Home Pharma “Tra educazione e medici di base” Parla l’uomo della sanità ligure

“Tra educazione e medici di base” Parla l’uomo della sanità ligure

“Tra educazione e medici di base” Parla l’uomo della sanità ligure

Il dottor Brunello Brunetto a true-news: “Tre pilastri per un modello ligure di sanità: educazione sanitaria dei cittadini, sviluppo tecnologico e centralità dei medici di base”

di Francesco Floris

Trentasei anni di ospedale alle spalle e l’abitudine di svegliarsi presto al mattino: “Verso le cinque, il sonno è solo una questione di abitudine”. Il dottor Brunello Brunetto è il nuovo uomo della sanità in Liguria. Arrivato in consiglio regionale con la Lega e 3.733 preferenze, il Direttore (ora in aspettativa) della Struttura complessa di anestesia e rianimazione degli ospedali di Savona e Cairo Montenotte è stato appena nominato Presidente della Commissione permanente Salute e Sicurezza sociale. Con un compito preciso: affiancare il Presidente Giovanni Toti che in questa fase ha tenuto per sé la delega alla Sanità (come quella al Bilancio) facendo a meno di due assessori in giunta. Una scelta, quella del governatore, che Brunetto definisce “coraggiosa per la responsabilità politica di tenere la sanità in un momento come questo” ma anche “intelligente in una fase in cui ci saranno molti fondi da ripartire. Avere entrambe le deleghe può rendere più fluidi alcuni meccanismi”. Proprio ridisegnare la sanità regionale è il suo desiderio per il prossimo lustro. Andando in quale direzione? “Non so se mi basteranno cinque anni ma voglio mettere le basi per un modello ligure che abbia delle sue specificità” risponde il primario. “È una regione complicata come noto a tutti. Lo è dal punto di vista geografico, organizzativo e sotto il profilo dei trasporti”. Quindi? “Non possiamo più accontentarci di importare modelli organizzativi di regioni che, banalmente, hanno una forma diversa, addirittura ‘quadrata’, e che per questa ragione possono essere divise a rete permettendo una connessione dei quadranti e dei nodi della rete molto più facile. Tutto ciò non è possibile in un territorio lungo e stretto, per questo motivo vorrei un modello “personalizzato” e contestualizzato”. Basato su quali parole d’ordine? Primo: “Definizione chiara di ruoli e funzioni degli ospedali anche per evitare un’infinità di doppioni”. Secondo: “Far sì che la popolazione abbia più informazioni, puntuali e precise, su dove si fa che cosa e in quali ospedali recarsi”. Ma soprattutto l’ex Direttore del Dipartimento Emergenza della Asl 2 batte su un punto: “Va rinforzato il territorio, in modo che le persone si muovano il meno possibile e accedano agli ospedali solo quando è strettamente necessario per diagnostiche non effettuabili altrove, per la chirurgia o procedure invasive”. “Tutto ciò prescinde dal Covid – spiega a True Pharma Brunello Brunetto – e lo dico proprio dopo 36 anni di lavoro in struttura: l’ospedale va in qualche modo ‘protetto’ da assalti insensati delle persone. Deve essere il territorio che governa gli accessi in ospedale e non il cittadino che fa da sé e decide quando recarvisi o meno. Non più il paziente che va dal sanitario ma il contrario”. Tradotto: significa rafforzare il ruolo dei Medici di Medicina Generale. Lo spiega con un esempio preciso: “Sto portando avanti un’ipotesi di lavoro affinché i malati cronici non debbano recarsi dal proprio medico per il rinnovo delle ricette ma ci sia il rinnovo automatico ogni due-tre mesi del loro piano terapeutico, in modo da evitare non solo le concentrazioni in sala d’attesa in questa fase pandemica ma anche il disagio del paziente in tempi normali”. “Voglio un sistema per cui il medico curante con un click avvisa la farmacia più vicina al domicilio del paziente, arriva la prescrizione e quindi il farmaco”. Per il primario gli ostacoli a tutto ciò nel 2020 non sono certo di tipo tecnologico. Qual è il problema? “Bisogna essere precisi sui tempi, da parte del paziente e del medico: il primo deve ricordarsi di andare a ritirare le medicine, il secondo deve ricordarsi di avvisare perché altrimenti avremo interi capitoli di spesa destinati a farmaci che non vengono utilizzati”. Per questo “il sistema si deve muovere su tre pilastri: educazione sanitaria del cittadino al primo posto, uno dei capitoli più trascurati negli anni nonostante la sua importanza. Non so a quanto tempo fa risalga l’ultima campagna educativa che ho visto sui media o sulle testate giornalistiche”. Secondo pilastro: “Serve impegno per riportare il Medico di Medicina Generale al centro del sistema sanitario”. E infine: “Sviluppo tecnologico delle piattaforme” perché “arrivandoci per gradi la telemedicina è sicuramente il futuro”. Che tempi si dà? “Tutto ciò a breve è inimmaginabile. A medio termine possiamo ottenere dei risultati”.