Home Economy Pensioni, Italia divisa: le differenze tra Nord e Sud e tra uomini e donne. Il Report

Pensioni, Italia divisa: le differenze tra Nord e Sud e tra uomini e donne. Il Report

Pensioni, Italia divisa: le differenze tra Nord e Sud e tra uomini e donne. Il Report

Tasse e previdenza: una Italia a due (se non a tre) velocità. Poco tempo fa True News ha riportato gli eloquenti dati del report presentato al Cnel sul Bilancio del sistema previdenziale italiano. Ora l’Inps ha diffuso il suo dossier sulle pensioni e sui beneficiari del sistema pensionistico italiano al 31 dicembre 2022. Ne emerge un quadro che conferma due divari piuttosto marcati: quello tra Nord e Sud e quello tra donne e uomini. Una chiave di lettura insomma per comprendere l’Italia di oggi. SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO DI INPS

Pensioni: nel 2022 erogati 322 miliardi e 233 milioni di euro

Partiamo da alcuni dati generali: i beneficiari di prestazioni pensionistiche in Italia sono 16.131.414. Una popolazione che beneficia nel complesso di 22.772.004 prestazioni. Cosa significa? Che molti italiani percepiscono più di una pensione. Questo perchè come da normativa vigente è possibile assommare diversi contributi. Dalla pensione di vecchiaia alla pensione superstiti quando viene a mancare il coniuge. Inps eroga anche le pensioni di anzianità anticipata e di invalidità.

E così il 68% dei beneficiari percepisce una sola pensione. Ma il 24,2% percepisce due prestazioni, il 6,6% tre e c’è addirittura un 1,2% che percepisce quattro o più pensioni. Le donne rappresentano il 52% dei percettori, ma sono gli uomini a percepire il 56% dei redditi pensionistici. Le donne percepiscono una pensione media annua di 16.991 euro, gli uomini di 23.167 euro. Nel 2022 l’Inps ha erogato prestazioni per complessivi 322 miliardi e 233 milioni di euro. In termini di importi, le pensioni Ivs ((invalidità, vecchiaia e anzianità/anticipate, superstiti), pur essenso il 77,8% del totale, costituiscono il 90,6% della somma erogata.

Quasi tre pensioni su quattro hanno un importo inferiore a 1.500 euro lordi mensili

Per quanto riguarda gli importi: 16,5 milioni di pensioni (il 72,3% del totale) hanno importi inferiori a 1.500 euro lordi mensili. Circa la metà di esse (8,4 milioni) ha importi compresi tra 500 e 1.000 euro mensili e rappresenta il 37% del numero totale delle pensioni. Le pensioni fino a 500 euro sono 4,8 milioni e costituiscono il 21% del totale. Mentre quelle tra 1.000 e 1.500 euro sono 3,3 milioni, pari al 14,3% del totale. I restanti 6,3 milioni di pensioni (il 27,7% del totale) superano i 1.500 euro lordi mensili.

Dall’analisi delle differenze tra redditi maschili e femminili si osserva che le classi di reddito pensionistico oltre i 1.500 euro mensili sono popolate più da maschi che da femmine. In tali classi i pensionati rappresentano il 58,2% del totale dei maschi, mentre per le pensionate l’analoga quota scende al 37,7%. I pensionati che percepiscono più di 2mila euro al mese rappresentano il 29,7% del totale e il 54,9% sulla spesa pensionistica complessiva, mentre nella stessa classe le pensioni sono il 16,7%. E pesano per il 43,3% sulla spesa pensionistica complessiva. Nelle classi di importo mensile più elevate si concentrano principalmente le rendite di vecchiaia e/o anzianità/anticipate, caratterizzate da importi medi più alti rispetto agli altri tipi di erogazione.

Pensioni: al Nord valori mediamente più alti

Dall’analisi della distribuzione territoriale di pensioni e pensionati emerge che nelle regioni settentrionali si ha un maggior numero sia di pensioni sia di pensionati (rispettivamente il 47,4% e il 47,8% del totale). Gli importi medi sono più elevati al Nord rispetto al resto dell’Italia (+7,4 punti percentuali rispetto alla media nazionale). Osservando i redditi pensionistici pro capite, si nota anche in questo caso che è il Nord la zona geografica con redditi mediamente più alti (+6,5 punti percentuali rispetto al totale nazionale), seguito a breve distanza dal Centro (+5,5 punti percentuali). Vicerversa, i beneficiari residenti nel Mezzogiorno presentano invece sia gli importi percepiti, sia i redditi pensionistici più bassi rispetto al totale nazionale. La spesa pensionistica italiana relativa all’anno 2022, si distribuisce per il 50,9% nelle regioni settentrionali e per il 28% in quelle meridionali e nelle isole. Il restante 21% è erogato a beneficiari residenti nelle regioni del Centro.

L’aspettativa di vita superiore per le donne incide tra gli ultra 80enne

La classe anagrafica più numerosa è quella degli ultraottantenni, con un rapporto di femminilità pari al 153,6% per il numero di pensionati e al 76% per i redditi pensionistici. Un disequilibrio facilmente spiegabile con la diversa aspettativa di vita tra i due sessi, che risulta pari, secondo gli ultimi dati Istat, a 84,8 anni per le donne e a 80,5 anni per gli uomini. La classe dove si riscontra l’importo medio più elevato è, per entrambi i sessi, quella tra 65 e 69 anni. Dalla stessa distribuzione emerge che per ogni classe di età, ma in particolare dai 55 anni in su, gli importi medi dei maschi sono sempre più elevati di quelli delle femmine.

Al sud la maggiore incidenza di pensioni di invalidità

La distribuzione dei pensionati per ripartizione geografica e classe di età mostra andamenti differenti nelle varie ripartizioni. Le regioni settentrionali mostrano una maggiore incidenza tra i pensionati con età superiore ai 54 anni, mentre il Sud detiene la quota maggiore dei beneficiari con età inferiore a 55 anni. Questo deriva principalmente da una maggiore incidenza in questa zona geografica delle rendite di invalidità, i cui beneficiari sono mediamente più giovani, spiega Inps.

Per quanto riguarda la ripartizione geografica, i pensionati delle regioni meridionali e delle isole percepiscono redditi più bassi rispetto a quelli residenti nelle altre zone geografiche. Nel Mezzogiorno, infatti, il numero dei pensionati con redditi pensionistici sotto i 500 euro mensili rappresenta il 13,1%, nel Centro il 9% e nelle regioni settentrionali il 6,8%; in termini assoluti, il distacco si accentua ancor più se si osservano i pensionati con redditi pensionistici compresi tra 500 e mille euro mensili che nel Mezzogiorno sono pari al 27,1%, quota che scende al 20,3% nelle regioni del Centro e ancora al 17,9% in quelle settentrionali.

Di conseguenza, i pensionati residenti al Nord che percepiscono redditi più elevati, in particolare compresi tra 1.500 e 2mila euro mensili, superano di circa 6 punti percentuali quelli del Mezzogiorno e di circa 3 punti quelli del Centro. Infine, i pensionati delle classi di reddito pensionistico più alte, oltre i 2mila euro mensili, residenti nel Mezzogiorno sono il 23,6%, contro oltre il 32% in ognuna delle due altre aree geografiche.

I pensionati titolari di invalidità previdenziale sono quasi 1 milione; poco meno della metà (il 47,6%) cumula pensioni di tipo diverso da quelle di invalidità previdenziale. I titolari di pensioni ai superstiti sono 4.230.188. I beneficiari di prestazioni di tipo assistenziale sono circa 3,7 milioni. Il 49,4% è titolare anche di prestazioni diverse da quelle assistenziali.

Sono principalmente i beneficiari di indennità di accompagnamento che percepiscono anche pensioni di tipo previdenziale. I titolari di rendite di tipo indennitario infine sono 632.350 di cui la grande maggioranza (il 72%) cumula tale prestazione con altri tipi di prestazione previdenziale e/o assistenziale. Dall’analisi della distribuzione territoriale dei vari tipi di pensionato si osserva una netta prevalenza dei pensionati di vecchiaia al Nord (54,1%). Mentre quelli di invalidità previdenziale e assistenziale hanno una maggiore presenza nel Mezzogiorno (rispettivamente 46,9% e 47,2%). Nel Centro i pensionati delle varie tipologie appaiono con percentuali pressoché costanti, che variano dal 20% al 23%