Home Politics Radio Leopolda & Co. La politica s’innamora delle frequenze (e dei contributi pubblici)

Radio Leopolda & Co. La politica s’innamora delle frequenze (e dei contributi pubblici)

Radio Leopolda & Co. La politica s’innamora delle frequenze (e dei contributi pubblici)

Correva l’anno 1976 e le radio libere (in realtà molte erano soltanto private) assunsero a proprio inno i versi di una canzone di Eugenio Finardi che diceva “Amo la radio perché arriva dalla gente/Entra nelle case/E ci parla direttamente/E se una radio è libera/Ma libera veramente/Mi piace ancor di più/Perché libera la mente”.

I partiti politici scoprono le radio

Trascorso quasi mezzo secolo, la radio – come strumento di comunicazione – continua a godere di ottima salute, grazie anche all’adeguarsi del mezzo ai nuovi tempi e alle nuove tecnologie. Ad accorgersene sono adesso anche i partiti politici che, orfani di propri organi di informazione su carta, viste le sempre crescenti difficoltà di gestione di un giornale su internet, stanno scegliendo la radio digitale. Ultima nata è Radio Leopolda, emittente radiofonica digitale di Italia Viva che Matteo Renzi ha affidato al suo deputato Roberto Giachetti, giornalista che proprio in radio, nei suoi trascorsi da radicale, si era formato professionalmente. Sembra che l’idea di sbarcare sul digitale e sulle piattaforme con una radio sia stata propria dell’ex radicale. L’annuncio del debutto di una propria radio, Renzi lo aveva dato nel novembre scorso, in occasione dell’undicesimo appuntamento della Leopolda. In radio è lo stesso Giachetti a dare il buongiorno con la lettura dei quotidiani.

Italia Viva e Radio Leopolda

Il palinsesto dell’emittente copre le ventiquattro ore e dal sito e dall’app si possono scaricare anche i podcast. Da mezzanotte all’una va in onda la “Leopolda story-Interventi, discorsi e confronti di un cammino iniziato nel 2010 a cura di Dario Ballini”: il programma ripercorre le tappe della convention politica inventata da Matteo Renzi nella omonima stazione ferroviaria dismessa di Firenze. Gli insonni potrebbero sperimentarla come alternativa all’ormai abusato conteggio delle pecore. Nei giorni della battaglia per il Colle e la riconferma di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica uno spazio è riservato al leader di Italia Viva, nella rubrica “Quiritalk” dove “Matteo (niente cognome, non serve, di Matteo ce n’è uno, ndr) “e i suoi ospiti” discutono di elezioni presidenziali. Lunedì 24 gennaio, in mattinata, è stato ospite il direttore del Tg La 7 Enrico Mentana che poi, quasi senza soluzione di continuità, ha preso la scena in tv con la prima delle sue maratone. Un altro record da aggiungere alla lunga lista dei primati dell’ex “Mitraglietta”. Mentre è in questi giorni in onda il “dopo Festival” si Sanremo a trazione renziana.

Per Radio Leopolda, Giachetti ha chiamato a tenere una rubrica sulle carceri la sua ex compagna di partito radicale Rita Bernardini, mentre il tocco internazionale è dato da Sandro Gozi, ex Pd, ora nella ristretta cerchia dei consiglieri del presidente francese Macron. In radio hanno anche un Di Maio, Marco, che per evitare fraintendimenti (nulla da spartire con gli odiatissimi Cinque stelle) si presenta come “quello giusto”. Di Radio Leopolda è anche il vicedirettore.

Renzi su Radio Leopolda: “Il potere della parola è fondamentale”

“Ci siamo, è partita oggi radio Leopolda. Forse vi sembreremo naif e fuori moda a scegliere una comunicazione contro corrente come quella della radio. Eppure noi pensiamo che il potere della parola sia fondamentale, specialmente in tempi come questo di comunicazione gridata e di odio ossessivo”, aveva scritto Matteo Renzi nella sua e-news il giorno del debutto, l’11 gennaio scorso. “Radio Leopolda è un luogo in cui ci si ascolta, in cui si riflette, in cui si propone. Ascoltando la radio vi renderete conto di quanta bellezza ci sia nel mondo di Italia Viva. E, credetemi, siamo solo all’inizio. Tempo due mesi e il palinsesto vi sorprenderà in modo clamoroso”, aveva aggiunto. E in quanto a sorprese, Renzi – Enrico Letta ne sa qualcosa – è maestro.

Da Radio Padania Libera a Radio Libertà

Per una radio che nasce, un’altra che cambia nome ma non pelle. Radio Padania Libera, l’emittente della Lega che già dal 2016 trasmette anche in digitale, è diventata di recente Radio Libertà. «Cambiare è una scelta che stava nelle cose, un cambiamento che poteva avvenire già 5-6 anni fa», ha detto il direttore della nuova emittente verde, Giulio Cainardi, al timone della radio digitale della Lega, che “ora si apre a tutta l’area del centrodestra, puntando all’ascolto dei territori, che come si capisce anche dal nuovo nome – che rispetto al precedente perde la parola “Padania” – sono i territori di tutto il paese, dove ormai la Lega ha radicamento». Come l’avranno presa i lumbard duri e puri? Cainardi ha spiegato all’AdnKronos: «Questo allargamento non ha suscitato reazioni negative, direi che le critiche, da parte di chi era legato alla vecchia Lega, al Carroccio delle origini sono state molto meno di quanto pensassi, qualche messaggio, qualche sms e nulla più».

Il Pd in onda con Radio Immagina

Anche il Pd ha la sua radio, che ha compiuto un anno proprio il 21 gennaio. Il nome dell’emittente? Radio Immagina. La web radio del Pd trasmette dalla sede del Nazareno, negli spazi che hanno ospitato anche l’Unità. La redazione è guidata da Andrea Bianchi. Nicola Zingaretti, all’epoca ancora segretario e primo ospite della radio, aveva annunciato in una intervista rilasciata a Repubblica: «Radio Immagina darà spazio a tante idee diverse. È un aiuto al rafforzamento della democrazia che è più forte quante più persone hanno diritto di parola e il diritto di dire la propria. Ce n’era bisogno». Radio Immagina aveva poi diffuso l’intervento del segretario attraverso anche una trentina di emittenti locali che avevano aderito all’intesa e che ancora oggi trasmettono i programmi della radio in modulazione di frequenza.

Radio, un ottimo mezzo anche… per ottenere contributi pubblici

Ma dietro questa passione della politica per il mezzo radiofonico c’è veramente solo la voglia di far arrivare le proprie idee ai cittadini e raccogliere le istanze degli stessi? Non proprio.

Sono, infatti, previsti contributi diretti dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio “alle imprese radiofoniche che, oltre che attraverso esplicita menzione riportata in testata, risultino essere organi di partiti politici che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle Camere o due rappresentanti nel Parlamento europeo, eletti nelle liste di movimento”. Tra i requisiti richiesti, oltre a “essere organo di partito politico con gruppo parlamentare in una delle camere o con due rappresentanti nel parlamento europeo, eletti nelle liste di movimento e l’iscrizione della testata giornalistica presso il competente tribunale, da cui risulta che la testata giornalistica è organo di partito politico; trasmissioni per non meno del 50% di propri programmi informativi dalle ore 7,00 alle ore 20,00”.