Home Future Cosa c’è di peggio che essere ghostati? Frequentare uno zombie…

Cosa c’è di peggio che essere ghostati? Frequentare uno zombie…

Cosa c’è di peggio che essere ghostati? Frequentare uno zombie…

C’è qualcosa di peggio che essere “ghostati” in una relazione? A quanto pare ora sì: è imbattersi in uno zombie. O almeno questo è quanto si dice ultimamente su TikTok.

Cerchiamo di capire di cosa si tratta. La massima autorità social in materia sembra essere la cantautrice statunitense Mariel Darling, che sta pubblicando diversi contenuti sul tema: “Girl, you’re being ghosted? I’m being zombied,”, ha spiegato ad una follower, introducendo il neologismo alle masse. Quale la differenza tra i due trend? Se il ghosting consiste nello scomparire improvvisamente e senza dare spiegazioni al proprio partner, “fare lo zombie” è sottilmente più sadico: “Lui torna dal regno dei morti dopo un paio di mesi per colpirti”, spiega Mariel. Un trend che sarebbe al momento tipicamente newyorchese. La città della mela sarebbe anzi una specie di “Apocalisse Zombie” in cui tutti i ragazzi escono e rientrano dai loro impegni sentimentali con allarmante disinvoltura.

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I commenti alla testimonianza di Mariel Darling: “Fa come Gesù, dopo tre giorni torna”

Molti hanno commentato la testimonianza di Mariel Darling portando le loro personali storie: “Il mio ragazzo ha il complesso di Gesù Cristo: ritorna ogni tre giorni”. Un’altra persona ha dato una verosimile spiegazione del fenomeno: “E’ perchè la ragazza che lui pensava fosse meglio di te ha realizzato quanto vale poco e lo ha ghostato”.

I due tipi di zombie (entrambi da evitare…)

Il sito News.com.au (portale australiano, la pandemia zombie si sta diffondendo ovunque rapidamente…) ha interpellato sul nuovo trend l’esperta di dating Samantha Jayne, che ha sottolineato come si tratti di un comportamento in fondo sempre esistito anche prima di smartphone e social. Ma ha anche aggiunto: “Può essere molto dannoso e creare confusione. Mina la fiducia in se stessi e lascia in uno stato d’ansia da abbandono. Poi quando la persona ricompare, può dare un senso di speranza e un doloroso ricordo dell’inaspettata fuga”.

Ci sono due tipi di zombie. I primi sono quelli che lo fanno per insicurezza personale, che prima ghostano perchè non sanno trovare le parole giuste per prendere le distanze ma poi pensano di aver commesso un errore e ritornano sui propri passi. E poi ci sono quelli che hanno una precisa strategia, ovvero stanno sondando anche altre opzioni. Ma restano con nulla in mano e fanno ritorno all’ovile. Aspettandosi pure un tappeto rosso. Pare evidente che nessuno dei due tipi ha lo standing del principe azzurro. Anche perchè, ammonisce l’esperta Jayne, “se l’hanno fatto una volta, potrebbero rifarlo…”