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Sanremo 2023, Benigni quanto ha guadagnato per il monologo sulla Costituzione

Sanremo 2023, Benigni

Sanremo 2023, Benigni è stato il super ospite della prima serata della 73esima edizione. Prima e dopo si discute soprattutto del guadagno per la sua presenza sul palco dell’Ariston. Tante sono state le polemiche dopo la sua ultima presenza al Festival.

Sanremo 2023, Benigni quanto ha guadagnato

Roberto Benigni è stato ospite della prima serata del Festival di Sanremo 2023. L’attore e il comico è intervenuto all’inizio della serata con un monologo sulla Costituzione. Anche se a far discutere non sono state tanto le sue parole ma il suo cachet. “La Rai deve rendere pubblico quanto percepirà Roberto Benigni per il suo intervento al Festival di Sanremo, e in tal senso siamo pronti a presentare una formale istanza d’accesso all’azienda e un esposto alla Corte dei Conti per conoscere i dettagli sul contratto tra la rete e il comico toscano” ha dichiarato l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi.

“Già in passato i maxi-compensi riconosciuti dalla Rai a Benigni sono finiti al centro di uno scandalo. In occasione della partecipazione di Benigni al Festival del 2020 si parlò di un cachet, mai confermato, da 300mila euro”. “Crediamo sia giusto in questo momento di grande difficoltà economica per il paese garantire massima trasparenza ai cittadini che finanziano la Rai attraverso il canone, e rendere pubblici i compensi che la Rai riconosce ad ospiti di eccezione come Roberto Benigni, e se non otterremo risposta siamo pronti a presentare una formale istanza d’accesso alla Rai e una segnalazione alla Corte dei Conti” ha affermato ancora l’Associazione.

Tuttavia, anche se non sono state dichiarate ufficialmente le cifre, il direttore di Rai 1 Stefano Coletta nel corso della conferenza stampa ha sottolineato che lo stipendio del comico è stato “di gran lunga inferiore ai 300mila euro della passata partecipazione come ospite”.

Il monologo sulla Costituzione

A parte le polemiche per il cachet, le parole di Benigni sono state profonde come sempre sulla Costituzione. “Quest’edizione è particolare perché cade nel 75° anniversario della Costituzione, e la Costituzione è legatissima con l’arte, la Costituzione è un’opera d’arte e ogni parola sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria, perché butta all’aria l’oppressione e la violenza che c’era prima, ci fa sentire che viviamo in un Paese che può essere giusto e bello, che si può vivere in un mondo migliore. È un sogno fabbricato da uomini svegli, ed è una cosa che può accadere una volta nella storia di un popolo. ‘Penso che un sogno così non ritorni mai più’ si addice alla nostra Costituzione. L’hanno fatta in pochissimo tempo, sono stati dei visionari, ed è stato un miracolo perché erano 556 di tanti partiti, divisi su tutto tranne su una cosa: essere uniti per scrivere la Costituzione più bella. E non si rivolge alla società presente ma guarda al futuro. La Costituzione non si scorda di nessuno. Hanno fatto la Costituzione più bella che si possa immaginare. Pensate all’articolo 11 ‘L’Italia ripudia la guerra’. Se lo avessero adottato tutti i Paesi non esisterebbe più la guerra sulla Terra”.