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Pil Italia, -0.3% nel secondo trimestre: in calo la domanda interna

Pil Italia

Il Pil dell’Italia nel secondo trimestre del 2023 cala. In particolare, a mostrare un crollo è la domanda interna.

Pil Italia -0.3% nel secondo trimestre

Nel secondo trimestre del 2023 si stima che il prodotto interno lordo (Pil) sia diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,6% in termini tendenziali. È quanto emerge dai dati Istat sulla stima preliminare del Pil per il secondo trimestre del 2023.

La variazione congiunturale, precisa l’Istituto di statistica, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto  dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sia in quello dell’industria,  mentre il valore aggiunto dei servizi ha registrato un lieve aumento. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto nullo della componente estera netta.

L’andamento dell’Eurozona

Per quanto invece riguarda l’Eurozona, nel secondo trimestre del 2023 il Pil nell’Eurozona è aumentato invece dello 0,3%, lo rileva Eurostat. Nel primo trimestre del 2023 l’Eurozona aveva fatto registrare una crescita zero, mentre il Pil era aumentato dello 0,2% nell’Ue. Su base annua, rispetto al secondo trimestre del2022, il Pil fa registrare un aumento rispettivamente dello 0,6 e dello 0,5% nelle due aree, restando in territorio positivo dopo il +1,1% registrato nel primo trimestre.

Pil Italia, per Coldiretti pesa “il caro benzina e verdura”

Secondo Coldiretti, il sistema agroalimentare subisce le conseguenze dei rincari di benzina e gasolio tanto è vero che “i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei prezzi al consumo per frutta e verdura che fanno registrare rispettivamente un aumento del 13,9% e del 20%“. “In un Paese come l’Italia dove – sottolinea la Coldiretti – l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento della benzina ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori. Uno scenario preoccupante che alimenta l’inflazione e pesa sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 4 miliardi in più per mangiare di meno“.