Home Politics Regionali, “pace armata” del centrodestra sui candidati. I nomi

Regionali, “pace armata” del centrodestra sui candidati. I nomi

Regionali, "pace armata" del centrodestra sui candidati. I nomi

Perché leggere questo articolo? Meglio tardi che mai. Meloni, Salvini e Tajani sembrano aver trovato l’accordo per i candidati alle prossime Regionali. Dopo la disfatta in Sardegna, il centrodestra ricandida i governatori uscenti in Abruzzo, Umbria, Basilicata e Piemonte. Arriva l’ok a Marsilio, Bardi, Tesei e Cirio. Tutto rimandato invece sul terzo mandato. 

Nel centrodestra è scoppiata la pace. La lezione sarda sembra essere servita a Meloni, Salvini e Tajani. Dopo la debacle in Sardegna, che ha consentito per la prima volta dopo quattro anni (e almeno sette tentativi) al Campo Largo di strappare una vittoria, la coalizione di governo si stringe a coorte. Il vertice a tre tra i leader del centrodestra sembra aver portato a un chiarimento, in vista delle Regionali. Sono stati riconfermati i governatori uscenti nelle Regioni al voto nel 2024. Sul centrodestra – ma non solo – continua a pendere la spada di Damocle del terzo mandato. Più che una vera pace, è una “tregua armata”. Ma, intanto, sono stati definiti i candidati in Abruzzo, Umbria, Basilicata e Piemonte. Ecco chi sono.

Si parte con le Regionali in Abruzzo: Marsilio non è Truzzu

Con una nota il centrodestra conferma che i candidati saranno i presidenti uscenti. Meglio tardi che mai, visto che il prossimo appuntamento con le Regionali in Abruzzo scatta tra poco meno di due settimane. Il prossimo 10 marzo il presidente uscente Marsilio è chiamato a difendere la tenuta della coalizione, scongiurando le nubi che si addensano sul centrodestra dopo la debacle alle Regionali sarde di settimana scorsa.  Se il centrodestra incespicasse in Abruzzo o in Basilicata, la débâcle sarda non sarebbe interpretata come un semplice scivolone sul percorso ma come l’inizio di una fase negativa che potrebbe influire sull’appuntamento delle europee.

Dai diretti interessati, però, traspare un certo ottimismo. La Sardegna non è l’Abruzzo. E Marsilio non è Truzzu. Il candidato del centrodestra abruzzese è un fedelissimo di Giorgia Meloni. A differenza del sindaco di Cagliari recentemente sconfitto alle Regionali sarde, Marsilio gode di buona popolarità e dei favori del pronostico sullo sfidante D’Amico, rettore dell’Università di Teramo. I sondaggi dicono che in Abruzzo la partita sarebbe già chiusa. Ma lo era anche in Sardegna. Il centrosinistra si è aggregato in formato campo larghissimo – Terzo Polo, Avs, Pd e M5s – e dal Nazareno fanno trapelare che la distanza sarebbe solo di una manciata di punti. Meloni corre dunque ai ripari. E’ attesa in Abruzzo per un comizio il 5 marzo. Mentre in settimana il Cipes dovrebbe sbloccare il raddoppio della tratta Roma-Pescara.

I candidati in Basilicata, Piemonte e Umbria

Ci sono poi Basilicata, Piemonte e Umbria. Le tensioni interne alla maggioranza vengono – parzialmente – sopite con lo schema della ricandidatura di chi è già in carica. I due forzisti Bardi e Cirio, rispettivamente in Basilicata e Piemonte. In Umbria invece toccherà nuovamente a Donatella Tesei, in quota Lega. Dunque, basta coi cambi in corsa che sono costati la Regione in Sardegna. “E’ un accordo che rafforza coalizione e candidati” commenta il vicepremier e leader di Forza Italia, Tajani.

“I presidenti di Basilicata, Piemonte ed Umbria che hanno ben governato saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettoralisi legge infatti in una nota congiunta. È il primo effetto della disfatta di Paolo Truzzu. L’aspirante governatore sardo ha in pratica mandato in soffitta – almeno fino a dopo le Europee – il tentativo meloniano di riequilibrare i rapporti di forza all’interno del centrodestra. Vale a dire che ora potranno sperare nella riconferma sia l’azzurro lucano Vito Bardi (al voto il 21 e il 22 aprile) che quello piemontese Alberto Ciro (alle urne all’election day di giugno), ma anche l’umbra leghista Donatella Tesei, in corsa però solo il prossimo autunno.

Il terzo mandato alle Regionali resta divisivo

Pace scoppiata sui nomi, ma resta aperta la partita spinosa del terzo mandato. Per il momento la decisione è stata rinviata. “Troppo divisiva” dicono alcune fonti vicine ai leader della coalizione. La Lega spinge per una deroga che possa riconfermare per la terza volta Luca Zaia in Veneto. Mal comune, mezzo gaudio: la questione terzo mandato resta vessata anche a sinistra. Possibilmente anche di più, visto che coinvolge tutte le Regioni governate dal centrosinistra: la Campania di De Luca, l’Emilia di Bonaccini e la Puglia di Emiliano. Il Campo Largo – o Campo Giusto, come lo ha ribattezzato di recente Conte, chiudendo parzialmente alle alleanze col Terzo Polo assente in Sardegna – ha di fronte un percorso non meno scivoloso di quello del centrodestra. Che sembra aver ritrovato un barlume di pace.