Home Economy Ecco l’uomo che dalla Nigeria ci può dare il gas al posto di Putin

Ecco l’uomo che dalla Nigeria ci può dare il gas al posto di Putin

Ecco l’uomo che dalla Nigeria ci può dare il gas al posto di Putin

Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? Il ministro nigeriano del Petrolio, Timpre Sylva, è stato in Italia per partecipare a Gastech 2022. La guerra in Ucraina ha sconvolto la rete dell’approvvigionamento, per cui l’Italia potrebbe trovare una grande occasione nello sviluppo del settore energetico in Nigeria. Permangono però dei dubbi sulla stabilità del paese e sull’uomo nel ministero chiave. 

“La più grande opportunità per la Nigeria è consegnare il gas direttamente all’Europa”. Parola di Timpre Sylva, ministro nigeriano del Petrolio che era alla Fiera di Milano per Gastech 2022. La guerra in Ucraina, che in questi giorni sembra conoscere la fase più difficile per la Russia, ha sconvolto il mercato globale degli approvvigionamenti energetici. Per il principale fornitore che chiude i rubinetti, si affacciano tanti potenziali paesi pronti a sostituirlo. Ecco chi è l’uomo che dalla Nigeria può darci il gas al posto di Putin.

Le riserve della Nigeria

Il gigante africano è un potenziale colosso energetico. Le riserve della Nigeria sono stimate in oltre 200 mila miliardi di piedi cubi di gas. Risorse pronte ad arrivare in Europa con il nuovo metanodotto che passa attraverso l’Algeria. Non c’è ancora una data precisa di realizzazione del gasdotto Akk; ma il ministro della Nigeria ritiene che possa essere fatto a breve. “L’Algeria ha completato la propria rete, noi la nostra per 614 Km, ora dobbiamo collegarle”.

Proprio in Algeria si è mossa Eni. L’azienda italiana ha rilevato le attività di Bp nel paese, dove opererà due nuovi importanti giacimenti a gas; per un valore di 11 miliardi m3 di gas e 12 milioni di barili di condensati e GPL. Nella strategia del cane a 6 zampe, dopo l’Algeria, c’è la Nigeria? Probabilmente sì, come dimostra il ministro nigeriano direttamente coinvolto al Gastech. Intervistato da Repubblica ha parlato dei suoi rapporti con Eni. “Eni è un partner di lungo termine della Nigeria, Milano è casa loro e sono venuto a dire ciao, la sorpresa sarebbe stata non passare a salutarli”. Ha detto Sylva, che ha ipotizzato che l’azienda italiana potrebbe essere coinvolta nel progetto di costruzione di un gasdotto Trans-Sagara per il trasporto di gas nigeriano verso l’Europa attraverso l’Algeria.

Chi è l’uomo dell’energia in Nigeria

Timpre Sylva è ministro per le Risorse Petrolifere dal 2019. Una carica piuttosto importante, visto che il suoi predecessori al ministero sono poi diventati Presidente dell’Opec (nel caso di Diezani Alison-Madueke) e addirittura Presidente della Repubblica (l’attuale capo di stato Muhammadu Buhari).

La carriera politica di Sylva è iniziata 30 anni fa; quando nel 1992 è entrato alla Camera, come più giovane deputato dell’assemblea. Si è subito specializzato in questioni petrolifere, quando nel 2004 è stato nominato Assistente speciale del Ministero. Nel 2007 è diventato Governatore dello Stato di Bayelsa, in un’elezione piuttosto contestata; al punto che il voto è stato replicato l’anno successivo, confermando la vittoria di Sylva. Ma questa non è la vicenda più controversa che lo riguarda.

Le controversie del signore del petrolio

Nel 2019 è stato chiamato dall’attuale presidente al ministero delle Risorse Petrolifere. Quando nel 2021 il parlamento ha votato il Petroleum Industry Bill, Sylva ha ricevuto accuse di corruzione. Sarebbe stato un facilitatore delle decisioni di alcuni deputati federali di votare a favore di un provvedimento sgradito all’opinione pubblica.

Sulla legge il paese era spaccato da oltre 20 anni. Alla fine il provvedimento riconosce alle comunità locali il 3% delle rendite della vendita; loro chiedevano una cifra tra il 10 e il 15. Per garantire l’avanzamento della legge sembra che sia stata versata una mazzetta di almeno 10 milioni di dollari. Così riferisce il rapporto di Peoples Gazette. Secondo il quotidiano investigativo online sarebbero stati pagati il presidente del Senato e della Camera; oltre a numerosi deputati e senatori. Sylva si è sempre rifiutato di commentare la vicenda.

La democrazia in Nigeria

A livello politico, pur essendo lontano dei drammi del continente africano, non è proprio una roccaforte della democrazia. E’ da sempre sconvolto da guerre civili per il controllo delle regioni di confine ricche di risorse; e insanguinato da violenze tribali e di matrice terroristica di Boko Haram. La Nigeria è spesso alle prese con turbolenza e instabilità, dopo il ritorno alla democrazia nel 1999. Il Paese si prepara per importanti elezioni politiche del 2023. In gioco c’è la capacità della Nigeria di reinserirsi in un alveo virtuoso di riforme, dopo anni di inerzia e l’impatto tremendo a livello economico della pandemia. La Nigeria non è un baluardo democratico, ma non è nemmeno la Russia di Putin.

IL REPORT DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA NIGERIA