Home Politics In Italia fare sesso protetto costa tanto. E a pagare sono le donne

In Italia fare sesso protetto costa tanto. E a pagare sono le donne

Contraccezione

Perché potrebbe interessarti? L’acquisto di preservativi e di altri metodi contraccettivi è importante, non solo per evitare gravidanze indesiderate, ma anche per la salute dei partner. In Italia, però, la spesa per un “sesso protetto” è alta rispetto agli altri paesi europei.

In Irlanda la contraccezione diventa più accessibile per le donne tra i 17 e i 25 anni. Da mercoledì 14 settembre, infatti, la pillola e i contraccettivi a lungo termine (come quello sottocutaneo o la spirale) saranno disponibili gratuitamente. Lo stesso avviene in Francia dall’inizio del 2022. Qual è la situazione italiana? Quanto si spende per la contraccezione?

L’Italia 26esima in Europa

Stando al report Atlas italiano sull’accesso alla contraccezione, pubblicato nel 2020 (il più recente) e realizzato da AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo), “sui 45 Paesi dell’Europa geografica presi in esame dallo studio, l’Italia occupa il 26° posto nella classifica”.

Nonostante infatti la diffusione di una gamma sempre più variegata di contraccettivi, a mancare è il libero accesso al loro utilizzo causato da ragioni economiche e culturali. Il costo per una sessualità sicura e priva di gravidanze non incide lievemente sul budget personale. Inoltre la mancanza di un’educazione sessuale strutturata e obbligatoria nei percorsi di istruzione non facilita l’uso di contraccettivi.

I metodi più usati

L’Istat nel report La salute riproduttiva della donna, aggiornato l’ultima volta nel 2017, sottolinea che “un aspetto rilevante della salute riproduttiva è dato dall’opportunità di poter regolare la propria fecondità, anche attraverso l’uso di contraccezione”. In aggiunta va considerata l’importanza che alcuni contraccettivi – come il preservativo – hanno per la prevenzione e la tutela dalle infezioni sessualmente trasmissibili.

Dai dati di AIDOS emerge che il 77% delle ragazze e dei ragazzi usa il preservativo, il 26% il coito interrotto, l’11% il calcolo dei giorni fertili e il 10% non usa alcun metodo. La spiegazione di queste percentuali è anche economica.

Quanto costa la contraccezione?

“Una confezione di preservativi può costare sino a 15 euro, mentre il diaframma costa circa 40 euro, ma è ormai difficile da acquistare, come è difficile trovare chi possa spiegarne l’inserimento e il corretto utilizzo. Nel settore privato i costi di una spirale possono arrivare persino a 400 euro; esistono delle strutture che la inseriscono gratuitamente, ma la maggior parte dei consultori non offre questo servizio. Anche la contraccezione ormonale ha un costo elevato e dal 2016 non è più rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale; l’AIFA ha riclassificato la pillola ormonale in fascia C, quindi completamente a carico delle donne, anche nei casi in cui la si necessiti per terapie mediche”.

Nei consultori, inoltre, l’attività più svolta è la prescrizione dei contraccettivi ormonali, seguita dalla spiegazione dei metodi meccanici e naturali. Solo in quarta posizione troviamo l’inserimento del contraccettivo intrauterino IUD, la cosiddetta spirale. I consultori che riescono a fornire i contraccettivi gratuitamente sono pochi: il 26% nel Centro Italia, il 9,6% al Sud e l’11,2% al Nord. Sono solo tre le regioni italiane a mettere a disposizione questo servizio, che utilizza come criteri soprattutto l’età e il reddito: Puglia, Emilia Romagna e Toscana.

A pagare i preservativi sono le donne

Va considerato infine che i costi legati alla prevenzione delle gravidanze indesiderate ricadono quasi sempre sulle donne. Secondo i dati Istat i soggetti femminili che non utilizzano metodi contraccettivi pur essendo sessualmente attivi sono il 22,9% del totale. La maggioranza è costituita da donne in coppia.

Questo significa che i metodi contraccettivi sono utilizzati in misura più ampia dalle donne che non hanno una relazione duratura e che, di conseguenza, coprono in autonomia tali spese.