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App per salvarsi dal caporalato: arriva “Laborat” in 5 lingue per i braccianti

App caporalato

App e caporalato: arriva “Laborat” peri braccianti agricoli che in questo modo possono denunciare e lanciare un messaggio di aiuto. L’applicazione è stata sviluppata dalla Mirus srl  ed è disponibile in 5 lingue: italiano, inglese, francese, punjabi e arabo.

App per salvarsi dal caporalato

Il digital può essere davvero una salvezza in alcuni casi. Per salvarsi dalla terribile piaga del caporalato, diffuso soprattutto nel centro-sud Italia, arriva un applicazione, disponibile sia per i sistemi Ios che Android sarà possibile lanciare un messaggio d’aiuto. 

L’App, Laborat, è stata presentata dal presidente di Fislas Latina, ente bilaterale per l’agricoltura pontina, costituito in virtù di un accordo sindacale tra le organizzazioni datoriali e dei lavoratori del settore agricolo, capofila del progetto, Mauro D’arcangeli.

Il progetto “Latina: Agricoltura, Buona Occupazione e Rete Agricola Territoriale” è rivolto ai cittadini di paesi terzi e in particolare alle potenziali vittime di caporalato e alle imprese del settore.

L’App, sviluppata dalla Mirus srl, è disponibile in cinque lingue – italiano, inglese, francese, punjabi e arabo – offre notizie relative al progetto e, attraverso un percorso estremamente intuitivo, aiuta i fruitori a prendere contatto in maniera diretta con i partner di Laborat. L’applicazione è inoltre rivolta anche alle imprese del settore, che possono scaricarla per restare informati sulle iniziative di Laborat, tra cui workshop territoriali e notizie relative al marchio “caporalato free”.

L’applicazione “Laborat” per i braccianti

“Laborat” è uno strumento in più per i braccianti agricoli dell’agro pontino, partendo dalle migliaia di sikh che si rompono la schiena nelle campagne della provincia di Latina e troppo spesso costretti a sottostare a forme di sostanziale schiavismo. Una lotta allo stesso tempo anche alla criminalità organizzata e a chiunque trae beneficio dallo sfruttamento dei braccianti.

“Sarà un sostegno tecnologico nella nostra sfida all’inclusione sociale e nella lotta al caporalato che stiamo portando avanti insieme a tutti i partner di Laborat”, ha dichiarato D’Arcangeli, ricordando che Laborat ha già coinvolto oltre 565 cittadini dei Paesi terzi, attraverso 58 punti di accesso in tutta la provincia, e a oltre 68 imprese agricole.