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Dal Ministero della Salute nuove energie per il Piano Nazionale delle Cronicità

Speranza

Il Ministero della Salute intende ridare energia al Piano Nazionale della Cronicità che, per via dell’emergenza Covid, ha subito un drastico blocco. Varato il 15 settembre 2016 dalla Conferenza Stato-Regioni, con l’Italia apripista tra i paesi europei, il Piano è rimasto incompiuto e soprattutto, alla luce della pandemia, si dimostra inappropriato per chi soffre di malattie croniche. E in Italia, secondo l’Istat, si tratta di 147 persone ogni mille abitanti

La nuova Cabina di regia

Il Piano Nazionale della Cronicità ha subito un drastico blocco a causa del Covid. Ma ora il Ministero della Salute è pronto rimettervi mano.  Con un decreto il ministero ha nominato i componenti della ‘Cabina di regia’ nella quale sono presenti i rappresentanti sanitari e sociali delle categorie più fragili. Oltre a loro, esperti di gestione delle politiche socio-sanitarie e affermati ricercatori e scienziati.  “Bisogna riprendere in mano il Piano – ha spiegato a Il Sole 24 Ore, Tonino Aceti, direttore di Salutequità – che si basa su due modelli: la presa in carico del cronico e il focus su 10 condizioni patologiche”.

Cosa è il Piano Nazionale delle Cronicità

Il Piano Nazionale della Cronicità riguarda milioni di pazienti italiani affetti da patologie croniche, che vanno dal diabete alle cardiopatie, dalle malattie congenite a quelle rare. Nella sola Regione Lombardia con una popolazione di quasi 11 milioni di residenti, sono ben 3 milioni e 500 mila i pazienti cronici. Prima dell’arrivo del virus, le Regioni italiane, coordinate dal Ministero, si stavano organizzando per facilitare il percorso di assistenza a questa tipologia di cittadini. I pazienti cronici, infatti, in caso di problematiche con le terapie, con complicanze non acute, difficilmente trovano immediata risposta da parte del proprio medico.

Spesso, quindi, un diabetico o un cardiopatico si rivolgono al pronto soccorso o ingolfa le file per gli esami diagnostici e gli accertamenti clinici. Al Piano Nazionale delle Cronicità si chiedono quindi risposte rapide anche grazie all’uso della telemedicina.