Home Economy Reinventing Cities Milano, su Bovisa vince Hines con 35 milioni: resta il nodo Ferrovie Nord

Reinventing Cities Milano, su Bovisa vince Hines con 35 milioni: resta il nodo Ferrovie Nord

Reinventing Cities Milano, su Bovisa vince Hines con 35 milioni: resta il nodo Ferrovie Nord

Verrà presentato giovedì 20 maggio, alle ore 14, presso il giardino di Triennale di Milano il progetto per la rigenerazione del Nodo Bovisa vincitore di Reinventing Cities, bando internazionale indetto dal Comune di Milano insieme a C40 – la rete della grandi città nel mondo contro il cambiamento climatico.

Reinventing Cities Milano, Hines vince su Bovisa

Come anticipato da True-News il 14 maggio con l’articolo su Reinventing Cities ha vinto il progetto “Mo.Le.Co.La.” capeggiato dalla multinazionale americana del real estate Hines. Con un punteggio di 100 punti battendo il progetto “BIM – Bovia in the making” promosso da Ceetrus – vincitrice due settimane fa del bando per la riqualificazione di piazzale Loreto con 87,89 aggiudicati dalla giuria internazionale.

Hines ha offerto 17,3 milioni di euro per il diritto di superficie per 90 anni sull’area di proprietà del Comune di Milano e 17,7 milioni per l’area di Ferrovienord contro i 15,5 milioni e 15,8 rispettivamente offerti da Ceetrus per i due lotti. Non viene risolto in alcuna maniera il nodo legato al nuovo headquarter di Ferrovie da realizzare.

Reinventing Cities Milano: irrisolto il nodo Ferrovie

Nel bando era previsto come facoltativo ma, se presentato, il costo di costruzione non poteva superare quello del diritto di superficie per l’area della controllata del gruppo FNM, quindi 17,7 milioni. Hines ha presentato un’offerta economica – le buste sono state aperte il 7 aprile scorso – con un prezzo per l’acquisto dell’Headquarter di Ferrovienord pari a 60 milioni di euro. Il triplo quindi rispetto a quanto prevedeva in maniera stringente l’addendum al regolamento di Reinventing Cities per l’area “Nodo Bovisa”.

Per ora si è deciso di glissare su questa parte scivolosa dell’offerta. Non è chiaro chi realizzerà quindi l’headquarter, per quale cifra e chi dovrà nel caso sborsare i soldi. La commissione giudicatrice del bando era composta dal dottor Aris Moro, rappresentante di C40 ed esperto ambientale, la dottoressa Giovanna Carnevali, esperta in materia urbanistica e architettonica, il prof. Ezio Micelli, esperto in materie economiche; l’architetto Silvio Prota di Ferrovie Nord, l’ingegnere Giovanni Stefano Galli, Direttore Operativo di Ferrovie Nord e sempre dalla società che gestisce parte della rete lombarda l’ingegner Marco Mariani, Direttore Sviluppo Infrastruttura; per il Comune di Milano presente invece l’ingegner Marcello Oneta della Direzione Mobilità e Trasporti, Area tecnica Infrastrutture per la Mobilità, Unità Coordinamento Sviluppo Progetti per la Mobilità.

Reinventing cities, i punti di forza

Dall’analisi dei verbali di gara emerge quali punti di forza del progetto abbiano indotto i giurati a far vincere Hines: l’uso di soluzioni tecnologiche innovative per la costruzione che, a livello ambientale, prevedono l’uso di prefabbricazione evoluta e il ricorso al legno come materiale qualificante e sostenibile; la densità edilizia non impattante: secondo uno degli slogan di Reinventing Cities – “ricucire la città” – il progetto si propone come una “cerniera” tra il quartiere Bovisa e la Goccia.

Le criticità del progetto di Reinventing Cities Milano

Tra le criticità riscontrate invece si segnala la debole interconnessione tra lo spazio pubblico e la stazione sui diversi livelli su cui si articola il nodo; la mancanza di iconicità e di elementi caratterizzanti che riconfigurino l’identità dell’ambito urbano, anche con riferimento al disegno delle facciate; la qualità architettonica complessiva poco innovativa; la connessione est-ovest che non è rafforzata dalla presenza di funzioni catalizzatrici e pare essere pensata più da un punto di vista trasportistico e meno dal punto di vista delle relazioni innescate dal sistema delle connessioni pedonali, anche come conseguenza di aver considerato la piattaforma della stazione come elemento funzionalmente e fisicamente separato dal sistema dello spazio pubblico.