La spesa farmaceutica in Italia? Nel 2020 è stata pari a 30,5 miliardi di euro. Una cifra pari al 2019, con la pandemia che non ha quindi incrinato, né fatto esplodere, la richiesta di farmaci da parte di cittadini e servizio sanitario. La spesa pubblica, con un valore di 23,4 miliardi, rappresenta il 76,5% della spesa farmaceutica complessiva e il 18,9% della spesa sanitaria pubblica, ha fatto segnare un meno 0,8% rispetto all’anno precedente.

Il report, che descrive l’uso dei farmaci attraverso i diversi flussi informativi disponibili che consentono di ricomporre l’assistenza farmaceutica in ambito territoriale e ospedaliero sia a carico del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) che tramite l’acquisto privato da parte del cittadino, quest’anno presenta alcune novità.
La spesa dei farmaci orfani nel periodo 2018-2020 vede l’Italia risultare al quinto posto (25,3 euro pro capite), dopo Francia (31,6 euro), Austria (30,9 euro), Germania (27,8 euro) e Spagna (27,2 euro).
Il report Aifa 2020
La fotografia scattata da OsMed mostra che nel 2020 circa 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci. È stata anche osservata una crescita della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età, in particolare per la popolazione con più di 64 anni che ha assorbito oltre il 60% della spesa e circa il 70% delle dosi. Le Regioni del Nord hanno registrato una prevalenza inferiore (59,6%) rispetto al Centro (64,8%) e al Sud Italia (65,8%).
Il report pubblicato da Aifa parla di una riduzione del consumo degli antibiotici del 21,7%. Da attribuire, secondo gli estensori, alla modifica dei modelli organizzativi a cominciare dall’accesso agli ambulatori dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta e all’adozione della ricetta elettronica, oltre che alla diffusione, causa Covid, dei dispositivi di protezione individuale, che può aver ridotto la trasmissione delle infezioni batteriche nel corso dell’anno passato. Sono invece cresciuti i consumi del vaccino antinfluenzale (+23,6%), grazie a un aumento dell’adesione alla campagna vaccinale nel corso del periodo pandemico. Mentre per quanto riguarda l’aderenza e la persistenza al trattamento delle principali patologie croniche non sono state evidenziate importanti differenze rispetto all’anno precedente.