Home Economy ManpowerGroup: la “Me Economy” in azienda per un mondo del lavoro più flessibile e personalizzato

ManpowerGroup: la “Me Economy” in azienda per un mondo del lavoro più flessibile e personalizzato

'Me Economy' in azienda: flessibilità e innovazione per il nuovo mondo del lavoro

Una sempre maggiore importanza data alla vita privata e alla personalizzazione diventerà il nuovo standard dei rapporti di lavoro, specie riguardo le giovani generazioni sull’onda della “Me Economy”. L’invecchiamento generale della popolazione nelle economie sviluppate come l’Italia richiederà provvedimenti per evitare la perdita di competenza ed esperienza. E l’innovazione tecnologica porterà nuove soluzioni, creando più lavori di quanti ne renderà obsoleti. Sono questi i principali trend del 2024 individuati dalla ricerca “The Age of Adaptability” di ManpowerGroup.

Gionfriddo: “Il mondo del lavoro sta cambiando, più formazione e flessibilità per tutti”

Il mondo del lavoro sta cambiando molto rapidamente. Nuove priorità personali dei lavoratori, specie quelli più giovani, cambiamenti demografici e progresso tecnologico portano allo stesso tempo nuove sfide e nuove opportunità alle organizzazioni” ha commentato Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia. “Accanto alle innovazioni come l’intelligenza artificiale, oggi assistiamo a una rinnovata importanza delle scelte individuali delle persone, del lato umano del lavoro. Da un lato questo significa nuove necessità a cui rispondere per attrarre e trattenere i talenti, come una maggiore flessibilità su orari e luoghi di lavoro e più attenzione ai bisogni individuali dei lavoratori. Dall’altro, questo sottolinea ancora una volta l’importanza della formazione per tutte le generazioni. Serve per aggiornare le competenze dei lavoratori più ‘senior’ alle nuove tecnologie e per trasmettere ai più giovani l’esperienza dei loro colleghi senior”.

L’impatto della Gen Z: equilibrio tra lavoro e vita privata

La “Me Economy” nel mondo del lavoro indica la crescente tendenza dei lavoratori nelle loro scelte di carriera a dare priorità all’equilibrio tra lavoro e vita privata. Si privilegia flessibilità e autonomia, aspettandosi una maggiore personalizzazione del loro rapporto con l’azienda. I tre aspetti più ricercati dai candidati sono una settimana lavorativa di quattro giorni (per il 64%), poter scegliere inizio e fine dell’orario di lavoro (45%) e la possibilità di lavorare da casa (35%). Inoltre, il 60% dei lavoratori della Generazione Z desidera percorsi di sviluppo di carriera personalizzati. Chiedono un orientamento regolare, mentori qualificati e piani di progressione trasparenti e individuali. La ricerca evidenzia l’impatto della Gen Z sulle scelte e aspettative dei lavoratori di altre generazioni. Il 93% dei ‘senior’ ammette di essere stato influenzato dai colleghi ventenni su vari ambiti: il confine fra lavoro e vita privata, l’apertura verso nuove tecnologie, il desiderio di successo professionale, l’equità salariale e il coinvolgimento dei datori di lavoro nelle questioni sociali.

La gestione intergenerazionale tra diversity e inclusion

La convivenza di diverse generazioni sui luoghi di lavoro crea però anche problemi organizzativi. Le economie sviluppate sperimentano invecchiamento e riduzione della forza lavoro.  Da un lato la perdita di conoscenze generazionali da parte dei baby boomer che vanno in pensione, dall’altro gli Zoomer che cercano competenze aggiornate che combinino tecnica e aspetti interpersonali. In mezzo, i lavoratori a metà carriera che devono riqualificarsi per nuovi ruoli. Diventa inoltre sempre più importante e addirittura conveniente per le organizzazioni investire sui temi della diversity & inclusion. La ricerca rileva che le aziende con alti livelli di diversità hanno avuto il 39% in più di probabilità di superare quelle con una minore diversità interna. Per giunta, i talenti migliori danno sempre maggiore priorità a lavorare in un ambiente inclusivo.

Sfide e opportunità delle innovazioni tecnologiche

Lo sviluppo tecnologico e dell’intelligenza artificiale sarà un altro trend fondamentale: si apriranno opportunità per svolgere lavori più significativi. Le sfide principali riguardanti l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro saranno formare i lavoratori per sfruttare le potenzialità dell’IA e trovare lavoratori già qualificati. Quasi 3 organizzazioni su 4 (71%) stanno attualmente o attivamente pianificando di utilizzare l’AI conversazionale nel loro processo di reclutamento. La maggioranza dei datori di lavoro (58%) ritiene che l’IA e la VR – Virtual Reality avranno un impatto positivo sull’organico della loro organizzazione nei prossimi due anni.