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Design sostenibile: lampade dalle bucce d’arancia e portapenne dai fondi del caffè

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Dopo la moda e la bellezza che nascono dagli scarti alimentari, anche il design si fa sostenibile e sfrutta gli avanzi di frutta, verdura o altri materiali di riuso per trasformarli in oggetti cool, che fanno bene all’ambiente. Come la prima lampada al mondo interamente realizzata da bucce d’arancia, stampata in 3d e Made in Italy: è targata Krill Design, startup milanese che punta a sperimentare materiali alternativi.

“Diamo nuova vita alle risorse della natura come bucce, semi e gusci della frutta per creare prodotti di eco-design e promuovere un processo di economia circolare rispettoso dell’ambiente”, spiegano. Al centro della loro ricerca c’è Rekrill, innovativo biomateriale che è realizzato a partire dai sottoprodotti della filiera alimentare, recuperati grazie alla collaborazione con grandi aziende come Autogrill, Nestlè e San Pellegrino,  ed è poi lavorato grazie alle più innovative tecnologie di manifattura digitale stampa 3D.

Il design sostenibile che recupera le bucce d’arancia

In questo caso “Ohmie The Orange Lamp” è fatta di Rekrill Orange, materiale innovativo realizzato dall’unione di bucce d’arancia e una base biopolimerica derivata da amidi vegetali. La lampada non subisce alcun deterioramento dovuto all’usura o al tempo, anche se non deve essere lasciata in un ambiente particolarmente umido. Risulta però compostabile se viene frantumata e poi smaltita con i normali rifiuti organici. 

La startup Krill Design

Krill Design è stata fondata nel 2018 da Ivan Calimani insieme a Martina Lamperti e Yack di Maio. Il primo progetto “Light Up Waste”, in collaborazione con Enel, riutilizzava i vecchi contatori per realizzare l’icosaedro di Leonardo da Vinci, all’interno di un’evocativa mostra sulle nuove possibilità date dall’upcycling.

L’idea di riutilizzare le bucce d’arancia nasce invece durante il progetto progetto Sicily’s (R) evolution, che ha visto l’aiuto di Sanpellegrino e di altre due aziende: Fratelli Branca di Terme Vigliatore (Messina), uno dei produttori di arance più importanti della Sicilia, e Seletti, azienda fondata nel 1964 a Cicognara in provincia di Mantova, che sviluppa progetti di design. Quest’ultima, utilizzando i biopolimeri derivati dalle bucce d’arancia creati da Krill Design, ha creato un vassoio con forme, colori e texture tipichedi questo frutto. 

Design sostenibile con i fondi del caffè

Non solo. Krill Design ha anche trasformato i fondi di caffè, recuperandoli da bar e ristoranti milanesi, in un biomateriale con cui gli oggetti di design vengono realizzati, grazie alla tecnologia della stampa 3d. Così nascono lampade, portapenne e altri accessori da scrivania, vasi e organizer di vario tipo. Il progetto si chiama “Co.ffee Era: la sostenibilità a misura di quartiere” ed è realizzato in collaborazione con il Comune di Milano e Fabriq Quarto, incubatore di innovazione sociale. Il progetto ha vinto la seconda edizione del bando comunale “FabriQ quarto 2019– Innovazione di quartiere”. L’obiettivo?  Valorizzare tre quartieri di Milano – Bovisa, Dergano e Villapizzone – e proporre una soluzione locale alla problematica del riciclo di materiali organici.  

Non solo cibo: arredamento in pelle ricondizionata

Non solo industria alimentare. Si presenta proprio in questi giorni a Rho Fiera, in occasione di Linea Pelle, la più importante rassegna internazionale dedicata al settore della pelle, la conceria campana Be Green Tannery, che presenta la sua nuova linea di articoli realizzati solo ed esclusivamente attraverso l’upcycling di pelli ricondizionate, pensate per la moda come per l’arredamento e il settore automobilistico. L’azienda di Solofra, in provincia di Avellino, uno dei più importanti distretti conciari di pelli ovine e caprine in Italia, è stata fondata nel 2018 dai fratelli Felice e Annalisa De Piano: propone un’innovativa pelle ottenuta grazie a un processo metal free, capace di dare vita a un materiale durevole, performante e allo stesso tempo green in quanto l’assenza di metalli riduce significativamente l’impatto ambientale del ciclo produttivo.

Rispetto a una concia tradizionale e a parità di prodotto lavorato, l’innovativo processo messo a punto da Be Green Tannery permette di abbattere del 33% il tempo impiegato (da 36 a 24 ore) e l’energia consumata (360 kW contro i classici 540) e del 30% l’acqua utilizzata (7mila in contrapposizione ai 10mila normalmente utilizzati). Inoltre, in relazione al carico inquinante, le acque reflue dell’azienda di Solofra presentano il 90% in meno di cromo e altri metalli pesanti. A rendere ancora più sostenibile la produzione è l’utilizzo di energia ottenuta esclusivamente da fonti rinnovabili.

Perché le parole di Lev Tolstoj in ottica sostenibilità non perdono mai di rilevanza: “Una delle prime condizioni di felicità è che il legame tra l’uomo e la natura non si rompa”.