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La Francia vuole spingere l’energia nucleare in tutta Europa

La Francia vuole spingere l’energia nucleare in tutta Europa

Gli italiani si sono espressi al riguardo per ben due volte, in due referendum, nel 1987 e nel 2011. E lo hanno fatto chiaramente, con un sonoro “no” all’energia nucleare. Le cose però cambiano. Tradizionalmente le istanze ambientaliste hanno sempre rifiutato l’atomo ma un nuovo dibattito energetico lo vede come un alleato essenziale.

Il nuovo atomo verde

Molti i fattori in gioco: la maggiore sicurezza degli impianti, ma anche lo sfruttamento di elementi diversi dall’uranio, in grado di generare meno scorie. O, addirittura, il riciclaggio delle scorie stesse. Comunque sia, il quadro è piuttosto chiaro: al di là delle scorie, l’energia nucleare è considerata piuttosto pulita. Per questo il settore vuole strappare alla Commissione europea l’inserimento di questa energia tra quelle considerate “green”.

A spingere per questo cambiamento, soprattutto i governi dei paesi dove questo tipo di impianti sono presenti. Germania, ex blocco sovietico e, tra tutti, la Francia. Emmanuel Macron stesso ha firmato una discussa lettera con cui si chiede formalmente di associare al nucleare l’etichetta “do not harm”, associandola a eolico e solare, per esempio. Così facendo, gli investimenti sul nucleare sarebbero aiutati da grossi incentivi e tagli fiscali.

Gli interessi della Francia

Inevitabile che i grandi poteri europei dell’atomo inseguano questo traguardo. Anche perché, nel caso della Francia, arriverebbe giusto in tempo per i lavori legati al rinnovo dei reattori degli impianti d’oltralpe: un affare miliardario a cui farebbe bene uno sconto fiscale.

Dietro a tutti questi interessi, comunque, si muove una nuova visione ambientalista che vede il nucleare come il minor male possibile: una fonte d’energia affidabile, in grado di riscaldare nell’inverno e illuminare le nostre case, senza bruciare né carbone né gas. Quest’ultimo punto è forse cruciale: il gas, settore dominato dalla Russia di Putin, con cui l’Occidente si ritrova ai ferri corti dopo le nuove mosse dell’esercito russo in Ucraina. E se fosse la perfetta occasione per tagliare il cordone ombelicale energetico che lega tuttora Unione Europea e Russia?