Home Politics Gran(beffa)Torino, la società che inguaia Appendino nelle Olimpiadi milanesi

Gran(beffa)Torino, la società che inguaia Appendino nelle Olimpiadi milanesi

Gran(beffa)Torino, la società che inguaia Appendino nelle Olimpiadi milanesi

di Francesco Floris

Citare De Coubertin sarebbe fin troppo facile. Così se l’importante è partecipare, alla fine anche Torino ha avuto la sua fetta di torta nelle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. O meglio: ci saranno le società torinesi, molte delle quali hanno già avuto a che fare con l’ultima edizione dei giochi invernali tenutasi in Italia 14 anni fa proprio in Piemonte. Per Chiara Appendino la grande beffa riguarda la Ream sgr. È la società immobiliare che ha inguaiato la sindaca grillina, condannata a sei mesi per falso nell’ambito del processo per un debito da cinque milioni contratto dalla città dieci anni fa (quando Appendino non era sindaca) come caparra per esercitare un diritto di prelazione sul progetto di rinascita dell’area ex Westinghouse. Cinque milioni che dovevano essere restituiti nel 2016, pochi mesi dopo le elezioni che incoronarono i grillini nelle grandi città per la prima volta, e di cui la sindaca, insieme al suo ex capo di gabinetto e l’assessore al Bilancio, hanno posticipato la restituzione per due anni di seguito. Scelta che li ha fatti inciampare in un’inchiesta penale chiusasi con il rito abbreviato. Oltre alla mini condanna per un debito non contratto da lei, qual è la grande beffa? Che la Ream oggi è parte attiva dei grandi progetti di riqualificazione urbana di Milano legati alle Olimpiadi. La società di gestione del risparmio torinese che gestisce 14 fondi immobiliari per 1,7 miliardi di euro e che è, nei fatti, il ramo immobiliare e real estate delle Fondazioni bancarie del Piemonte (Fondazione CRT, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Compagnia San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli e Fondazione CRC), è da poco sbarcata nel quartiere simbolo delle Olimpiadi e della Milano del futuro. A Rogoredo e Santa Giulia. In partnership con il colosso australiano Lendlease ha acquisito per 262,5 milioni di euro gli edifici sede dell’headquarter di Sky attraverso la gestione del REIT Lendlease Global Commercial quotato alla Borsa di Singapore. Poi nell’estate 2020, sempre con gli australiani, ha lanciato il Fondo Lendlease MSG 1 (Italy). Che sta sviluppando gli edifici denominati Spark 1 e Spark 2 nel nuovo “business district” del sud di Milano, uno dei lotti della riqualificazione di Santa Giulia, distretto in piena fase di recupero e sviluppo immobiliare come una semplice passeggiata mattutina nel quartiere dimostra, dove si vedono più gru a lavoro che persone per strada. Fosse l’unico caso, un torinese ci passerebbe sopra. Se non fosse che società con un passato “frizzante” a Torino e che ora corrono per fare business a Milano in vista delle Olimpiadi invernali, ce ne sono altre. A cominciare da Live Nation, uno dei leader mondiali nella produzione e organizzazione di concerti, shows ed eventi legati all’entertainment live, che nel 2005 a Torino inaugura proprio il Pala Alpitour firmato dalle archistar Arata Isozaki e Pier Paolo Maggiora. Mentre anni dopo i Giochi invernali, Live Nation subentra alla disastrosa gestione delle infrastrutture sportive e alberghiere post olimpiche affidata alla Fondazione XX Marzo. Lo fa rilevando, attraverso una controllata, il 90% delle quote della Parcolimpico Srl, la società che gestisce le strutture del patrimonio legato ai Giochi. Per una cifra parecchio conveniente. Cosa fa oggi a Milano Live Nation? Gestirà l’arena di Santa Giulia, il cuore pulsante delle Olimpiadi 2026 di nuova realizzazione. Lo farà insieme a OVG International. È uno dei più grandi sviluppatori del mondo di strutture ludiche con sede a Los Angeles. Il ramo europeo ha sottoscritto un accordo con la società Risanamento (che controlla la Milano Santa Giulia spa) e il suo partner australiano, sempre Lendlease, per realizzare nel quartiere uno degli impianti centrali dei Giochi: il Palaitalia, dove si svolgeranno le gare di hockey su ghiaccio e che potrà ospitare fino a 15 mila posti. Decisione che negli ambienti immobiliari milanesi ha fatto storcere il naso a qualcuno, visto che i Cabassi, storica famiglia di immobiliaristi meneghini, sono proprietari attraverso la loro finanziaria del quartiere Assago-Milanofiori. Dove sorge il “Forum”. E che, a detta di molti, avrebbe potuto tranquillamente essere l’Arena principale dei Giochi invece di venire relegata al solo pattinaggio di figura e per lo short track.