Home Politics Un pennello in pretura, i ritratti di Andrea Spinelli nel Tribunale di Milano

Un pennello in pretura, i ritratti di Andrea Spinelli nel Tribunale di Milano

Un pennello in pretura, i ritratti di Andrea Spinelli nel Tribunale di Milano

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Andrea Spinelli è il primo “courtroom sketcher” italiano. Anche nei tribunali del nostro paese arriva l’usanza americana di ritrarre i processi attraverso disegni artistici. La Corte d’Assise di Milano ha autorizza l’artista a ritrarre dal vivo un’udienza. Una pratica innovativa che Spinelli spera possa diffondersi e fornire un servizio pubblico e artistico, laddove le telecamere non sono autorizzate a riprendere.

A Milano il primo processo all’americana in Italia, almeno nel modo di ritrarlo. La Corte d’Assise ha per la prima volta autorizzato dei disegni all’interno di un’aula di tribunale. La proposta del live-painter Andrea Spinelli è stata accolta con entusiasmo dal Presidente del tribunale di Milano, Fabio Roia. Così il trentaduenne è il primo pennello in pretura nella storia italiana; come è stato definito in una diretta radiofonica a Radio Lombardia.

Andrea Spinelli, il primo ritrattista in tribunale

L’idea è nata in modo molto casalingo. “Stavo guardando un documentario sulle Bestie di Satana ad agosto – sono un appassionato di crime – quando mi è arrivata l’illuminazione. A settembre ero in aula”. Spinelli, classe 1990 e originario di Arluno, ha alle spalle un percorso quasi decennale come illustratore di eventi dal vivo. “Ho iniziato come live painter ai concerti. Sognavo di fare il batterista turnista, poi da suonare ho iniziato a dipingere i concerti. In sette anni ne ho dipinti oltre 500″.

In breve, i ritratti dal vivo sono diventati la sua professione. “Ho conosciuto tante persone nel mondo della musica che mi hanno permesso il cambio”. Prima le aziende e le agenzie di comunicazione, “poi ho anche fatto weeding painting, ritraendo dei matrimoni. Quindi sono arrivate le collaborazioni con Casa Sanremo e il Concerto del Primo Maggio; un videoclip per la cantante Giorgia; e nel 2016 il premio “Matite indipendenti” sul palco di Lucca Comics. Le sue illustrazioni sono state pubblicate su numerosi quotidiani e riviste. Che adesso iniziano ad occuparsi anche della sua storia e del suo ultimo sviluppo professionale.

Un pennello in pretura, grazie a una mail

“Dall’illuminazione alla stesura del primo bozzetto è passato meno di un mese. Una tempistica insolita per la burocrazia giudiziaria italiana, anche a detta di chi si frequenta i tribunali”. A fine settembre Spinelli ha realizzato il primo ritratto dal vivo in un’aula di tribunale italiana. “E’ bastata una semplicissima mail all’Ufficio stampa del tribunale di Milano. Un po’ ci speravo, ma non avrei mai pensato che a stretto giro mi avrebbe risposto il Presidente Fabio Roia”.

Da parte del Tribunale arriva una risposta controcorrente per velocità ed apertura, in tempi di riforma Cartabia. Con tanto di Comunicato stampa, il Palazzo di Giustizia milanese ha autorizzato l’artista a entrare in aula per ritrarre le udienze. La notizia è anche stata riportata dal Ministero di Giustizia sul suo quotidiano gNews e sui canali social ufficiali. “La prima udienza a cui ho assistito è stato aperta dalla lettera dell’Odg. L’ultimo punto era la mia autorizzazione per accedere e ritratte immagini, paragonabili alle riprese audiovisive. Nessuno ha avuto nulla da ridire”.

Al Tribunale di Milano piace

“Il dottor Roia si è complimentato con me per l’idea; e mi ha chiesto in che modo avrebbe potuto aiutarmi a svilupparla”. In breve Spinelli è stato contattato da Ilio Mannucci, Presidente della Corte d’Assise: “dove ci sono i processi più impegnativi. Tanti presidenti di sezione si sono fatti avanti per un colloquio: Reati informatici e Crimine organizzato sono quelli che mi stuzzicano maggiormente”.

Anche giudici e avvocati sono incuriositi. Di una curiosità genuina: “qualcuno mi ha confidato che i miei ritratti starebbero benissimo nel suo studio. Non li vedono come lesivi del proprio cliente. Anzi, un’amica di un imputato ha detto che le sembra una forma più umana di ritrarlo”. Un’attività culturale irrompe nel mondo giudiziario. “Io spero di spezzarne la ritualità e il grigiore. La mia arte è al servizio del giornalismo, ma non dimentico che avviene in un luogo dove le persone soffrono. Cerco di essere il più rispettoso possibile della dignità di tutti”.

Courtroom Sketch

In America quello del courtroom sketcher è una professione antica. I primi ritratti in un’aula di giustizia sono attestati sin dai tempi della “caccia alle streghe” del Seicento. E’ diventata una professione nell’Ottocento, col diffondersi dei quotidiani; ed è esplosa negli anni Trenta, quando l’eccesso di interesse mediatico durante il controverso processo Hauptmann imposero il divieto d’accesso all’aula per i fotografi. La reintroduzione di telecamere e macchine fotografiche nei tribunali Usa è avvenuto negli anni Ottanta; giusto in tempo perchè i courtartist dipingessero il processo del secolo ad O.J. Simpson.

In Italia non c’è ancora alcun tipo di regolamentazione; mentre in America gli artisti possono rivendere i loro ritratti alla stampa. Anche Spinelli ha avviato collaborazioni con alcuni giornali. “Per il futuro sogno che questa tradizione americana fiorisca anche in Italia. Ci sono tante opportunità, ad esempio, penso a una mostra. La copertura mediatica che ho ricevuto mi dà soddisfazione. E spero che questa disciplina possa rendersi utile in processi in cui non hanno accesso le telecamere, come in America”.

I primi ritratti in tribunale

Il 19 settembre sono stati realizzati i primi sei ritratti dal vivo; utilizzano una tecnica pittorica mista (inchiostro e acquerello su carta). Spinelli abbozza un nome per il suo stile pittorico: “Impressionismo giornalistico. Cerco il realismo ma rimanendo fedele alle emozioni. Punto più sul racconto che sulla notizia in sé”. A settembre si è trovato per la prima volta in tribunale, “un luogo straordinariamente artistico. Al contrario di quanto pensano in molti, dentro è un museo”. Le forti emozioni del luogo sono fonte d’ispirazione per una tecnica collaudata. “Dipingo in modo simile agli americani, ma con qualche differenza. I courtroom sketcher negli Usa hanno foglioni giganti e pastelli; i miei sono degli A3, leggermente più piccoli e con una texture particolare. Poi uso l’acquerello”. Ha una borsa che può sembrare una 24 ore. “Ai controlli non fanno storie, forse li hanno informati…però la cintura me la fanno togliere sempre”.

IL COMUNICATO STAMPA DEL TRIBUNALE DI MILANO SUI RITRATTI IN AULA DI ANDREA SPINELLI