Home Politics Condomini, per i morosi pagano tutti: cosa contiene la riforma voluta da FdI

Condomini, per i morosi pagano tutti: cosa contiene la riforma voluta da FdI

Condomini, per i morosi pagano tutti: cosa contiene la riforma voluta da FdI

Le stanze dei bottoni del Parlamento tornano ad occuparsi di uno dei nervi scoperti dell’Italia urbana: la gestione condominiale. Dopo 13 anni, arriva alla Camera una proposta di riforma che promette di rivoluzionare la vita – e i portafogli – di milioni di cittadini. Sotto la regia di Fratelli d’Italia, prima firma Elisabetta Gardini, prende forma un articolato di legge in 17 articoli. La manovra introduce cambiamenti strutturali che – avvertono già i critici – potrebbero far crescere le spese per i singoli condòmini.

L’amministratore: addio fai-da-te, benvenuti i laureati

Ecco la prima novità: la figura dell’amministratore di condominio, vero regista delle tensioni (e delle pacificazioni) palazzinarie, potrà essere ricoperta solo da laureati. “Laurea anche triennale, in materie economiche, giuridiche o scientifiche e tecnologiche“, recita la proposta. Per chi svolge già la professione, un salvagente: il nulla osta vale per amministratori iscritti ad albi, ordini o collegi dell’area economica, giuridica o tecnica. Anche la formazione diventa obbligatoria e continua, con aggiornamenti che il ministero delle Imprese non potrà più trascurare. Un modo per dire addio all’amministratore improvvisato, ritenuto ormai “anacronistico” e incapace di “garantire gli interessi del condominio” come sottolinea la relazione introduttiva.

Stop al contante e pagamenti tracciati

Vecchi tempi addio anche per i pagamenti in contante: ogni euro dovrà viaggiare sul conto corrente condominiale. Una tracciabilità ferrea, pensata per “introdurre maggiore trasparenza” e arginare quella spirale difficile da spezzare che spesso sfocia nell’insolvenza cronica o in piccoli grandi imbrogli. Le norme sulle regolarità contabili si fanno più stringenti: da qui possibili crescenti costi per la comunità dei condomini, costretti a pagare (letteralmente) maggiore sicurezza e chiarezza nei flussi di denaro.

Dove scoppia la bufera: la svolta sui morosi

Arriviamo ora al fuoco vero: “I creditori possono agire sulle somme disponibili sul conto corrente condominiale per l’intero credito vantato e, in via sussidiaria, sui beni dei condomini nella misura della morosità di ciascuno. Per il residuo debito, dopo l’infruttuosa escussione dei morosi, i creditori possono agire nei confronti dei condomini in regola con i pagamenti, i quali rispondono in proporzione alla quota di partecipazione alla spesa e hanno azione di regresso contro i morosi per quanto ancora dovuto da ciascuno di essi”. Sembra uno di quei rebus legali che fanno tremare: in concreto, il rischio è che – se il solito gruppo di inadempienti non paga e i soldi mancano – il creditore si rivolga anche a chi ha saldato in regola, costretto così a coprire i buchi dei morosi. Solo dopo, toccherà a lui tentare la via giudiziaria contro “chi non ha fatto il suo”. Una bomba che potrebbe esplodere tra le mani di molte famiglie, soprattutto in tempi di crisi generale.

Decreti ingiuntivi e rendiconti: tempi più lunghi per i morosi

L’altra novità riguarda proprio i tempi per agire contro gli insolventi. L’amministratore non potrà più richiedere decreti ingiuntivi entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio contabile, ma solo dopo l’approvazione del rendiconto annuale (entro 180 giorni). Si allunga così la strada per recuperare le somme, regalando ai furbi o ai distratti “un perfetto capro espiatorio” per posticipare pagamenti e relative conseguenze.

Revisore e responsabile privacy: nuovi costi e più controlli

Se gli inquilini superano quota 20, diventa obbligatoria la nomina – per almeno due anni – di un revisore contabile iscritto all’apposito elenco ministeriale. Un altro presidio alla trasparenza, ma anche una spesa in più da mettere in conto. Non solo: la figura del responsabile della protezione dei dati personali (privacy) entra nelle assemblee, con l’obbligo di designazione formale. “La detraibilità delle spese condominiali ordinarie in dichiarazione dei redditi”, inoltre, si affianca come nuovo bonus, sulla scia di quanto già avviene per le spese sanitarie. E in caso di emergenza sicurezza – se l’assemblea tentenna o non decide – l’amministratore guadagna “concreti poteri di intervento in relazione alle opere” per la “messa a norma degli impianti comuni”. Una sorta di regia straordinaria per evitare “danni maggiori”.

Il senso della rivoluzione: sicurezza, meno contenziosi, più trasparenza (e costi)

L’obiettivo dichiarato parla chiaro: una decisa “riduzione del contenzioso”, aumento “dei livelli di sicurezza degli edifici” e, se tutto va bene, l’emersione del lavoro nero che ancora si annida in tanti cantieri privati. Ma il prezzo da pagare non è indifferente: più regole, più figure professionali, più burocrazia, e – soprattutto – la sensazione che “per i morosi pagheranno tutti”. Come si risolve tutto questo? La risposta, forse, è già in quella domanda che aleggia tra corridoi e citofoni: chi la spunterà tra trasparenza e costi? Insomma… la partita si annuncia lunga e controversa, come ogni vera riforma che tocca la vita di milioni di italiani sotto lo stesso tetto (o quasi).