Home Politics Lo strano destino di Cambiamo, il partito di Toti

Lo strano destino di Cambiamo, il partito di Toti

Chi è Giovanni Toti

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Alcuni big hanno lasciato Cambiamo per tornare in Forza Italia, segno di come gli azzurri potrebbero “cannibalizzare” il versante moderato in vista delle europee. Ma a TrueNews fonti vicine a Toti minimizzano: “Il progetto andrà avanti e lavoreremo al centro per il centro”.

La Liguria non è una delle regioni al voto quest’anno, ma le grandi manovre in vista delle elezioni iniziano a vedersi. Anche perché l’eco delle europee e del dibattito politico attualmente in corso, non sta mancando di far sentire i suoi effetti anche sulle rive del golfo di Genova. Negli ultimi giorni ha destato scalpore l’annuncio del passaggio di Angelo Vaccarrezza in Forza Italia. Per la verità per lui si è trattato di un ritorno: esponente della prima ora del partito di Berlusconi, nel 2019 ha seguito il governatore ligure Giovanni Toti nell’avventura di Cambiamo!, il nuovo partito fondato proprio dal presidente della regione.

Considerato da molti come uno dei personaggi più influenti a livello politico, sia per il numero di preferenze alle ultime regionali in cui è stato eletto consigliere e sia per la sua esperienza quale presidente della provincia di Savona, Vaccarezza fino alle scorse settimane era uno dei “grandi elettori” di Toti. Il rientro in Forza Italia rischia di rappresentare, per il governatore e per il suo movimento, un duro colpo: “Ma questo – spiegano da Genova a TrueNews fonti vicine al presidente – non cambia i nostri piani”.

Tra partenze e conferme dentro Cambiamo

Almeno a prima vista, i “totiani” non appaiono preoccupati: “In politica è così – dichiara ancora uno dei fedelissimi del governatore contattato dalla redazione – ci sono persone che vanno e persone che vengono all’interno dei partiti. Progetti politici che vengono sposati dalla prima ora, altri invece a cui si aderisce successivamente”.

In poche parole, l’addio di Vaccarizza per Cambiamo non rappresenta un trauma, stando alle dichiarazioni raccolte. Dentro il movimento di Toti si vuole evitare di farne una tragedia anche perché Vaccarizza resterà un perno importante della maggioranza che sosterrà il governatore almeno fino al prossimo anno.

E poi, stando sempre alle fonti del partito del governatore ligure, per un consigliere che ha lasciato ci sono altri esponenti che rimarranno nel progetto. Il riferimento ad esempio è a un altro big locale di Cambiamo, ossia Piero Santi. Così come sottolineato su SavonaNews, in molti dopo il passaggio di Vaccarizza a Forza Italia avevano puntato anche su un suo addio agli “arancioni”, come vengono identificati da queste parti gli esponenti del partito di Toti,

Fedelissimo del consigliere tornato nelle file del partito di Tajani, anch’egli con la provincia di Savona quale principale base elettorale, Piero Santi avrebbe invece intenzione di rimanere con Cambiamo e di candidarsi il prossimo anno come primo cittadino del capoluogo savonese. Seguendo le orme di un altro ex forzista ligure “di peso” quale Claudio Scajola, oggi sindaco di Imperia.

“Non c’è alcun esodo di massa – rimarcano dal partito del governatore – non ci sono quindi cambi di programmi in vista. Lavoreremo per la Liguria in primis, ma anche per arrivare al 4% alle prossime europee”. Un riferimento quest’ultimo alla lista Noi Moderati, di cui Toti è uno dei massimi rappresentanti, che correrà da sola il 9 giugno nelle elezioni per il rinnovo dell’europarlamento.

“Saremo sempre al centro”

Tuttavia i motivi di apprensione per il presidente della Liguria non mancano. Toti ha fondato Cambiamo nel 2019 per lanciare il suo progetto politico anche a livello nazionale. Del resto, la sua elezione nel 2015 ha avuto un’eco extra ligure, trattandosi di una vittoria del centrodestra in una regione da un decennio in mano al centrosinistra e in una fase politica nettamente favorevole al Pd guidato da Matteo Renzi.

L’addio a Forza Italia per la sua nuova compagine politica, aveva come obiettivo quello di ridare slancio ai moderati e creare un nuovo polo di centro. Due anni dopo aver presentato Cambiamo, Toti non a caso ha fondato un’alleanza con il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, denominata Coraggio Italia. Sempre nel 2021, è inoltre arrivato l’accordo con Idea di Quagliarello e Noi di Centro di Clemente Mastella per dare vita al cartello moderato di Italia al Centro.

A unire la galassia centrista è stato poi l’accordo, siglato in vista delle legislative del 2022, con Maurizio Lupi e altre sigle moderate che ha dato vita a Noi Moderati, di cui lo stesso Toti è presidente: “Cambiamo esiste sempre e continuerà esistere – ha sottolineato un collaboratore del governatore – siamo federati ad altre liste e lavoreremo sempre al centro per il centro”. Il pericolo, per lo stesso Toti, è però rappresentato dalla spauracchio di veder franare il suo progetto politico lì dove è nato. In quella Liguria che, senza il via libera al terzo mandato per i presidenti di regione, governerà almeno fino al prossimo anno.

La concorrenza di Forza Italia

A livello generale, il passaggio tra gli azzurri di Vaccarezza è un ulteriore sintomo del fatto che, all’interno della galassia moderata, Forza Italia aspira a fare la voce grossa. In Lombardia un altro grande elettore quale Alessandro Sorte è tornato nel partito fondato da Berlusconi. Sempre a Nord, in Veneto, il coordinatore regionale Flavio Tosi è riuscito a far entrare dentro il partito diversi ex esponenti leghisti. In Sicilia, oltre ad assicurarsi il passaggio dal Pd di Caterina Chinnici, i forzisti hanno chiuso all’eventualità di un’alleanza con la Dc di Cuffaro in vista delle europee.

L’impressione è che il progetto di Tajani è volto a fare degli azzurri il principale (se non l’unico) polo popolare e moderato in Italia. Potrebbe essere letta in questo senso la mossa del coordinatore forzista di sbarrare le porte a un accordo proprio con Noi Moderati per le elezioni del 9 giugno. Tajani, dicono diversi rumors da Montecitorio, non ha voluto rinunciare al simbolo del partito e non ha voluto dare l’idea di Forza Italia come di un “taxi” per altre forze moderate.

Una grana anche per lo stesso Toti: il governatore dovrebbe candidarsi per le europee, ma senza arrivare al 4% e senza poter correre per un rinnovo del suo incarico il prossimo anno in Liguria, potrebbe dire addio al suo progetto politico.