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Torino, centinaia in manifestazione contro il deposito di scorie nucleari

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Centinaia di cittadini hanno marciato ieri a Mazzé, in una manifestazione contro l’ipotesi di installazione in zona del deposito nazionale di scorie nucleari.

Manifestazione a Mazzé, no al deposito nazionale di scorie nucleari

Un corteo di centinaia di persone ha marciato ieri a Mazzé, in provincia di Torino, in una manifestazione di protesta contro l’installazione del deposito nazionale di scorie nucleari. È successo nel pomeriggio di ieri, sabato 6 Novembre. La zona di Mazzé, Caluso, Carmagnola e Rondissone è stata infatti inserita da Sogin, società statale addetta allo smantellamento nucleare, nell’elenco di siti candidati ad ospitare gli impianti di stoccaggio. I primi cittadini dei comuni interessati si erano già incontrati d’urgenza con Marco Marrocco, Vice Sindaco della Città Metropolitana di Torino, esprimendo la loro preoccupazione per gli effetti di questa decisione sul territorio e sulla popolazione.

Ben quaranta sindaci hanno poi partecipato ai cortei, guidati da Marco Formia, sindaco di Mazzé. Insieme a loro famiglie, bambini, sindacati e agricoltori. Il corteo è partito dagli impianti sportivi di Tonengo, marciando pacificamente fino al centro del paese e ripetendo lo slogan: “Noi le scorte non le vogliamo”.

La deputata Jessica Costanzo: “No al Deposito Unico Nazionale, lo stato sostenga i piccoli comuni”

La deputata del Movimento 5 Stelle Jessica Costanzo ha partecipato alla manifestazione: “Ho partecipato in primis come cittadina poi come rappresentante del territorio a fianco delle istituzioni locali e delle migliaia di persone alla manifestazione di Mazzè per dire NO al deposito unico nazionale, in vista del seminario che dovrà svolgersi dal 15 al 17 novembre per il Piemonte”.

In una nota, la politica torinese ha continuato: “Durante le analisi compiute da tecnici e professionisti del Politecnico e dell’università di Torino sono emerse grandi criticità sul territorio del chivassese, basso canavese e carmagnolese che allertano ancora di più sui metodi di individuazione da parte di Sogin, l’ente preposto.

“Seguo da tempo la vicenda in Parlamento.” – prosegue la nota- “Ho predisposto un emendamento da depositare in legge di bilancio al Senato. L’emendamento prevede dei ristori pari alla quota che ogni comune interessato dalla Cnapi ha dovuto sostenere dalla desecretazione delle carte a gennaio fino a dicembre”.

La deputata Costanzo ha voluto enfatizzare l’impatto economico sui piccoli comuni dell’inserimento nel CNAPI, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico: “Si tratta di spese aggiuntive che sono piovute improvvisamente addosso alle amministrazioni e che impattano parecchio sul bilancio di piccoli comuni. Mi sembrava corretto prevedere una norma che agisse a livello nazionale, dal momento che gli enti locali interessati sono dislocati su diverse regioni. Questo emendamento voglio che diventi trasversale e lo cederò volentieri alla maggioranza, l’obiettivo è che venga recepito, essendo una proposta necessaria e di buon senso“.