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Elezioni meno trasparenti: la carica dei Moderati del centrodestra

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Perché potrebbe interessarti questo articolo? Alla Camera è arrivata in commissione una proposta di legge di Noi Moderati, il partito di Maurizio Lupi. L’obiettivo è quello di cancellare l’obbligo di pubblicazione del curriculum e del casellario giudiziale dei candidati alle elezioni. La norma, introdotta dalla Spazzacorrotti di Bonafede, è stata immaginata per garantire agli elettori delle informazioni su chi aspira a rappresentarli nelle Istituzioni.

Il centrodestra, per mano del deputato di Noi Moderati Pino Bicchielli, va all’attacco della trasparenza dei candidati alle elezioni. Con la scusa della privacy vuole oscurare una serie di informazioni oggi a disposizione degli elettori, etichettandole come degli orpelli farraginosi.

Una proposta di legge, incardinata in commissione Affari costituzionali alla Camera, punta infatti a cancellare tout court un pezzo della legge Spazzacorrotti, introdotta dal primo governo Conte. La spinta decisiva per arrivò dall’allora ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

L’obiettivo di Bicchielli

Ma di cosa si tratta nello specifico? La norma impone la pubblicazione, almeno quattordici prima del voto, sul sito internet dei partiti o delle liste del “curriculum vitae di ciascun candidato. Fornito dal candidato medesimo, e il relativo certificato del casellario giudiziale”.

Si tratta di uno strumento pensato per dare all’opinione pubblica maggiori conoscenze sulle competenze di chi è in lista. Rendendo inoltre noto eventuali problemi con la giustizia. La Spazzacorrotti prescrive poi, almeno una settimana prima del voto, che la stessa documentazione debba essere pubblicata sul sito del Ministero dell’Interno nell’apposita sezione denominata “Elezioni trasparenti”.

Elezioni e trasparenza: gli obblighi della Spazzacorrotti

Nel dettaglio: “La pubblicazione  deve consentire all’elettore di accedere alle informazioni ivi riportate attraverso la ricerca per circoscrizione, collegio, partito e per cognome e nome del singolo candidato”, specifica la legge in vigore. Insomma, l’obiettivo dichiarato è quello di ottenere una maggiore trasparenza. Il partito guidato da Maurizio Lupi ha però un’idea diversa. “La presente proposta di legge nasce essenzialmente dalla constatazione che l’introduzione dei predetti obblighi, pur muovendo dal principio di trasparenza, ha in realtà trascurato e inficiato l’aspetto del rispetto della privacy, rigorosamente garantito dal nostro ordinamento giuridico”, sostiene Bicchielli.

Il deputato di Noi Moderati contesta in particolare il fatto che “per il rilascio dei documenti non sia richiesto il consenso espresso degli interessati”. E quindi non prevede esplicitamente “il lasso di tempo entro cui tali dati debbono rimanere pubblicati sul sito web del partito o del movimento politico”.

I Moderati di Lupi e la privacy alle elezioni

Insomma, invoca una sorta di possibilità di oblio di quelle informazioni, come se fossero dei dati sensibili. Vuole anteporre il principio della privacy a quello della trasparenza. Per questo motivo, ragiona ancora il parlamentare di centrodestra, gli obblighi rappresentano “una forzatura della disciplina in materia di rispetto della privacy”. E sono considerati “prettamente superflui anche ai fini della trasparenza stessa, dato che i documenti non sono richiesti all’atto di accettazione delle candidature”. Da qui l’idea di cancellare quella che viene definita senza mezzi termini “un’aggiunta farraginosa e inefficiente alla già complessa e delicata legislazione in materia elettorale”.

Elezioni, il testo della riforma è stato depositato meno di due mesi fa, ma subito ha trovato posto per essere assegnato

Una serie di rilievi che tuttavia sembrano andare nella direzione di eliminare uno strumento che garantisce una maggiore conoscenza di chi si candida a rappresentare gli elettori nelle sedi istituzionali. Certo, la riforma è al momento solo al passo iniziale, visto che è stata appunto incardinata in commissione a Montecitorio. Tuttavia, intorno alla proposta c’è un interesse: il testo è stato depositato meno di due mesi fa, ma subito ha trovato posto per essere assegnato.

Alla luce delle dinamiche parlamentari, è improbabile che l’iter sia così veloce, anche a causa della prevedibile opposizione che porterebbe avanti il Movimento 5 Stelle di Conte. D’altra parte, l’esperienza insegna che queste proposte di legge sono i prodromi di qualche emendamento che può essere inserito in un provvedimento successivo. Il mirino sulla trasparenza delle elezioni è stato insomma puntato.