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Il triangolo di Musk tra Cina, Germania e Ucraina

Elon Musk

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Elon Musk è al centro di un triangolo geopolitico globale. L’imprenditore sta effettuando un viaggio in Cina dove potrebbe chiudere nuovi accordi per rafforzare la posizione di Tesla. Nel frattempo, in Germania è scoppiato uno scandalo che ha coinvolto le automobili della società. Mentre in Ucraina SpaceX, altra azienda di Musk, ha contribuito ad aiutare Kiev contro Mosca.

C’è chi lo ha definito “un pioniere” e chi lo vorrebbe presidente degli Stati Uniti. Non poteva esserci accoglienza migliore per Elon Musk, in Cina, dove i netizens locali hanno salutato con entusiasmo la visita oltre la Muraglia dell’imprenditore americano.

Il miliardario si trova a Pechino in un periodo storico tesissimo, con i rapporti diplomatici sino-americani ridotti ai minimi termini. Anche se Musk vorrebbe separare le questioni geopolitiche dagli affari, i suoi business sono talmente strategici da intrecciarsi a doppia mandata con i più caldi dossier geopolitici.

Per rendersene conto, basta dare un’occhiata al portafogli di Musk. Tesla produce infatti auto elettriche, e veicoli del genere sono alla base delle politiche green dei grandi rivali Usa e Cina. SpaceX è un’azienda aerospaziale che, attraverso la costellazione di satelliti Starlink, intende fornire l’accesso e internet satellitare globale in banda larga. E, per la cronaca, è grazie all’utilizzo di alcuni di questi satelliti donati a Kiev che l’esercito ucraino è riuscito a tener testa all’offensiva russa nei primi mesi di guerra. Infine Twitter, altro jolly controllato da Musk, finito al centro delle polemiche per strani casi di censura.

Musk in Cina

In Cina, Musk ha incontrato tre ministri del governo di Xi Jinping. L’ad di Tesla ha stretto la mano ai ministri cinesi degli Esteri, del Commercio e dell’Industria. Ha poi cenato con Zeng Yuqun, presidente del principale fornitore di batterie CATL. Non conosciamo, nel dettaglio, il contenuto delle varie discussioni. Da quel poco che è filtrato, sappiamo che l’ospite americano avrebbe scambiato opinioni sullo sviluppo dei veicoli elettrici e auto connesse.

Per Musk si è trattata di una visita non annunciata, la prima oltre la Muraglia da tre anni a questa parte. In un lasso di tempo, tra l’altro, durante il quale Tesla ha dovuto affrontare l’intensificazione della concorrenza dei veicoli elettrici di fabbricazione cinese e alcune incertezze sui piani di espansione per lo stabilimento di Shanghai.

Ricordiamo che nel gennaio 2019, Tesla ha iniziato a costruire una gigafactory nella megalopoli cinese, il primo impianto di produzione dell’azienda al di fuori degli Stati Uniti. Nello stesso anno, ha consegnato le sue prime auto di fabbricazione cinese, segnando un’importante pietra miliare per l’azienda americana. L’anno scorso la fabbrica di Shanghai ha prodotto oltre 700.000 veicoli Model Y e Model 3, più della metà della produzione globale dell’azienda.

Musk potrebbe espandere l’attività della casa automobilistica in Cina – il più grande mercato di Tesla dopo quello Usa – magari giocando di sponda con player locali. Il mese scorso, la società aveva dichiarato di voler costruire una nuova fabbrica nella Repubblica Popolare Cinese per produrre le sue batterie “Megapack” su larga scala.

Il leak tedesco e il gioco ucraino

In Europa, Musk deve fare i conti con un leak gigantesco. Il quotidiano tedesco Handelsblatt ha scritto un lungo articolo intitolato “Il mio autopilota mi ha quasi ucciso”. Il tema dell’inchiesta: una valanga di presunte lamentele dei clienti Tesla riguardo delicatissimi problemi tecnici accusati dalle vetture da loro acquistate. Tra questi troviamo falsi avvisi e frenate fantasma, ma anche malfunzionamenti dell’Autopilot e altri guai.

Più a oriente, in Ucraina, Kiev non può che spendere parole al miele per Musk. Almeno per quanto concerne la prima parte del conflitto. Quando cioè alcuni satelliti Starlink donati alle forze ucraine hanno consentito agli uomini di Volodymyr Zelensky di poter comunicare e reagire contro l’offensiva russa. In seguito, lo scorso febbraio, SpaceX ha annunciato che avrebbe limitato l’uso della sua rete internet satellitare perché Starlink “non è stata creata per essere utilizzata come un’arma”. Intanto l’azienda aerospaziale SpaceX continua a sognare in grande, mettendo in imbarazzo persino la Nasa.

Musk sembra essere impermeabile al nodo ucraino, al “Leak Tesl”a e persino al braccio di ferro in corso tra Usa e Cina. Lui, un twittatore incallito, in questi giorni non ha inviato un solo cinguettio. Da quando è arrivato in Cina, dove il social è vietato, il suo profilo è congelato. Business is business.