Home Esclusiva True Elezioni in Abruzzo. Ovvero: il ritorno alla normalità

Elezioni in Abruzzo. Ovvero: il ritorno alla normalità

Elezioni in Abruzzo. Ovvero: il ritorno alla normalità

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Marco Marsilio ha vinto le regionali in Abruzzo con oltre il 54% dei voti, staccando nettamente il rivale del centrosinistra Luciano D’Amico: “La Sardegna è stata l’eccezione. Il voto ha certificato il ritorno alla normalità dell’attuale quadro politico, considerando come il centrodestra è attualmente maggioranza nel Paese. Un trend che sarà confermato anche alle Europee”, ha dichiarato a true-news.it il politologo Lorenzo Castellani. L’intervista.

Il vento della Sardegna si è infranto sull’Appennino e non ha potuto soffiare lungo le coste adriatiche dell’Abruzzo. L’esito del voto delle regionali di domenica, così come rimarcato dal politologo Lorenzo Castellani su true-news.it, sembra aver “normalizzato” l’attuale quadro politico italiano: “La vittoria di Alessandra Todde in Sardegna – ha dichiarato – è rimasta un caso isolato, la coalizione di centrodestra è attualmente maggioranza nel Paese e in Abruzzo è passato proprio questo messaggio: il trend inaugurato con le ultime elezioni nazionali non è stato invertito e credo anzi che verrà confermato anche alle Europee”.

Perché dopo l’Abruzzo si può parlare di normalizzazione

Dopo le elezioni politiche del 2022, sono stati due gli elementi caratterizzanti il quadro politico italiano nei mesi successivi: una base molto ampia di consenso a favore del centrodestra in tutto lo stivale e un importante peso politico assunto da Fratelli d’Italia all’interno della coalizione di centrodestra, a scapito degli stessi alleati.

In questo contesto, la sconfitta in Sardegna lo scorso 25 febbraio ha rappresentato per la coalizione guidata da Giorgia Meloni una doccia quasi fredda. Quasi perché, in parte, era già stata messa in conto una sconfitta del proprio candidato, Paolo Truzzu. E poi tutto è stato attutito dal successo delle liste di centrodestra, nettamente più votate rispetto a quelle del cosiddetto “campo largo” del centrosinistra.

“Oggi tutto rientra nella normalità – spiega Castellani – nel senso che in Abruzzo il voto è tornato a rispecchiare l’attuale trend e l’attuale orientamento politico rintracciabile nel nostro Paese”. La vittoria della candidata del centrosinistra in terra sarda ha quindi rappresentato un’eccezione, favorita anche da condizioni politiche locali e da un lungo braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia prima della scelta del candidato. L’affermazione di Marco Marsilio in Abruzzo, al contrario, appare come il fisiologico sbocco dato dall’attuale orientamento dell’elettorato italiano.

La trappola del campo largo

Il risultato finale è andato ampiamente sopra le aspettative dello stesso centrodestra, timoroso probabilmente di assistere a un nuovo testa a testa. Marsilio, fedelissimo di Giorgia Meloni e presidente della regione uscente, ha ottenuto quasi il 54% dei consensi a fronte del 46% dello sfidante. Ossia di Luciano D’Amico, sostenuto da un campo molto più che largo. La coalizione di centrosinistra era infatti formata da un’alleanza comprendente Pd, M5S, Verdi e Sinistra, Italia Viva, Azione, +Europa e alcune liste civiche.

Una potenza di fuoco a più bocche da cui però non è uscito il colpo vincente: “Eppure – spiega ancora su true-news.it Lorenzo Castellani – il campo largo a sinistra è necessario farlo. In Abruzzo la partita si è chiusa con il centrodestra avanti di quasi sette punti percentuali, senza il campo largo il centrosinistra avrebbe chiuso con oltre venti punti di distacco”.

Pd e M5S quindi non sembrano avere molta scelta: davanti a un centrodestra che ha stabilizzato la sua base elettorale e di consenso, le due principali formazioni dell’opposizione devono allearsi e cercare a loro volta altre alleanze per avere la possibilità di giocarsi le proprie carte fino alla fine. “Il problema però – aggiunge Castellani – è che il campo largo è anche una trappola: ti serve per avere la possibilità almeno di limitare i danni ma, al tempo stesso, ti fa perdere elettori. Abbiamo visto come diverse liste, a partire da quella del Movimento Cinque Stelle, sia in Sardegna che in Abruzzo hanno perso colpi. Questo perché molti loro elettori non hanno gradito alleanze e accorpamenti”.

Le voci del Pd abruzzese: “Campo largo? Animi raffreddati”

Viene quindi spontaneo chiedersi se a livello nazionale il progetto del campo largo, promosso soprattutto dal Pd, troverà definitivamente spazio: “Non saprei – fa sapere una fonte dem abruzzese a true-news.it – sui territori il campo largo ha funzionato, ma forse qui con D’Amico ci si aspettava un risultato diverso e ora temo che la sconfitta contribuisca a raffreddare ulteriormente gli animi tra le forze progressiste”.

Pochi ribaltoni in vista

A proposito di campo largo, è lo stesso Castellani ai nostri microfoni a voler chiarire un aspetto: “Non si può né incolpare il campo largo e né discolparlo – ha rimarcato – il punto è che se il centrosinistra perde è perché le forze progressiste nel Paese sono al momento in minoranza. Comunque la si voglia vedere, per adesso l’Italia sta vivendo una fase in cui l’elettorato vota in maggioranza il centrodestra”.

Impossibile cioè fare miracoli se attualmente nella penisola sono altre forze a essere in maggioranza: “E non vedo nemmeno grandi elementi di destabilizzazione dell’attuale quadro – ha aggiunto il politologo – anche nelle prossime tornate elettorali, eccezion fatta per le amministrative delle prime dieci città italiane, è molto probabile assistere anche ad altre vittorie del centrodestra”.

Superati i timori successivi al voto sardo e rasserenato il clima tra Meloni e Salvini, la coalizione potrebbe quindi consolidare ulteriormente il consenso attorno ai propri partiti: “Difficile dire quanto durerà questo momento, credo ad ogni modo che nel breve termine non ci saranno molte difficoltà per l’attuale governo – ha concluso Castellani – ed è comunque normale che accadano momenti in cui un partito o una coalizione per qualche tempo si stabilizzi in cima alle preferenze degli elettori. In Italia non siamo abituati a questo, avendo governi di breve durata e delle maggioranze ballerine, ma in Gran Bretagna ad esempio i conservatori sono al potere da 14 anni”.

Come dire, per l’appunto, che quanto certificato con il voto in Abruzzo non rappresenta un’anomalia: semplicemente, per adesso ad avere il gradimento elettorale è l’attuale maggioranza di governo.