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Ottavia Piana, chi è la speleologa intrappolata a 150 metri di profondità

Chi è Ottavia Piana

Chi è Ottavia Piana, speleologa intrappolata in fondo ad una grotta a 150 metri di profondità. La 30enne bresciana è bloccata nelle caverne da due giorni con una gamba rotta. Ecco gli ultimi aggiornamenti sui soccorsi.

Chi è Ottavia Piana, speleologa intrappolata a 150 metri di profondità

Continuano le operazioni di soccorso per Ottavia Piana, speleologa 30enne originaria di Adro, in provincia di Brescia, bloccata con una gamba rotta nelle grotte dell’Abisso Bueno Fonteno. La studiosa si è infortunata durante la sua ultima esplorazione ed ora è intrappolata a 150 metri di profondità. Segretaria dell’azienda di famiglia, Ottavia porta avanti la sua passione per la speleologia lavorando come istruttrice di esplorazioni sotterranee in grotta con il gruppo Speleo CAI di Lovere. Ha esplorato spesso le caverne dell’Abisso Bueno Fonteno: i suoi reportage sono disponibili sul sito ufficiale del Progetto Sebino.

Ottavia Piana è partita per la sua ultima spedizione la scorsa domenica mattina. Avrebbe dovuto esplorare le grotte con altri suoi quattro colleghi, con i quali si era data appuntamento nell’Abisso. Durante un’arrampicata, tuttavia, la roccia a cui aveva fissato un appiglio è crollata di colpo, facendola cadere per un metro e mezzo. Nella caduta Ottavia ha sbattuto la gamba contro la parete, causandole un ematoma al ginocchio. Due dei suoi compagni di viaggio sono subito saliti in superficie in cerca di soccorsi, mentre gli altri due sono rimasti con lei nelle grotte.

Come sta ora, l’ottimismo dei medici: “Non è in pericolo di vita”

Al momento le squadre del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico Lombardia si stanno dando il cambio per trasportare Ottavia in salvo fuori dalle caverne. Secondo i medici per il momento non c’è da preoccuparsi delle sue condizioni di salute, nonostante abbia già passato due notti nelle grotte. Il Presidente del Progetto Sebino, Claudio Forcella, ha rassicurato il pubblico: “Non è in pericolo di vita, assolutamente. Ma le operazioni di recupero sono molto lunghe e difficoltose. L’ambiente di per sé è ostile, ci si muove spesso in cunicoli larghi meno di mezzo metro. Stavolta bisogna anche far passare una barella con sopra una persona”.