolari. Oscillerebbe tra l’1 e il 3%. Briciole in confronto alle percentuali accreditate agli altri sfidanti.

Eppure, nel caso in cui il testa a testa tra Fontana e Majorino dovesse rivelarsi più equilibrato del previsto, i voti raccolti da Ghidorzi potrebbero pesare eccome. La grande incognita è rappresentata dal numero di voti che otterrebbe strappandoli a Majorino. Ecco perché l’uomo scelto da Pd e M5s dovrebbe iniziare a guardarsi anche alle spalle.

I terzi incomodi del Lazio

Diverso lo scenario romano, dove il roaster risulta più affollato di quello lombardo. E dove il divario tra gli sfidanti appare ridotto (qui i sondaggi per il Lazio). In ogni caso, tra i nomi forti in corsa troviamo Alessio D’Amato per il centrosinistra, Donatella Bianchi per il M5S e Francesco Rocca per il centrodestra.

Ma tra i terzi incomodi ci sono ben tre candidati. Nello specifico: Sonia Pecorilli per il Partito Comunista italiano, Fabrizio Pignalberi per Quarto polo e Insieme per il Lazio e Rosa Rinaldi per Unione Popolare di Luigi de Magistris.

L’ex presidente della Croce Rossa italiana Rocca proverà a sfruttare la divisione dell’alleanza giallorossa. Resta da capire se Pignalberi, Pecorilli e Rinaldi riusciranno a smuovere le acque in modo tale da assorbire voti che potrebbero andare ad uno dei candidati principali. Se il primo potrebbe creare qualche piccolo fastidio a Rocca, gli altri due potrebbero calamitare elettori affini all’area di centrosinistra.

Guai a sottovalutare i terzi incomodi. Tanto in Lombardia quanto, soprattutto, nel Lazio.