Home Future Neuralink? Non è (ancora) fantascienza. Parola di accelerazionista

Neuralink? Non è (ancora) fantascienza. Parola di accelerazionista

Neuralink? Non è ancora la fantascienza. Parola di un accelerazionista

Perché leggere questo articolo? Come un collettivo accelerazionista legge la rincorsa della realtà alla fantascienza incarnata nel caso Neuralink? Tra filosofia, tomismo e lotta tra anima, mente e corpo: ne parliamo con Ranpo Fahrenheit, animatore del collettivo “Il Blast”.

Il primo chip cerebrale di Neuralinkl’azienda di frontiera su cui punta fortemente anche il più noto dei suoi fondatori, Elon Musk, è stato impiantato domenica su uno dei volontari a cui il magnate americano di origine sudafricana si è rivolto nei mesi scorsi per eseguire le sperimentazioni.

Neuralink si ripropone di rivoluzionare il controllo umano sul meno conosciuto degli organi, il cervello, tramite l’impianto di chip capaci, con una serie di impulsi elettrici, di stimolare movimenti che siano, ad esempio, in grado di aiutare chi ha problemi neurologici e lesioni traumatiche a riacquisire capacità di comunicare e interagire con movimenti attivabili leggendo le onde celebrarli.

Neuralink e transumanesimo

Ovviamente, una rivoluzione tecnologica di questo livello ha aperto una finestra di dialogo sul tema dell’ontologia, del senso stesso dell’essere umano nel suo rapporto con la tecnologia e nei limiti dell’innovazione. Neuralink rappresenta il primo passo verso una situazione post-umana o trans-umana, come auspicano i tecno-entusiasti? O è la nuova frontiera del controllo mentale? Ne abbiamo parlato con Ranpo Fahrenheit, giovane animatore del collettivo accelerazionista e cyberpunk Il Blast, progetto nato nel 2022 sulle ceneri della veneranda testata online L’Intellettuale Dissidente per passare dalla critica al sistema alla sua decostruzione.

Ranpo,  che sul sito del collettivo si definisce “scienziato pazzo e computerizzato” e che non si iscrive alla categoria dei tecno-entusiasti a prescindere ma, sulle orme di Ernst Junger, invita a vivere come ribelli nell’età del controllo della tecnica sull’uomo, ci ricorda che “il passaggio decisivo rappresentato da Neuralink apre due scenari. Da un lato c’è la versione che molti reputano distopica, ovvero una nuova frontiera del controllo sugli individui e la mente delle persone, capace di alterare le onde cerebrali e controllandole in vario modo. Questa – sottolinea – è una frontiera nota da tempo nel dibattito che vede divisi i fautori del transumanesimo e i loro oppositori“.

La lotta tra anima e corpo

Ma sarebbe riduttivo, per Ranpo Fahrenheit, ridurre a questo dibattito “arcinoto e da tempo sdoganato” questo tema. “Dall’altro lato”, ci ricorda, “c’è un secondo fronte, decisamente più interessante”. Un fronte – spiega –  che è filosofico e culturale. L’eventuale successo del programma Neuralink, ovvero la possibilità di controllare gli impulsi cerebrali senza modificare i pensieri e i desideri di colui che ha impiantato il chip “si identificherebbe con la confutazione finale del materialismo“.

Elon Musk “uccisore” definitivo di Karl Marx? Forse più riscattatore della filosofia tomista in uno scenario da fantascienza. In un certo senso Ranpo, nella vita oltre che cyberpunk e accelerazionista, attento studioso di filosofia tomista e cattolico devoto, ci ricorda che “se sarà confermato che Neuralink altera il cervello ma non altera la mente, avremo vinto”. In che senso, ci viene da dire? “Nel senso che Neuralink” con il suo portato “confermerebbe ciò che la tradizione della filosofia perenne” coniata da Leibniz “dice da tempo”. E cioè che “la mente non è connessa al cervello. O comunque, che la mente è prioritaria sull’essere immanente del corpo”.

Per Ranpo, se confermato, “questo secondo scenario aprirebbe alla vittoria dell’umanesimo nel senso migliore del termine e al ritorno di un principio che veda la vittoria di ciò che non è corporeo su ciò che lo è. Pensiamo alla mente, ma soprattutto all’anima immortale, principio e fine di tutto”.

Neuralink tra realtà e fantascienza

La vittoria di San Tommaso d’Aquino su Julian Huxley incarnata nella versione post-moderna dello “Spirito del Mondo a cavallo” di Hegel, che non si trova più a Jena come Napoleone Bonaparte quando fu visto dal filosofo tedesco ma prende le vie di Boca Chica, in Texas, per materializzarsi in Elon Musk? Stiamo pensando a un contesto in cui la realtà supera la fantascienza? Niente affatto, per Ranpo Fahrenheit: “Lunga vita alla fantascienza. La realtà resta realtà e la fantascienza è andata già oltre, da molto tempo”.

In un certo senso, per Ranpo, “ora c’è da aspettarsi che mosse come quella di Musk e l’avvento di Neuralink aprano a espandere ulteriormente le frontiere di entrambe. La realtà supererà la fantascienza se prenderà piede la psicostoriografia di cui parlava già Isaac Asimov. Se la tensione che ci muove è quella di immaginare il futuro per conoscere e controllarlo, è quella la frontiera verso cui chi immagina il futuro deve andare”.

La psicostoriografia, o psicostoria, della “Trilogia della Fondazione” di Asimov è una scienza immaginaria che unisce sociologia, neurologia, psicologia e storia per prevedere il comportamento degli esseri umani tramite il governo dei loro impulsi. Lo ripete Ranpo: “Quando avremo la psicostoriografia, avremo la scienza del comportamento umano ridotto ad equazioni matematiche, come diceva Asimov, supereremo ogni frontiera potremo dire che la realtà avrà superato la fantascienza. Ma tuttora la Trilogia della Fondazione, Star Trek e Star Wars rimangono i punti di riferimento. Noi accelerazionisti –  nota – partiamo dal presupposto che la fantascienza resta il mondo di riferimento. E ‘L’Impero colpisce ancora’, tutto sommato, lo rivendichiamo”.

“Il cuore è in nostro potere”

Nel frattempo, come difendersi dal fatto che qualcuno, magari Musk stesso, pensi di rendere concreto il primo scenario di controllo mentale? “Noi viviamo nel solito mondo”, ricorda Ranpo. “Da un lato c’è gente ricca, visionaria e fanatica che fa quello che vuole e dall’altro noi comuni mortali, che dobbiamo vivere quotidianamente la nostra battaglia per difendere gli spazi di libertà, espressione e inventiva” a noi concessi. “Partendo dalla difesa della creatività, che resta l’arma più forte”, aggiunge. Noi, “Neuralink o non Neuralink, dobbiamo nel quotidiano cercare un rapporto positivo e costruttivo con l’idea di ciò che va oltre la nostra percezione. Nel caso della mente, dell’anima e di ciò che va oltre noi, dell’assoluto”.

Anche nel mondo d’oggi, ci dice l’autore cyberpunk del collettivo “Il Blast”, “la lotta tra il bene e il male continua, e si combatte nei nostri cuori, ogni giorno. Mi conforta pensare che, perlomeno, Neuralink resta nel cervello. Mentre il cuore è in nostro potere”. E, per ora, non esistono chip capace di condizionarlo.