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Casa sostenibile con i mobili fatti di birra e vecchi abiti

mobili birra

L’economia circolare è ormai uno dei principi guida del design, che punta a riciclare il più possibile i materiali per creare oggetti, mobili e complementi d’arredo, a volte anche in modi impensabili. Per esempio, sfruttando gli scarti della produzione dei birrifici. L’idea arriva dalla Svizzera ed è stata presentata durante la Milano Design Week alla “House of Swizerland”, che ha trovato spazio nella Casa degli Artisti in zona Brera. Gli elementi d’arredo “fatti di birra” nascono dalla ricerca “Wastematter” dello Studio Niederhauser a Losanna.

Da scarti della birra a mobili di design

Con una combinazione con proteine organiche, il residuo di malto della birra si trasforma in un materiale simile al compensato, che può essere utilizzato per creare mobili e pannelli a parete. Noemi Niederhauser, fondatrice e direttrice di Wastematter, è affascinata dai materiali e dal loro infinito potenziale di trasformazione e si muove attraverso i confini sfocati tra arte, artigianato e design. “I vari materiali innovativi che sviluppiamo derivano da un’analisi approfondita dell’impatto sociale, economico ed ecologico che generano a lungo termine. Vogliamo rendere tangibile un’economia circolare locale, un circolo produttivo “chiuso”, reinventando il rapporto tra ciò che produciamo e consumiamo”, spiega sul suo sito.

Anche in Danimarca si sta sperimentando un materiale simile. L’azienda di interior design Mater ha sviluppato sedie realizzate con gli scarti del birrificio danese Carlsberg. Come lo sgabello Mask, risultato di una nuova tecnologia industriale per la lavorazione dei rifiuti, che consente di riutilizzare i cereali avanzati dalla produzione di birra insieme ad altri materiali di scarto, sempre a base di fibre, mescolando tutto con i rifiuti plastici post-industriali in un composto unico adatto allo stampaggio in pressa. 

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Tende da sole e capsule di caffè riciclate

Sempre durante la Milano Design è stata presentata anche “Recycled”, collezione di sedute interamente realizzate in Raytent Living, tessuto acrilico ricavato dal riciclo delle tende da sole, realizzato al 100% in Italia da filato certificato ReMade in Italy. Un progetto targato Telami, azienda italiana di arredo e accessori fatti a mano, in collaborazione con Giovanardi, azienda anche’essa italiana, leader del tessile tecnico.  

Alla MDW c’era anche la sedia ReChair, creata da Antonio Citterio per Kartell. Un prodotto green naturalmente: è realizzata con le capsule riciclate di caffè Iperespresso illy, nella variante nera, in particolare quelle che vengono scartate perché presentano un’errata foratura o un imballaggio non corretto.

Imballaggi e vecchi abiti

E ancora, il polipropilene proveniente dai rifiuti domestici riciclati, in particolare dagli imballaggi usati, è il materiale alla base di Juli Re-Plastic la seduta 100% ecosostenibile prodotta da Cappellini, mentre al Brera District (da AMY-D in Via Lovanio 6) l’azienda giapponese WORKSTUDIO Corporation ha dato vita a un’installazione interamente realizzata impiegando PANECO®: un pannello di fibre ricavato da abiti riciclati, contraddistinto da un ‘effetto pietra’ che ricorda il granito. Un modo per dimostrare che frantumando e macinando i capi tessili, privati di tutte le componenti superflue (zip, bottoni, elementi decorativi), si può dare vita a pouf, sistemi di scaffalature, divisori, tavoli, sedute e armadi. 

Foto in alto: Pexels