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Pnrr. Digitale, ricerca e sanità territoriale: cosa è già stato fatto da Draghi

Pnrr. Digitale, ricerca e sanità territoriale: cosa è già stato fatto da Draghi

Nemmeno 9 mesi ma per Mario Draghi e compagine di governo è già tempo di bilanci e non si parla solo della Finanziaria 2022. Il premier che ha dato disponibilità per l’incarico come Presidente della Repubblica al Quirinale, negli stessi giorni in cui si fanno forti i rumors di un altro uomo in partenza dalla squadra di governo, il ministro Roberto Cingolani, ha presentato il giorno prima della vigilia di Natale la relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel documento “ItaliaDomani” parlando di 51 obiettivi raggiunti. È la missione per cui è stato chiamato a Palazzo Chigi nel febbraio 2021 e insieme alla campagna vaccinale uno dei metri di misura con cui dichiarare il successo o fallimento dell’esperienza del “governo dei tecnici”.

Sanità, i primi punti fermi

Per quanto riguarda la sanità – Missione 6 del Pnrr – si possono cominciare a mettere alcuni punti fermi, tralasciando il mero programma in capo al Ministero della Salute di aumento dei posti letto in terapia intensiva per far fronte all’emergenza pandemia.

Risorse Pnrr per la sanità, una partita ancora tutta aperta

Dei 15,63 miliardi di euro di risorse Pnrr a cui vanno sommati 1,71 mld dal fondo React-EU e 2,89 mld dal fondo complementare serviranno per realizzare due maxi riforme, otto investimenti, 28 fra “traguardi e obiettivi” (per utilizzare il gergo della governance Pnrr) di cui solo 1 era da rispettare entro la data del 31 dicembre. La partita è quindi tutta aperta. Il 16 dicembre è stato discusso in Conferenza Stato Regioni lo schema di decreto del Ministro della salute recante la ripartizione delle risorse destinate alle Regioni per i progetti e del PNC. Discussione da aggiornarsi alla seconda settimana di gennaio ma, nel mentre, ogni regione deve definire il proprio piano operativo contenente piani di azione volti al raggiungimento delle cosiddette “milestone” e dei target entro il 28 febbraio 2022.

Verso la mappa delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità

Ed entro quella stessa tutti i governatori e gli assessorati al Welfare devono portare la “mappa” dei siti individuati per ospitare le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità (che appartengono a diverse voci di investimento ma nell’ambito della stessa riforma), come già fatto dalla Lombardia in occasione della riforma della sanità regionale, e che lo scorso 23 dicembre ha inaugurato la prima struttura.

Il percorso verso il Contratto istituzionale di sviluppo

Lo stesso schema di decreto indica nella data del 31 maggio 2022, dietro l’angolo, il termine ultimo entro il quale sottoscrivere il Contratto istituzionale di sviluppo.

Per la Riforma della sanità territoriale, il Ministero e le Regioni hanno effettuato un lavoro di istruttoria che ha l’obiettivo di garantire l’entrata in vigore della riforma entro il 30 giugno 2022. È stato costituito un gruppo di lavoro con rappresentanti delle regioni e coordinato da Agenas, la quale ha già trasmesso al Ministero della Salute la relazione tecnica illustrante una prima proposta di schema di riforma dell’assistenza territoriale. Sono in corso approfondimenti da parte delle competenti direzioni del Ministero per la successiva trasmissione alla Conferenza Stato Regioni.

La casa come primo luogo di cura: tempi stretti

Anche l’investimento dedicato alla “Casa come primo luogo di cura” ha sulla carta tempi stretti: è stato concluso – ha relaziona Mario Draghi in Parlamento – il ciclo di incontri finalizzato ad una prima ricognizione dei progetti e sempre entro la data del 28 febbraio 2022 ciascuna regione definirà il proprio piano operativo. All’interno del “gruppo di lavoro Telemedicina”, è stato costituito il sottogruppo di lavoro per la definizione delle linee guida dell’assistenza domiciliare. Stessa scadenza per la prima tappa della voce “Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero”. Il decreto direttoriale del Ministero della salute che recepisce i fabbisogni regionali è stato registrato dalla Corte dei conti ed entro fine febbraio le Regioni devono inviare l’elenco puntuale degli interventi di ammodernamento tecnologico (grandi apparecchiature) e di digitalizzazione dei processi clinico-assistenziali delle 280 strutture sede di DEA, capitolo su cui il Pnrr ha scommesso complessivamente 4,05 miliardi di euro.

Le misure sul fronte della ricerca biomedica pubblica

Molto interessanti come prospettiva di sviluppo economico sono le misure prese sul tema della ricerca biomedica pubblica del Servizio sanitario nazionale. Sono stati predisposti e approvati i documenti concernenti le tematiche da porre alla base dei bandi di ricerca, proponendo due bandi (massimo entro il 2023 e massimo entro il 2025) che prevedono la presentazione di progetti di ricerca di durata biennale a cui sarà destinato fino ad un massimo di un milione di euro a progetto, con la partecipazione congiunta delle strutture del Servizio sanitario nazionale e del Sistema nazionale della ricerca e dell’università. Il primo bando riguarda le malattie rare (50 milioni di euro), le malattie croniche non trasmissibili, ad alto impatto sui sistemi sanitari e socio-assistenziali (0,162 milioni); la verifica teorica (proof of concept, 50 milioni).

Sono in corso le interlocuzioni per la predisposizione del bando tra l’Unità di missione dell’attuazione del Pnrr, la Direzione generale della ricerca e dell’innovazione e il Ministero dell’economia e delle finanze, con un’ipotesi di pubblicazione del bando per la presentazione delle proposte progettuali entro la prima metà del 2022.

Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica, iter farraginoso

Particolarmente complicato e farraginoso, invece, anche per il sovrapporsi dei quadri legislativi nazionale ed europeo, è l’investimento sul “Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione”. È stato sottoscritto l’Accordo tra Ministero della salute Dipartimento della transizione digitale diretto a disciplinare i rapporti giuridici tra le parti per la realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico, in particolare in merito al Sub-investimento per la “creazione di una repository centrale, di servizi e interfaccia user-friendly, completamento della digitalizzazione documentale” e quello relativo all’adozione e utilizzo del “Fascicolo sanitario elettronico da parte delle Regioni”.

Introdotta la legislazione Ue per la protezione dei dati personali

È stata introdotta la legislazione Ue per la protezione dei dati personali (GDPR) nell’ordinamento italiano, per consentire al Ministero della salute e alle altre Agenzie Sanitarie Nazionali di trattare dati individuali per scopi di interesse pubblico. Come anche sono stati sottoscritti i primi contratti esecutivi per avviare le attività tecniche necessarie al potenziamento dell’infrastruttura tecnologica e applicativa del Ministero della salute, alla progettazione e implementazione di SDK (software developement kit) specifici da mettere a disposizione delle Regioni o di qualsiasi altro ente esterno al Ministero per facilitare l’interoperabilità tra entità del Servizio sanitario nazionale, nonché alla reingegnerizzazione e modernizzazione del Portale del Ministero della salute e alla realizzazione della piattaforma dei registri di patologia.

In particolare, si è fatto ricorso a Consip per i contratti esecutivi e nel mese di ottobre sono stati sottoscritti, sempre nell’ambito dei contratti quadro Consip, i contratti esecutivi per la realizzazione della Piattaforma nazionale per la diffusione dei servizi di telemedicina.