Home Politics C’è sciopero dei treni, chiude il Parlamento: i deputati si autoesentano dal lavoro

C’è sciopero dei treni, chiude il Parlamento: i deputati si autoesentano dal lavoro

C’è sciopero dei treni, chiude il Parlamento: i deputati si autoesentano dal lavoro
Perché potrebbe interessarti questo articolo? Lo sciopero dei treni ha accorciato la settimana alla Camera. Niente Aula per giovedì: i deputati sono rientrati a casa nel tardo pomeriggio di mercoledì. È stato fatto tutto di corsa proprio per non incappare nei disagi per lo stop dei ferrovieri. Nemmeno la precettazione ordinata dal ministro Salvini ha cambiato le carte in tavola.
I ferrovieri sono stati precettati, accorciando lo sciopero odierno dei treni. Ma per i deputati non è cambiato molto: nel tardo pomeriggio c’è stata la corsa al trolley per lasciare Montecitorio e scappare in stazione. “Rappresentiamo il territorio, dobbiamo tornare per gli incontri”, è la motivazione ripetuta come un mantra dai parlamentari. Per carità, tutto vero. Ma non sia mai dover restare per l’intera giornata di giovedì per la “giornata nera dei trasporti”, come era stata annunciata.
Qualche evento sul territorio avrebbe potuto attendere, del resto si viene eletti anche per essere in Parlamento. Invece niente: è stato impartito l’ordine del “liberi tutti” il prima possibile. Al Senato hanno provato a salvare la faccia, nel pomeriggio si svolgerà il question time con i ministri della Salute, Orazio Schillaci, e del Lavoro, Marina Elvira Calderone. Non ci sarà il tutto esaurito, ma almeno il calendario di Palazzo Madama non è vuoto.

 

Delega fiscale di corsa alla Camera

Alla Camera era tutto diverso. Di mezzo c’era l’impiccio di votare la delega fiscale, una quisquilia che determinerà il funzionamento del fisco italiano nei prossimi anni su volere della maggioranza. Ora va bene l’Irpef, l’Irap e compagnia cantante, ma vuoi mettere che uno deve tornare a casa, mica può restare prigioniero a Roma? Ecco che, allora, già a inizio settimana, calendario alla mano, era stata valutata l’opportunità di serrare i ranghi per discutere con celerità il testo. Tanto che volete che sia: il voto sarebbe stato scontato, la maggioranza aveva i numeri saldi e l’opposizione non si è messa a fare le barricate.
Addirittura era stata prevista una seduta notturna, martedì scorso, per portarsi avanti con il lavoro. La data cerchiata in rosso era appunto il giovedì 13 luglio con lo sciopero dei treni che incombeva. Bisognava chiudere tutto mercoledì. Un punto d’onore che alla fine ha trovato d’accordo maggioranza e opposizione, che quando si tratta di anticipare il rientro a casa vanno a braccetto.

C’è sciopero dei treni, la Camera è vuota

Anche quando il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato la forzatura con la presentazione dei ferrovieri, di fatto depotenziando la protesta, gli onorevoli non si sono scomposti: la scelta era stata ormai assunta. Nessun passo indietro. Poco male se è stato rinviato il dibattito sulla gpa, che tanto avrebbe solo creato divisioni in parlamento. Meglio tenere la concordia, no? A onor del vero la Camera tornerà a riunirsi nella giornata di venerdì. Ma, state tranquilli, non ci sarà il rientro in massa dei deputati.

In agenda c’è la discussione generale sul decreto Energia, su cui dovrebbe essere posta la fiducia da parte del governo, e successivamente il confronto sul bilancio interno di Montecitorio. In Aula ci sarà il solito gruppetto di volenterosi, interessati alle due materie, ma senza folle oceaniche. Il tutto mentre oggi, gli italiani sono alle prese con i treni cancellati o in ritardo a causa dello sciopero. Loro non hanno potuto andare via un giorno prima dal lavoro. O meglio possono farlo: ma prendendosi le ferie. Insomma, non proprio a costo zero. E non c’è che dire: si tratta di una bella differenza rispetto agli onorevoli.