Home Facts Infermieri ma non solo: cresce la richiesta di operatori socio-sanitari e ausiliari socio-assistenziali

Infermieri ma non solo: cresce la richiesta di operatori socio-sanitari e ausiliari socio-assistenziali

Infermieri ma non solo: cresce la richiesta di operatori socio-sanitari e ausiliari socio-assistenziali

Infermieri, ma non solo: cresce la richiesta di Operatori Socio-Sanitari (OSS) e di Ausiliari Socio-Assistenziali (ASA), tanto che la richiesta da parte di Openjobmetis, la prima e unica Agenzia per il Lavoro quotata in Borsa italiana, è di almeno 100 risorse entro la fine del 2023, con particolare attenzione al periodo estivo, visto che almeno la metà andranno selezionati entro il mese di settembre.

La cronica mancanza di infermieri

Mentre è orma nota la mancanza di infermieri nelle strutture sanitarie italiane, c’è un’altra, meno nota ma ugualmente impattante mancanza di professionisti negli ambiti della cura, quella degli OSS (Operatori Socio Sanitari) e degli ASA (Ausiliari Socio Assistenziali). Si tratta di figure di fondamentale importanza nell’organizzazione ospedaliera, persone alle quali vengono affidati compiti di responsabilità, quali, per esempio, la rilevazione e il monitoraggio dei parametri vitali o il trasporto di campioni per gli esami diagnostici.

L’OSS svolge delicate attività di assistenza alle persone fragili o non autosufficienti, sia sul piano fisico che su quello psichico. L’OSS è stato istituito come figura professionale nel 2001 e nel 2010 sono state riconosciute dal Ministero della Sanità le sue specifiche competenze sanitarie. L’OSS può anche organizzare e gestire attività di tipo ricreativo e relazionale per integrare le persone in società e aiutarle a sviluppare una propria autonomia nelle situazioni sociali. Questa figura non è da considerarsi pertanto un infermiere di secondaria importanza, ma un operatore qualificato che si occupa di aspetti importanti della vita di una persona che necessita di assistenza. Per diventare OSS è necessario frequentare un corso di 1.000 ore della durata di 1 anno, formazione alla quale deve seguire una fase di tirocinio.

Per diventare Asa occorre invece accedere a un percorso di circa 600 ore, della durata di 5 mesi

L’ASA affianca diversi operatori professionali, sia in ambito sociale che sanitario, in servizi di tipo socio-assistenziale e socio-sanitario a ciclo diurno, residenziale o domiciliare. I corsi da frequentare sono più brevi rispetto a quella dell’OSS. Sono figure che si occupano della cura e dell’igiene degli assistiti e del loro ambiente, per esempio nella preparazione dei pasti e prestazioni igienico-sanitarie non specialistiche. Si tratta di un supporto prezioso nella vita relazionale dell’assistito per favorirne l’autonomia e l’integrazione sociale.

Openjobmetis, da inizio 2023, ha avviato ben 14 corsi gratuiti ASA per un totale di 150 corsisti. La quasi totalità dei diplomati trova occupazione nel giro di pochissimo tempo: la percentuale di placement degli ASA è infatti del 95%.

La Divisione Sanità di Openjobmetis

La Divisione Sanità di Openjobmetis ha alle spalle ben 20 anni di esperienza, grazie ai quali è in grado di rispondere alle necessità delle strutture sanitarie di trovare infermieri, OSS e ASA, ma anche fisioterapisti, soccorritori e operatori in area psico-socio-educativa. “Il team di questa Divisione ha come interloacutori ospedali, cliniche, strutture sanitarie pubbliche e private, case di cura, case di riposo, centri di riabilitazione – spiega Danilo Arcaini, Responsabile della Divisione Sanità di Openjobmetis – ed è formato da personale dedicato alla ricerca e selezione di personale anche attraverso il supporto delle 150 filiali Openjobmetis attive territorialmente”.

Per quanto riguarda, invece, le figure degli infermieri, Openjobmetis ha avviato nell’autunno del 2022 il progetto Nurses – International Recruitment, grazie al quale sono ormai quasi 200 i professionisti che, provenendo dai più vari Paesi extra UE (Tunisia, ma anche Brasile, Perù ed Est Europa), sono oggi operativi in moltissime strutture sanitarie italiane accreditate, tra cui cliniche e case di riposo. Secondo la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi) oggi, in Italia, mancano infatti qualcosa come 63mila infermieri.

Tutto il supporto agli infermieri

“Fra il 2004 e il 2010 abbiamo fatto arrivare in Italia circa 2.000 infermieri, soprattutto dall’Europa – ha affermato Daniela PomarolliHead of International Recruitment di Openjobmetis. Forti di questa esperienza, dall’autunno del 2022, abbiamo strutturato il Progetto speciale Nurses – International Recruitment con l’obiettivo di far arrivare in Italia infermieri dall’estero. Li seguiamo in tutte le pratiche per ottenere il permesso di soggiorno, li affianchiamo per l’inserimento all’interno delle strutture, e una volta arrivati in Italia, offriamo l’opportunità di seguire un corso di formazione di circa un mese per affinare la lingua italiana negli ambiti tecnico-specialistici. Infine, li supportiamo anche nella parte logistico-abitativa. Obiettivo di questo progetto è quello di colmare un gap molto critico”.