Home Politics Il pragmatismo dei sindaci Pd: “Conte e Schlein smettano di litigare”

Il pragmatismo dei sindaci Pd: “Conte e Schlein smettano di litigare”

Antonio Decaro sulla Mafia a Bari

Perché leggere questo articolo? Mentre si avvicina la campagna elettorale per le europee, Pd e M5s sono sempre più divisi. Ma i sindaci Pd Decaro e Ricci lanciano un appello per l’unità. 

Piazza San Giovanni, Roma. La piazza della Cgil a un certo punto comincia a scandire lo slogan: “Unità, unità”. Un coro tutto diretto ai principali partiti dell’opposizione al governo di Giorgia Meloni, ovvero il Pd di Elly Schlein e il M5s di Giuseppe Conte. Lei si presenta nella piazza di Maurizio Landini, accompagnata da un codazzo di fotografi, telecamere e cronisti. Lui non partecipa, ma invia una delegazione di parlamentari dei Cinque Stelle. Esponenti, quelli grillini, tutti di seconda fascia.

L’appello dei sindaci Pd

Ma oltre ai big e ai deputati e ai senatori di opposizione, ci sono anche i sindaci Pd. Sono i primi ad arrivare e sostano dietro al palco della Cgil. Sono la coscienza critica e pragmatica di un centrosinistra che a Roma continua a procedere in ordine sparso. Antonio Decaro, sindaco di Bari, presidente dell’Anci, gigioneggia in giacca e t-shirt bianca.

Politico dem di area riformista, secondo alcune indiscrezioni possibile candidato alle elezioni europee dell’anno prossimo, commenta con True-News.it le convulsioni di un fronte progressista che un giorno litiga e l’altro scende in piazza insieme. “Purtroppo il Pd e il M5s litigano perché in questo Paese si vota ogni anno e alle europee si vota con il proporzionale”, sbuffa Decaro.

Decaro: “Pd e M5s stiano insieme”. Ricci: “Dobbiamo battere la destra”

Poi l’auspicio, condito dalla rassegnazione: “Non ci sono alternative al fatto che noi e il M5s dobbiamo stare insieme. Ma a questo punto spero che a partire dal giorno dopo delle elezioni si possa stare insieme”. Quindi è colpa di Conte che spera di arrivare il più vicino possibile al Pd? “Non ci sono colpe, l’importante è essere consapevoli del fatto che bisogna essere uniti contro questa destra”. Detto ciò, “mi auguro che anche il governo sia più aperto e ricettivo verso le nostre proposte, non solo il M5s”.

Mentre si affolla il retropalco e Landini arringa la piazza, Conte viene descritto come il vero convitato di pietra della giornata di mobilitazione della Cgil. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, presidente dell’Ali, la Lega delle Autonomie Locali, girovaga in Polo, jeans e fascia tricolore. Anche Ricci ha sostenuto Stefano Bonaccini all’ultimo congresso dem e sfodera tutto il suo pragmatismo di fronte alle bizze dei leader. Pure Ricci ripete: “Il problema è che si voterà con il proporzionale, che favorisce la competizione tra i partiti”. Poi la presa d’atto della situazione politica e l’attacco a Conte: “Non c’è alternativa a un’alleanza con il M5s, se vogliamo battere la destra. Il problema però è l’atteggiamento di Conte che ultimamente si è messo a fare una competizione vera contro di noi”.

“La competizione danneggia Pd e M5s”

Chiediamo se allora la soluzione sia una competizione “finta” tra Pd e M5s. “No, non finta. Solo che noi fino alle elezioni dovremmo dare vita a una competizione cooperativa non a una sfida a tutto campo”, dice Ricci a True-News.it. Il sindaco di Pesaro smonta la retorica secondo cui una competizione tout court possa favorire uno o l’altro partito, in una lotta fratricida. “Questo tipo di competizione danneggia sia noi sia il M5s anche a livello elettorale”, continua ancora Ricci. “Questa sfida non ci fa bene perché se la gente non ci percepisce come un’alternativa unica continuerà a votare per questa destra, se gli elettori non vedono una prospettiva di governo per il futuro continueranno a non votare o a votare per gli altri”, conclude il sindaco. Bisogna spiegarlo a Conte e Schlein.