Home Pharma Il settore Farmaceutico e Biomedicale nel Lazio: strategie di politica industriale

Il settore Farmaceutico e Biomedicale nel Lazio: strategie di politica industriale

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Il 22 novembre, presso la Coffee House di Palazzo Colonna a Roma, ha avuto luogo l’evento di presentazione del Policy Paper sul settore farmaceutico e biomedicale nel Lazio realizzato da Unindustria con il supporto di ICom e con il contributo della Camera di Commercio Frosinone Latina.

Dopo i saluti introduttivi di Giovanni Acampora, Presidente della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura Frosinone Latina, e di Angelo Camilli, Presidente Unindustria, è intervenuto il dott. Stefano da Empoli, Presidente I-Com Istituto per la Competitività che ha illustrato lo studio finalizzato ad analizzare gli strumenti regionali e nazionali di politica industriale che impattano sullo svolgimento dell’attività d’impresa del settore farmaceutico e biomedicale.

In particolare, dai dati evidenziati Regione Lazio risulta essere al primo posto in termini di export di prodotti farmaceutici, vantando il secondo polo farmaceutico di rilievo a livello nazionale, con una quota di quasi il 36% del totale nazionale in media annua, e la seconda regione italiana per numero di addetti in ricerca e sviluppo.

Posizione che è stata confermata anche nel 2022, quando è stato registrato un valore dell’export di €12,7 miliardi (+10,3% sul 2021), e un numero di impiegati nel sistema che supera le 12 mila unità (alle quali si aggiungono altri 14.200 addetti nell’indotto) occupati in più di 230 aziende. A ciò si aggiungono oltre 308 milioni di euro investiti in Ricerca e Sviluppo che fanno del Lazio la regione che origina il 17% dei brevetti riconducibili all’ambito farmaceutico italiano.

Il polo farmaceutico del Lazio ha un ruolo cruciale anche nell’ecosistema sanitario regionale, in quanto le sue attività influenzano direttamente l’erogazione dei servizi sanitari e la spesa in sanità. L’ampia presenza di aziende farmaceutiche nell’area contribuisce in modo significativo all’offerta di farmaci e trattamenti innovativi, assicurando l’accessibilità a terapie avanzate e migliorando l’efficacia delle cure mediche fornite, oltre che contribuire in modo considerevole in termini di indotto e gettito fiscale. Nel 2020 le imprese dell’industria farmaceutica e biomedicale hanno infatti versato imposte per un valore pari a €175 milioni e hanno contribuito con €243,9 milioni di oneri di ripiano (il 9,68% del totale).

È stato evidenziato inoltre come si preveda che il settore delle scienze della vita possa venire rafforzato dagli investimenti provenienti dal PNRR, che dispongono fondi per il Lazio pari a 1,6 miliardi di euro, destinati a progetti per l’ammodernamento del parco tecnologico sanitario e la realizzazione di Case e Ospedali della Comunità.

Nonostante i numeri siano incoraggianti, viene rilevata una bassa attrattività del sistema paese dove solo Regione Lombardia è al di sopra dell’indice europeo medio di attrattività (100 pt.), mentre Regione Lazio, seppur seconda, ha raggiunto un punteggio di 91,4 punti.

Sulla linea di ciò lo studio va ad individuare sei pilastri dell’attrattività di tutto il comparto industriale, definiti dal dott. da Empoli come interconnessi, equiparati e consequenziali l’uno.

Questi riguardano:

  • Politiche amministrative e certezza del diritto: Italia 136/140. PPP sono poco usati, 4,3 % espresso da Lazio
    Incentivi specifici a supporto degli investimenti: varie criticità, investimenti pubblici, in particolare sono stati evidenziati i limitati esborsi in R&S, i limiti a investimenti privati esteri e viene citato il sistema del payback, ritenuto non il miglior modo per arginare la spesa farmaceutica
  • Politiche fiscali: sulle imprese italiane grava un carico fiscale pari a 59% dei profitti commerciali e sono tasse sul lavoro e sui contributi ad erodere principalmente il sistema. A ciò si aggiunge il fatto che Regione Lazio ha la quota IRAP media più alta d’Italia al di fuori del mezzogiorno: 4,82%; nonché la più alta addizionale IRPEF.
  • Politiche infrastrutturali e logistica: si rileva la mancanza di un sistema intermodale solido e una consequenziale scarsa interconnessione tra poli produttive e aeroporti e porti.
  • Spillover tecnologici:è evidente in tutto il paese e ancor più sul livello regionale la difficoltà reperimento figure specializzate, principalmente per il poco numero di candidati e quindi per la poca offerta dinanzi ad una domanda di competenze sempre crecente. Una risposta è in atto attraverso il sistema dell’ITS, ed inoltre, Regione Lazio vanta dati positivi in termini di incubatori di imprese e Start-Up.
  • Politiche Industriali: in termini di politiche per lo sviluppo industriale le risultanze dello studio suggeriscono di trarre spunto dai modelli Tosco-Emiliani e Veneti e si ripongono grandi aspettative sul Roma technopole.

Pertanto, sulla base degli strumenti individuati in merito a un processo di rafforzamento dell’attrattività del comparto industriale, con particolare riferimento a quello farmaceutico e biomedicale, il Policy Paper illustra 9 possibili proposte di policy da perseguire per favorire lo sviluppo del settore.

Gli spunti offerti riguardano:

  • Una strategia di medio-lungo periodo per il sistema salute nazionale. Si suggerisce di adottare una strategia italiana dedicata alle Life Science, che includa l’istituzione di un organismo di coordinamento e la formulazione di un Piano Nazionale per le Scienze della Vita. A ciò è stata ribadita la necessità di alleggerire il peso del Payback.
  • Accorciare le catene di fornitura, contrastando le dipendenze strategiche. Viene evidenziata la necessità di favorire investimenti e ricerca sulla produzione di elementi, quali ad esempio i principi attivi, che oggi generano una forte dipendenza strategica del comparto dall’esterno.
  • Innovazione tecnologica e amministrativa. Si rileva il bisogno di superare i vincoli su strumenti come i Contratti di Sviluppo e gli Accordi per l’innovazione, favorendo l’incisività della digitalizzazione del Sistema Sanitario.
  • Rilancio degli investimenti pubblici e privati per il potenziamento delle infrastrutture e della logistica
  • Lazio, Zona Logistica Semplificata e Politiche fiscali: si suggerisce di istituire la ZLS che sia incentrata sul porto di Civitavecchia e di ridurre le aliquote regionali e locali .
  • Una regione “investor-friendly”. Viene evidenziato come il comparto delle Scienze della Vita, richieda oggi maggiore centralità politica, economica e industriale
  • Aumentare i corsi ITS così da colmare lo skill-gap
  • Favorire lo sviluppo del Rome Technopole valutando una programmazione che vada oltre la finestra del PNRR, e che sia piuttosto incentrata su un long-term commitment
  • Istituzionalizzare il confronto – sinergie a supporto del Lazio. Si tratta di un suggerimento avanzato a livello di governance, che miri a definire luoghi di dialogo permanenti tra imprese e regione, come già presenti in contesti quali quello Lombardo.

L’evento è poi proseguito con un confronto tra Roberta Angelilli, Vice Presidente Regione Lazio, Massimo Scaccabarozzi, Presidente Sezione Farmaceutica e Biomedicali Unindustria, con la moderazione di Andrea Pancani, Giornalista di La7, durante il quale si è ribadita l’importanza del comparto farmaceutico biomedicale per la Regione Lazio, specie per i dati riferiti all’export.

Inoltre il Presidente Scaccabarozzi ha evidenziato come le imprese del farmaco abbiano oggi grandi problemi di produttività e carenze consequenziali ad anni di crisi e aumenti dei costi dell’energia, prima con la pandemia e più recentemente coi conflitti bellici. Ed ha inoltre sottolineato il ruolo della produzione farmaceutica, quale strumento di potere militare, facendo riferimento alle forniture di farmaci per la tiroide ai territori Ucraini dall’inizio del conflitto, data l’alto utilizzo di questa tipologia di farmaci su quel territorio conseguentemente al disastro nucleare di Chernobyl.

A ciò è stato fatto accenno alle crescenti problematiche relative al tema dell’antibiotico resistenza, considerabile come la pandemia del futuro e è poi stata ribadita l’iniquità del payback, considerata esclusivamente come una misura ideologica che non muove da esigenze di bilancio.

Infine, la Vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli, ha spiegato come vi sia da parte della Regione la volontà di favorire la ZLS di Civitavecchia, che rappresenterebbe uno strumento per dare possibilità ai territori con potenzialità di sviluppo e poter implementare ancora di più le proprie possibilità così da favorire i processi di semplificazione amministrativa. In tal senso, la Vicepresidente ha concluso ricordando di aver presentato, in sede di Conferenza Stato Regioni, un emendamento con cui viene richiesta l’estensione degli incentivi derivanti dalla ZES unica del Mezzogiorno anche alle ZLS.