Home Politics Sardegna, occhio al voto disgiunto. Tra Todde e Truzzu decisiva la “rivolta” sardista?

Sardegna, occhio al voto disgiunto. Tra Todde e Truzzu decisiva la “rivolta” sardista?

SARDEGNA VOTO DISGIUNTO

Perché leggere questo articolo? Il voto disgiunto sarà in campo in Sardegna? La “rivolta” del Psd’Az che ha perso la presidenza in mano a Solinas può spostare l’ago tra Todde e Truzzu

In Sardegna il voto disgiunto potrebbe pesare in maniera importante tra Alessandra Todde e Paolo Truzzu? I precedenti del voto regionale del 2019, in cui questo particolare meccanismo elettorale si espresse in forma più forte rispetto che ad altre regioni, possono parlare chiaro. Il centrosinistra corre diviso e tra Todde e Renato Soru la contesa è aperta per parlare come voce del campo progressista. Ma il fattore voto disgiunto che si è già manifestato come non decisivo ma evidente cinque anni fa oggi può giocare a favore della Todde nella sua rincorsa. E tutti gli occhi sono puntati sui votanti del partito più scalpitante nel centrodestra: il Partito Sardo d’Azione.

Come funziona il voto disgiunto

Il voto disgiunto, che consente alle Regionali di votare separatamente un candidato presidente di una coalizione e una lista di un’altra, è considerato storicamente un fatto da “malati di politica”. Da calcolatori seriali della minima e più complessa combinazione legata a candidati, preferenze, schemi di elezione. Tanto che il fatto risulta pienamente residuale: in Lombardia e Lazio nel 2023, ad esempio, il voto disgiunto tra centrodestra e centrosinistra, ovvero la differenza tra voti ottenuti da ogni candidato presidente e voti totale alle liste, fu minimo.

Attilio Fontana e Francesco Rocca, vincitori delle contese, videro i voti totali alle loro liste sopravanzare di poco quello alla loro figura. Le liste di centrodestra pro-Rocca sommarono il 55,35% dei voti contro il 53,89% del candidato presidente. Fontana vide le liste toccare il 56,27% contro il 54,67% preso dalla sua candidatura a Palazzo Regione. In entrambi i casi, un delta negativo non compromise l’elezione. Ma se passiamo ad analizzare il precedente della Sardegna del 2019 la taglia della discrepanza cambia.

Il voto disgiunto dei sardisti nel 2019

Nel 2019 Christian Solinas, candidato del Psd’Az sostenuto dal centrodestra, staccò di quindici punti Massimo Zedda, sindaco di Cagliari candidato dal centrodestra. 47,78% la quota di voti per Solinas, 32,92% quelli per Zedda. Oggi Truzzu, successore di Zedda a Cagliari, vuole portare la Sardegna in dote a Fratelli d’Italia. Ma deve guardare anche al dato che può favorire Todde: il fattore voto disgiunto, appunto. Nel 2019 le liste pro-Solinas toccarono il 51,87%, oltre quattro punti sopra il voto del presidente. Le liste pro-Zedda toccarono il 30,06%. Quei punti travasati tra voti di lista alla destra e voti di presidenza alla sinistra sono potenzialmente da identificare nel campo sardista.

Le speranze di Todde e l’unicità della Sardegna

Il Psd’Az prese il 9,86% nel 2019 e complessivamente le liste sardiste a sostegno di Solinas raccoglievano un consenso superiore al 20% dei voti. Che queste formazioni possano sommare una quota di elettori non ideologicamente di destra orientati a dare una preferenza al partito pur tenendosi la mano libera sulla scelta del candidato presidente non è da escludere. Il campo progressista, a cui si è aggiunto il Movimento Cinque Stelle di cui la Todde fa parte, spera.

Il boost della presenza di una “faida” interna al centrodestra, che porterà il Psd’Az a dover lasciare la regione guidata per cinque anni, può aiutare a canalizzare consensi verso Todde. E visto che le rilevazioni parlano di una corsa all’ultimo voto, non è detto che chi prenderà più voti come somma delle liste sarà anche il campo che esprimerà la presidenza regionale. Todde spera che questo gioco di voti rompa gli effetti di divisione del centrosinistra. Ma questo ci ricorda una volta di più che la terra dei nuraghi, come scrivevamo in occasione della morte di Gigi Riva, è unica nel suo genere, fa storia a sé. Vale per le grandi dinamiche storiche. E per i piccoli fatti elettorali. Un voto disgiunto a Cagliari può far la differenza per la regione Sardegna. Non per Roma. Disgiunte sono anche le sorti del governo della terra d’Ichnusa e di quello romano.