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L’ammutinamento della Wagner: un grande regalo a Kiev nella guerra in Ucraina

L’ammutinamento della Wagner: un grande regalo a Kiev nella guerra in Ucraina

Dal nostro corrispondente a Odessa Ugo Poletti*

La ribellione del leader dei mercenari della Wagner, il famigerato Prigozhin, rappresenta un punto di svolta nella guerra in Ucraina a favore degli Ucraini, che potrá accelerare la risoluzione del conflitto.

Non é ancora chiaro cosa ha portato il colpo di stato a concludersi in 20 ore dal suo inizio, ma possiamo fare delle ipotesi con l’aiuto di precedenti storici. Ma la cosa piú importante é che questo ammutinamento crea un danno permanente alla capacitá combattiva dell’esercito russo e alla credibilitá della leadership nel Cremlino. Il sistema politico e l’organizzazione militare russi mostrano delle crepe profonde, destinate a peggiorare la situazione sul campo di battaglia.

Fallito golpe: cosa sappiamo veramente

Nella notte tra venerdí 23 e sabato 24 giugno i reparti dell’agenzia Wagner, circa 25mila uomini ben armati e addestrati, hanno occupato le cittá di Rostov sul Don, Voronezh e Krasnodar, che si trovano vicine al confine ucraino. Non c’é stata nessuna reazione di unitá militari fedeli al governo, come normalmente avviene in tutte le insurrezioni. Neppure, l’intervento dell’aviazione russa, che avrebbe facilmente distrutto le colonne di camion della Wagner sull’autostrada per Mosca, prive di difesa aerea. Una conferma che l’aviazione russa é ormai un corpo privo di vita.

Le tre le cittá russe occupate sono dei nodi ferroviari indispensabili per il rifornimento dell’esercito russo che combatte in Ucraina. Significa che da quelle cittá ogni giorno passano migliaia di vagoni con cibo, munizioni e carburante per i soldati russi sul fronte. Quindi, per un’intera giornata la logistica per rifornire le truppe che si difendono dalla controffensiva ucraina é stata sconvolta. Immaginiamo un sommozzatore a cui chiudiamo l’erogazione dell’aria mentre é in immersione. Questo é quello che é successo all’esercito russo e non sará facile riorganizzare subito i collegamenti.

Inoltre, la cittá di Rostov sul Don é la sede del comando generale delle operazioni dell’esercito russo in Ucraina, che ha dovuto rapidamente evacuare. Significa che le operazioni russe sono state prive di comando per tutto il periodo. Si puó paragonare ad un ictus che ti paralizza per un giorno intero. Come nel caso dell’ictus, il recupero delle facoltá psico-motorie non é immediato.

L’occupazione delle tre cittá é stata un’operazione fulminea, senza spargimento di sangue. Questo tipo di operazione si prepara mesi prima. Possiamo dare per certo che dal momento in cui Prigozhin annunciava il ritiro delle sue unitá da Bakhmut, aveva giá in mente questo piano. Quindi, questo colpo di stato era in preparazione giá dallo scorso aprile.

E come ogni ammutinamento, anche questo aveva degli obiettivi, che peró non conosciamo del tutto. Non ci possiamo certamente accontentare della richiesta di sostituzione del comandante in capo dell’esercito russo Gerasimov e del ministro della difesa Shoigu. Non si organizza un golpe solo per sostituire un ministro e un generale. Dobbiamo pensare che questo piano non era un’iniziativa personale del leader e aveva degli sponsor molto potenti, che miravano alla sostituzione di Putin.

Certamente Prigozhin era obbligato ad agire in fretta per due ragioni. Era giá stato annunciato il programma di integrare l’agenzia privata Wagner ed i suoi mercenari nell’esercito. Quindi Prigozhin avrebbe perso il controllo della sua creatura. Inoltre, una volta espropriato della sua armata personale, c’era giá una sentenza di morte per questo personaggio odiato dai vertici militari russi.

Cosa non ha funzionato nel tentato colpo di stato in Russia

Durante il colpo di Stato in Spagna del 1983, un gruppo di ufficiali diretti dal Colonnello Tejero attaccó il Parlamento spagnolo, sequestrando i deputati con tutto il governo. Allo stesso tempo, i militari a Valenza scesero in strada con i carri armati e presero il controllo della cittá. E poi tutti aspettarono. Cosa aspettavano? Qualcuno che doveva approfittare del caos per insediare un nuovo governo di stampo fascista? Ma nessuno si presentó. Ancora oggi non lo si é scoperto e il Colonnello Tejero si é portato il segreto nella tomba. Dopo diverse ore i rivoltosi si arresero e il golpe fallí.

La colonna della Wagner si era messa in moto verso Mosca e avrebbe raggiunto la capitale in serata. Non c’erano a Mosca truppe scelte capaci di fermarli. Solo i reparti della RosGvardia, che sono paragonabili a reparti di polizia anti-sommossa. Eppure, a 200 chilometri dalla meta, Prigozhin ha ordinato la retromarcia. Poche ore dopo, l’annuncio dell’accordo con Lukashenko per il suo esilio.

Cosa é successo? Non ha senso mettersi in marcia verso una meta, se non hai uno scopo. Quasi sicuramente a Mosca c’era qualcuno che li aspettava. Probabilmente una quinta colonna o degli esponenti politici e militari pronti a prendere il controllo della cittá, approfittando dell’arrivo della Wagner. Siamo nel campo delle ipotesi, ma certamente é successo qualcosa, o meglio, non é avvenuto quello che doveva avvenire nella capitale secondo il piano di Prigozhin.

Nell’estate del 1917, il governo russo di Kerensky, che aveva deposto lo Zar, cercava disperatamente di rimanere al potere e di continuare a combattere nella Prima Guerra Mondiale. Il generale zarista Lavr Kornilov tentó un colpo di Stato e marció sulla capitale San Pietroburgo. Ma come la Wagner anche questo colpo di Stato fallí e Kornilov fu arrestato. Kerensky fu obbligato dare armi ai suoi nemici interni, i bolscevichi di Lenin, che crearono un esercito di lavoratori e respinsero l’attacco. Da quel momento, peró, la fiducia popolare verso il governo Kerensky si incrinó. Pochi mesi dopo i Bolschevichi usarono quelle armi contro di lui per fare la Rivoluzione d’Ottobre. Non sappiamo quali concessioni abbia dovuto fare Putin ad altri poteri russi, ma comunque lui da solo non poteva impedire alla colonna Wagner di entrare a Mosca.

Molti commentatori si stanno giá cimentando in diverse teorie per identificare gli sponsor politici occulti di Prigozhin: 1) servizi segreti americani, con cospicue offerte monetarie; ipotesi debole, perché Prigozhin é giá oltraggiosamente ricco: 2) servizi segreti ucraini, per garantirsi l’immunitá a fronte di una guerra persa; ipotesi piú probabile, ma in quel caso sarebbe stato piu utile agli Ucraini mantenere il controllo delle cittá occupate e strangolare logisticamente l’esercito russo per farlo arrendere. 3) un colpo di stato preparato da poteri russi (forse una sezione del servizio segreto FSB) con l’intenzione di detronizzare Putin e finire la guerra che sta distruggendo la Russia; abbastanza credibile. Il fatto che si siano tirati indietro in corso d’opera, avvalora la tesi di un accordo con Putin.

Che cosa rimane ora della ribellione

La leadership di Putin esce indebolita da questa prova. Innanzitutto Prigozhin aveva la reputazione di essere un suo uomo. Un vero dittatore che perde il controllo di un sua pedina non fa bella figura. Inoltre, al mattino del golpe Putin ha definito i rivoltosi dei traditori, condannandoli a tremende punizioni e alla sera li ha perdonati, garantendo per la sicurezza del leader ribelle. Inoltre, era stato giá avviato un procedimento penale per alto tradimento, immediatamente cancellato.

Quando Hitler decise di reprimere le SA, le truppe paramilitari in camicia brune che lo avevano portato al potere, decapitó i suoi vertici: circa 200 persone furono eliminate in una notte. Nei sistemi di potere dittatoriali il leader deve reprimere in modo spietato chi si ribella. Il fatto che poi ci sia stato bisogno di Lukashenko, come colomba della pace, aggiunge una nota di ridicolo, se si considera che i vertici russi nutrono un arrogante disprezzo per il capo di stato bielorusso.

Adesso inizierá la stagione delle purghe in Russia, anche perché non é accettabile che tre cittá russe si arrendano a dei ribelli senza combattere e Mosca rischi di cadere per mancanza di difese. Ma non dimentichiamo che il popolo russo non é sceso in piazza per difendere Putin, a differenza degli Ucraini all’inizio dell’invasione. Quei video che mostrano la gente di Rostov che porta acqua e cibo ai mercenari, e i selfie quando se ne vanno dalla cittá sono molto imbarrazzanti per il Cremlino. Hanno mostrato che per molti Russi Prigozhin e la sua banda sono dei guerrieri ammirevoli, che hanno salvato l’onore della Russia.

In conclusione, questa vicenda lascia una ereditá scomoda per la Russia. Innanzitutto, l’esercito russo in Ucraina perde l’uso in combattimento della temibile Wagner. Il destino dei suoi reparti é incerto. Sará messa certamente sotto il comando militare russo. Ma come potranno governare una forza fino a ieri fedele al suo leader? E come la mettiamo con dei mercenari pagati molto di piú dei soldati russi? Inoltre, la Wagner é presente con i suoi reparti in molti paesi africani e medio orientali, come strumento di politica estera russa. A chi obbediranno? Una bella gatta da pelare.

Infine, rimarranno nei social network del mondo, ma soprattutto russi, le parole di Prigozhin che ha clamorosamente sbugiardato Putin e la propaganda russa riguardo alla narrazione sull’invasione in Ucraina. Parole dette da chi é considerato un eroe da una parte considerevole dell’opinione pubblica russa. Un danno incalcolabile al consenso popolare verso la guerra e verso Putin.

*Ugo Poletti, imprenditore italiano di Milano, vive a Odessa da 5 anni, dove ha fondato un giornale online in inglese, The Odessa Journal, dedicato a storia, cultura e affari a Odessa, la capitale marittima e la città più europea dell’Ucraina.