Home Economy Tagli gas, l’incubo del razionamento

Tagli gas, l’incubo del razionamento

Tagli gas, l’incubo del razionamento

Alla fine il peggiore degli scenari si sta avverando. I tagli alle forniture del gas dalla Russia sono già iniziati. L’Italia si prepara al prossimo inverno con gli stoccaggi al minimo. Prepariamoci dunque al razionamento dell’energia. 

Era già successo con la crisi petrolifera del 1973/74

Ci eravamo già passati circa mezzo secolo fa con la crisi petrolifera del 1973/74. L’OPEC – l’alleanza dei Paesi produttori di petrolio, quasi tutti di lingua araba – decise unilateralmente di sospendere improvvisamente le forniture di greggio all’occidente come ritorsione all’appoggio di quest’ultimo ad Israele nella guerra dello Yom Kippur. Questa ritorsione si tradusse in un aumento improvviso ed elevato del prezzo del petrolio che causò in Occidente una riduzione generalizzata delle attività di produzione e di trasporto, un  calo dei profitti  e un aumento dell’inflazione. Il Governo decise quindi provvedimenti drastici del consumo energetico.

Ad oggi il Paese di Putin ha già ridotto di circa il 40% l’export di metano alla UE rispetto all’anno scorso.

Oggi la situazione appare più complicata e i costi dell’energia sono destinati ad aumentare in modo considerevole e gli aiuti messi in campo dall’esecutivo non potranno fermare gli aumenti di luce e gas. La decisione del Cremlino, attraverso Gazprom, di tagliare le forniture ha avuto un effetto immediato al TIF di Amsterdam con il prezzo del gas che da 80 euro  è risalito a 122 euro a MWh, portandosi pericolosamente verso i 200 euro a MWh previsti se la Russia decidesse un blocco totale. Ad oggi il Paese di Putin ha già ridotto di circa il 40% l’export di metano alla UE rispetto all’anno scorso.

Siamo circa alla metà della capacità

La guerra in Ucraina ha rallentato lo stock di gas per la stagione fredda. Siamo circa alla metà della capacità e queste riduzioni iniziano a fare paura. La politica dello Zar è chiara. Da una parte punta a far crescere l’inflazione in Europa e dall’altra rende impossibile lo stoccaggio di gas. Per evitare i razionamenti i nostri depositi dovrebbero arrivare al 90% di capacità, ma la strada è in salita. Si potrebbe ricorrere alle riserve già questa estate con conseguente razionamento per imprese e famiglie. Si comincerà con l’interruzione di gas alle industrie o parte di esse, verranno riattivate le centrali a carbone e ricominceranno i weekend a piedi o in bicicletta, oltre allo stop ai condizionatori. L’Italia a questo punto vedrà la sua – già debole economia – finire in stagnazione.