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Furbetti del reddito di cittadinanza: 8mila euro a un mafioso

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Reddito di Cittadinanza, denunciati a Monza altri 65 “furbetti”, molti con trascorsi da delinquenti, tra di loro anche un mafioso. Dall’indagine svolta dalla Guardia di Finanza di Monza, oltre un terzo dei denunciati risulta avere trascorsi giudiziari di vario tipo. Oltre 8mila euro sono finiti in mano a un uomo condannato per associazione mafiosa.

Reddito di Cittadinanza, 65 furbetti denunciati a Monza, 8mila euro a un mafioso

Monza, la Guardia di Finanza ha scovato 65 furbetti del Reddito di Cittadinanza, che percepivano indebitamente il sussidio, per un totale che supera i 350mila euro. Un terzo dei denunciati ha trascorsi giudiziari, uno di loro è un condannato per mafia che ha percepito oltre 8mila euro. L’uomo era stato condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso nel 2006, nell’ambito dell’Operazione Oversize. L’inchiesta, condotta dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza di Lecco, fu fondamentale per smantellare la cosca mafiosa Coco-Trovato, infiltrazione della ‘Ndrangheta calabrese che infestava Lecco e le città limitrofe sin dagli anni ’80.

Le indagini della Guardia di Finanza: i “furbetti” delinquenti

In dieci tra i condannati che percepivano il Reddito erano agli arresti domiciliari o in carcere per reati di varia natura. Tra questi si segnalano condannati per riciclaggioassociazione a delinquereporto abusivo d’armi, violenza privata, truffa, revenge porn e violenza di genere. Otto dei “furbetti” erano avevano richiesto il sussidio pur essendo interdetti dai pubblici uffici. Un uomo, residente a Concorrezzo in provincia di Monza, era condannato per sfruttamento della prostituzione e detenzione di stupefacenti. Un altro ancora, residente a Mezzago, in zona Vimercate, godeva del Reddito di Cittadinanza pur essendo condannato per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Inclusi nell’infamante elenco anche due cittadini di Biassono, condannati per falso e bancarotta fraudolenta. Dalle indagini della Guardia di Finanza, tre dei brianzoli denunciati erano giocatori d’azzardo, detentori di vincite non dichiarate per 76mila euro. I giocatori risultavano aver perso, complessivamente, oltre 300mila euro.

La Guardia di Finanza ha inviato i risultati dell’inchiesta agli uffici dell’INPS. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale emanerà i provvedimenti per la decadenza, la revoca, la sospensione o la riduzione di benefici illecitamente erogati, nonché per avviare le operazioni di recupero.