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Il ritorno del contrabbando di sigarette in Italia

Il ritorno del contrabbando di sigarette in Italia

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Oggi si torna a parlare di contrabbando di sigarette. Tonnellate di pacchetti contraffatti sono stati sequestrati negli ultimi anni, segno di come spesso si trovano metodi alternativi per continuare a fumare a dispetto di etichette e prezzi più alti

Quando si parla di contrabbando di sigarette, spesso si pensa al passato. Il fenomeno è stato per parecchi anni in voga in un Paese come il nostro, almeno per larga parte del secondo dopoguerra. Poi lentamente le “bionde” contraffatte sono sparite dalle piazze delle città italiane. La malavita ha iniziato a fare grandi introiti con altri tipi di contrabbando, a partire da armi e droga. Contestualmente, un pacchetto di sigarette è risultato sempre più alla portata di tutti. Ma oggi, a proposito del contrabbando dei pacchetti, è impossibile parlare al passato. Tanto in Italia, quanto nel resto d’Europa.

Un fenomeno in forte ripresa

Sequestri, arresti, dichiarazioni di collaboratori di giustizia: sono tanti gli elementi che portano a pensare a un recente repentino incremento del contrabbando di sigarette. A Milano c’è chi le vende anche tra le vie della movida, a Palermo c’è chi è tornato da qualche anno a questa parte ad acquistarle nei mercati storici del capoluogo siciliano. Proprio come accadeva fino a 30 o 40 anni fa.

Ma ci sono anche i dati a chiarire meglio la situazione. Nel 2021, secondo un rapporto Eurispes, in Italia sono state consumate 1.4 miliardi di sigarette illecite. Corrispondono al 2.2% del consumo totale nel nostro Paese, una media più bassa rispetto a quella europea che nello stesso anno ha superato l’8%. Si tratta però di numeri ugualmente alti, in grado di far ingoiare nel vortice del sommerso milioni di Euro. I sequestri operati sempre nel 2021, per dare un’idea, hanno consentito di recuperare almeno 100 milioni di Euro.

Il fenomeno del contrabbando di sigarette è tornato ad emergere già nel 2005. A Napoli quell’anno le forze dell’ordine hanno scovato ottanta chili di stecche nella camera da letto di un pregiudicato. Nel 2010, sempre nel capoluogo partenopeo, un’operazione ha sgominato almeno tre bande italo-polacche dedite a riportare in alcune piazze della città le sigarette contraffatte. In un articolo del 2 marzo 2010 pubblicato su Repubblica, si è iniziato a parlare di “ritorno” del contrabbando delle bionde. Negli ultimi cinque anni, i sequestri di stecche e pacchetti sono aumentati vertiginosamente. Segno di una maggiore attenzione delle forze dell’ordine, ma anche di un’attività illecita sempre più diffusa soprattutto nelle grandi città della penisola.

Le nuove rotte del contrabbando di sigarette

L’ultima grande operazione contro il contrabbando di sigarette si è avuta lo scorso 2 marzo. La Guardia di Finanza di Caserta ha smantellato un’organizzazione composta da dieci persone che portavano le stecche contraffatte in Campania. Ad emergere, come sottolineato dagli inquirenti, è stata la figura di un cittadino ucraino ritenuto come il più importante contrabbandiere di sigarette in Europa. Molte delle ultime operazioni anti contrabbando hanno puntato proprio sull’est Europa. È da qui che partono le principali rotte che portano le bionde contraffatte in Italia.

Lo scorso 8 giugno, due quintali di sigarette di contrabbando sono state sequestrate in Lombardia nell’ambito di un’indagine condotta dalla procura di Monza. I sospetti anche in questo caso hanno riguardato almeno un cittadino ucraino. Le indagini, nel corso dell’ultimo decennio, hanno permesso di svelare vaste reti di contrabbando che uniscono l’Italia con l’est Europa. Non solo Ucraina, ma anche Polonia e Romania: è da qui che partono i tir carichi di stecche contraffatte diretti verso il Bel Paese. Una volta varcate le frontiere, le strade del contrabbando portano nelle piazze delle più importanti città italiane.

Il coinvolgimento dei Paesi della parte orientale del Vecchio Continente, è legato anche alla posizione geografica. È qui che arrivano dal medio oriente, così come dalla Cina, tonnellate di sigarette contraffatte destinate poi a essere smerciate in tutta Europa. Nel 2017 ad esempio, la polizia ucraina ha individuato 12.5 milioni di sigarette stipate in alcuni tir a Odessa. Si trattava di merce sprovvista di bollo fiscale, segno inequivocabile della provenienza quanto meno sospetta. Il sequestro ha dimostrato ancora di più il ruolo dei contrabbandieri originari dell’est Europa nel mercato illecito di stecche e pacchetti.

Oltre alla rotta orientale, c’è anche quella riguardante il nord Africa. Le procure di Palermo e Trapani negli ultimi anni, nell’ambito di inchieste volte a svelare il traffico di esseri umani dalla Tunisia, hanno accertato in più occasioni la presenza di sigarette da contrabbando a bordo dei barconi destinati allo sbarco irregolare di migranti. Un racket gestito dalla malavita tunisina, in grado di portare in Sicilia e nel sud Italia diverse tonnellate di sigarette contraffatte.

Il peso di prezzi sempre più alti

Il contrabbando di sigarette di oggi è diverso da quello di ieri. In passato, la commercializzazione illegale delle bionde rappresentava un vero e proprio fenomeno sociale. Nell’immediato dopoguerra, soprattutto dagli Usa si stavano diffondendo nuovi marchi, i consumatori stavano aumentando e non tutti potevano permettersi il pacchetto. E così, il contrabbando è spesso entrato nel costume dell’Italia degli anni ’50 e ’60. A Napoli ad esempio, si diceva che le sigarette stavano alla Campania come la Fiat stava a Torino. Nel 1963, Sofia Loren ha interpretato il ruolo di una contrabbandiera che si fingeva incinta per evitare l’arresto nel famoso film “Ieri, Oggi e Domani” di Vittorio De Sica.

Al fianco dei risvolti sociali del contrabbando, ovviamente occorre anche considerare il ruolo della malavita organizzata nella gestione del racket. Oggi, al contrario, spesso la criminalità organizzata non ha interesse nel mettere le mani sul traffico di sigarette. La gestione è demandata ad altri gruppi minori oppure alla malavita straniera, soprattutto dell’est Europa.

Il fenomeno che sta emergendo negli ultimi anni dunque, appare molto legato alle attività di organizzazioni secondarie. Queste ultime hanno iniziato a sfruttare l’impossibilità, da parte di una platea sempre più crescente della popolazione, di potersi permettere un pacchetto. I costi delle sigarette infatti, come parte delle politiche volte a scoraggiare la diffusione del tabagismo, stanno aumentando e in tanti stanno preferendo affidarsi al contrabbando.

C’è poi un altro aspetto da considerare: con le mafie quasi assenti da questo tipo di racket, molti piccoli criminali (tanto stranieri quanto italiani) hanno campo aperto per poter provare a contrabbandare sigarette. Da qui il costante emergere di gruppi impegnati nell’importare tonnellate di stecche contraffatte nel nostro Paese.