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La “manina” di Regione dietro l’ok ad AstraZeneca

La “manina” di Regione dietro l’ok ad AstraZeneca

di Francesco Floris

Ci sarebbero, secondo indiscrezioni raccolte da True-News, anche le manine più o meno invisibili di Letizia Moratti e Attilio Fontana dietro al primo step positivo sull’iter di approvazione della somministrazione del vaccino AstraZeneca anche agli over 55. La vicenda è nota: il vaccino AstraZeneca, solo in Italia, era stato autorizzato per la fascia di età tra i 18 e i 55 anni. Questo avrebbe portato ad una rigidità nella somministrazione dei vaccini che invece con la prima approvazione di ieri dovrebbe essere superata. Decisivo sarebbe stato un parere pro veritate che Letizia Moratti ha portato a conoscenza dell’Aifa, che ieri si è dunque espressa positivamente, firmato dai dottori Giuseppe Remuzzi, Andrea Gori (fratello del sindaco di Bergamo Giorgio Gori) e Paolo Grossi. I tre luminari hanno messo in luce come fosse un’inutile presa di posizione quella di non far somministrare il vaccino a chi ha più di 55 anni.

Che cosa cambia per Regione Lombardia dopo l’approvazione di Aifa? Se l’Istituto superiore di sanità e il Consiglio superiore di sanità, con l’avvallo dei tecnici del Ministero della salute, dovessero sbloccare definitivamente la situazione – cosa che a questo punto si ritiene abbastanza probabile – il vaccino sarà somministrato in particolar modo a insegnanti e altre fasce di popolazione tra i 55 e i 70 anni, in modo più flessibile e quindi più efficace rispetto a quanto previsto.

Altro fronte su cui il tandem Fontana-Moratti sta lavorando è la necessità di effettuare test sierologici prima della somministrazione del vaccino, in modo tale da andare a escludere dalla vaccinazione coloro i quali, magari non sapendolo, hanno già avuto il Covid. Tuttavia su questo punto ancora non ci sono notizie certe ma solo una indicazione di massima a livello operativo.