Home Politics Non solo “Salvini fannullone”: un altro discorso di Tarabella è invecchiato male

Non solo “Salvini fannullone”: un altro discorso di Tarabella è invecchiato male

Non solo “Salvini fannullone”: un altro discorso di Tarabella è invecchiato male

Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Ci sono discorsi che invecchiano peggio di altri. E’ il caso di Marc Tarabella. L’eurodeputato italo-belga era diventato famoso nel 2014 per un discorso virale in cui attaccava a Bruxelles Matteo Salvini per il suo assenteismo. Ma non è l’unico: ecco un suo intervento integrale a Strasurgo sui diritti umani in Qatar.

A ondate la politica ripropone una vexata quaestio: sono meglio i fannulloni o i ladri? Marc Tarabella ha il dono di spingere la riflessione un passo più in là. Intorno all’eurodeputato di S&D si concentrano i due millenari archetipi di cosa non dovrebbe un politico: uno a parole e l’altro nelle carte degli investigatori di Bruxelles. Ci sono discorsi che a volte si ritorcono contro, l’oratore italo-belga lo sta imparando in questi giorni

Un discorso invecchiato male di Tarabella

“È una vergogna sentirti. Per un anno e mezzo abbiamo lavorato coi colleghi correlatori… per l’interesse delle piccole aziende, dei lavoratori… sei l’unico che non abbiamo mai visto in riunione, sei sempre in tv. E’ inutile dire che ‘abbiamo fatto aria’. Come puoi andare in giro dai tuoi elettori, che sei un fannullone?”.

Era il 2014, quando all’Europarlamento andava in scena lo scontro tra il “fannullone” Matteo Salvini e il suo censore, Marc Tarabella. Il deputato socialista – con qualche ragione, anche se la materia è molto dibattuta –  aveva criticato l’assenteismo dell’allora europarlamentare (al suo ultimo di tre mandati a Bruxelles. Anche Tarabella, nipote di emigrati lucchesi, era nel 2014 al suo terzo mandato a Bruxelles (seggio poi riconfermato alle ultime europee del 2019). Dopo una laure in Sociologia e una lunga militanza nel Partito socialista belga, che lo ha portato a diventare borgomastro della sua Anthisnes, è approdato al Europarlamento.

Eroe per un giorno anche in Italia

A Bruxelles Tarabella è stato membro  della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. Una percorso dignitoso, anche se non troppo appariscente; che però non ha impedito all’europarlamentare di diventare eroe in Italia per un giorno. L’invettiva contro Salvini era diventata virale sui social e ripresa con enfasi da molti canali e trasmissioni televisive. Un bello slancio, al punto che l’anno scorso Tarabella con un video su YouTube aveva annunciato la propria iscrizione al partito italiano Articolo Uno.

Lo stesso in cui milita Antonio Panzieri, anche lui finito nell’occhio del ciclone per l’indagine sulle attività illecite di lobbying del Qatar. Tarabella non è in stato di fermo, ma è comunque “attenzionato” e potrebbe intanto essere cacciato dal suo partito. Il suo storico assistente, Giuseppe Meroni, anch’egli collaboratore di Panzeri, ha l’ufficio sotto sequestro.
Lo scorso anno, in qualità di Vice-presidente della Delegazione europea per i rapporti con la Penisola Araba, Tarabella aveva preso parte al dibattito a Strasburgo – altra sede del Europarlamento – sulla “Situazione dei diritti umani nel contesto della Coppa del mondo FIFA in Qatar“.

L’altro discorso di Tarabella

“Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, appena nove anni fa abbiamo votato a favore di una risoluzione sulla deplorevole situazione dei lavoratori in Qatar. Per nove anni non c’è stata alcuna risoluzione per il semplice motivo – e lei lo ha spiegato, signor Commissario, nel suo intervento molto misurato – che ci sono stati progressi in materia di diritti dei lavoratori.

Quindi, ovviamente, ovviamente, la situazione non è perfetta oggi in Qatar, tutt’altro. Restano ancora molti progressi da fare, ma è ancora il Paese che ha intrapreso il cammino delle riforme. E l’organizzazione dei Mondiali, al di là di tutti gli eventi da lui organizzati, è stata probabilmente la molla che ha accelerato queste riforme. Bisogna riconoscere oggi, l’abbandono della kafala, questo sistema di dipendenza dei lavoratori, è ancora l’unico paese della penisola arabica che lo ha fatto. Salario minimo, versamento su conto corrente, organizzazione di consulenze all’interno delle aziende, anche se ancora oggi i sindacati non sono autorizzati.

Quindi oggi, il discorso unilateralmente negativo mi sembra dannoso per l’evoluzione dei diritti in futuro in Qatar. Perché l’importante è che, spente le luci dei Mondiali, l’evoluzione positiva continui non solo in Qatar, ma che possa estendersi a tutti i Paesi della penisola arabica. E vi ricordo, se ci sono due milioni di lavoratori migranti in Qatar, ce ne sono quaranta milioni in tutta quest’area e tutti meritano un destino molto più favorevole domani che oggi”.