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Cinema in crisi nel 2022: più del 60% degli italiani non è stato in sala. La colpa è dello streaming?

Cinema in crisi

Cinema in crisi nelle 2022: il rapporto del Ministero della Cultura ha fatto emergere la crisi delle sale cinematografiche con molti italiani che ormai preferiscono vedere il film comodamente a casa loro. Diversi sono i motivi di questa crisi.

Cinema in crisi nel 2022: più del 60% degli italiani non è stato in sala

C’erano una volta i sogni del Cinema e della sala. Il Report Swg del Ministero della Cultura‘ ‘Gli italiani e il cinema”, presentato  al Festival di Venezia, ha mostrato un dato tragico delle presenze nelle sale cinematografiche italiane. Secondo il Report,  oltre il 60% della popolazione non è andata al Cinema nel 2022.

Secondo il rapporto i motivi che hanno allontanato il pubblico dalle sale nel 2022 risultano ancora legati su ogni cosa alla pandemia: con prevalenza tra i più anziani e nelle grandi città, una vasta parte di pubblico ha deciso di non andare nelle sale per timore di contrarre il virus (47%), o in misura minore (20%), perché viceversa infastidito dalle norme di sicurezza sanitaria (mascherine, Greenpass ).”Ciò lascia presagire che una quota rilevante possa rientrare in sala con il ritorno alla ‘normalità’– si legge – ma va tenuto conto anche del tempo che passa (un 20% afferma di non essersi recato in sala per aver perso l’abitudine, di non pensarci più, un 15% di essersi impigrito, di uscire meno) e del quadro economico delle famiglie (per il 40% dei ceti fragili si tratta di un passatempo ormai proibitivo), oltre a una insoddisfazione di una parte dei cinefili verso la qualità dell’odierna offerta di film  (15%)”. 

La colpa è dello streaming?

Allora di chi è la colpa dei sogni (quasi) svaniti. Nel 2022, gli italiani preferiscono la tv in chiaro, con un 56% di fruitori regolari o intensivi. Al secondo posto le piattaforme OTT (come Netflix, Prime, Disney) con il 40%, seguite a distanza da Youtube (22%). C’è da evidenziare un altro dato: molti non usano lo streaming e non vanno neppure al cinema.

Tra questi dati, si inseriscono le famose “finestre” temporali tra l’uscita dello stesso film al Cinema e sulle piattaforme di streaming. Il 47% degli spettatori sarebbe comunque disposto ad attendere per vedere a casa il film, mentre il 32% andrebbe subito in sala (soprattutto gli under 40). Va però considerato, spiega il Rapporto, che la maggioranza di coloro che andrebbero a vedere il film subito in sala, lo farebbe anche se il prodotto uscisse in contemporanea in sala e in streaming (il 58%). Così, una finestra esclusiva per le sale di 3-4 mesi risulterebbe di fatto efficace su circa il 13% dei fruitori di film. Un intervento normativo più rigido sulle finestre temporali potrebbe essere una possibilità incentivando e spingendo su campagna promozionali in aiuto delle sale cinematografiche.

 

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