Home Economy Lavoro in Italia, assunzioni in crescita: si prevede un +19% a fine 2023

Lavoro in Italia, assunzioni in crescita: si prevede un +19% a fine 2023

Pil Italia in calo

L’indagine “ManpowerGroup Employment Outlook Surveysulle prospettive occupazionali del quarto trimestre dell’anno in corso rivela che i datori di lavoro italiani prevedono assunzioni in crescita, con una previsione netta di occupazione (NEO – Net Employment Outlook) del +19%, al netto degli aggiustamenti stagionali. Si tratta dell’undicesimo trimestre di fila con previsioni positive. Inoltre, le prospettive mostrano un miglioramento sia rispetto al terzo trimestre del 2023 (+7%) sia rispetto al confronto col quarto trimestre del 2022 (+7%). Il settore energetico si conferma quello con le aspettative migliori (+31%) e quasi altrettanto buone sono quelle dell’IT (+29%). Anche i trasporti fanno segnalare prospettive molto positive (+25%) e in generale tutti i settori mostrano previsioni positive a due cifre.

 Il commento di Anna Gionfriddo, Ad ManpowerGroup Italia

“Dalla nostra ricerca emerge che i datori di lavoro italiani prevedono un trimestre positivo per le assunzioni, che si traduce in aumento degli occupati. È un segnale positivo, dopo che nei sondaggi dei precedenti trimestri dell’anno avevamo registrato in alcuni casi un clima di incertezza in alcuni settori”, commenta Anna Gionfriddo, Amministratrice Delegata di ManpowerGroup Italia. “Questo nostro rapporto rileva anche l’evoluzione della cultura del lavoro da parte delle aziende. Temi come l’aggiornamento professionale attraverso la formazione e l’equilibrio vita-lavoro sono ritenuti elementi chiave per migliorare la produttività delle aziende. Allo stesso tempo, emerge ancora di più il tema dell’inclusione, prioritario per ogni azienda che desideri allargare il proprio bacino di talenti. Questo richiederà alle aziende di concentrarsi ancora di più sui valori aziendali, in particolare relativamente agli ESG, verso i quali l’attenzione da parte delle persone è sempre crescente”.

Lavoro, trimestre ottimo per energia e IT, bene anche i trasporti

Il comparto dell’energia conferma un anno di rapida crescita con previsioni d’assunzione pari al +31%, le migliori tra tutti i settori economici. Non molto diverse sono quelle del settore informatico (+29%) e dei trasporti (+25%). Anche il resto dell’economia comunque prevede per l’ultimo trimestre dell’anno prospettive d’assunzione a due cifre, partendo dal +17% dell’industria al +12% dei beni di consumo e servizi, con in mezzo telecomunicazioni (+15%), finanza e immobiliare (+15%), sanità e life sciences (+14%).

Assunzioni in crescita in tutta Italia, in particolare nel Nord

 In tutte le quattro macroaree italiane gli imprenditori prevedono di aumentare i propri organici nel corso del quarto trimestre. Decisamente positive sono quelle delle due macroaree settentrionali: il Nord-Ovest è capofila con un NEO (al netto degli aggiustamenti stagionali) del +24%, poco dietro si trova il Nord-Est (+21%). Buone, comunque, anche le previsioni delle aziende situate nelle regioni centrali e meridionali: +14% le prospettive registrate nel Centro Italia e +13% quelle nel Sud e nelle Isole.

Le grandi aziende trainano le assunzioni, bene anche le PMI

 Una fetta importante dei nuovi posti di lavoro nel prossimo trimestre arriverà dalle grandi aziende: le organizzazioni con più di 250 persone prevedono infatti un +29% nelle prospettive d’assunzione. Nondimeno, restano molto buone anche le previsioni registrate dalle medie aziende tra le 50 e 249 persone (+18%), dalle piccole imprese tra i 10 e 49 assunti (+14%) e dalle cosiddette “micro” imprese, sotto i 10 lavoratori (+13%).

Domande extra: produttività, soft skills e opportunità di formazione

Oltre alle consuete domande sulle prospettive d’assunzione, il report relativo al quarto trimestre dell’anno ha indagato ulteriori aspetti del mondo del lavoro, come i modi per rafforzare la produttività in azienda e le qualità ricercate dalle imprese nei candidati. Nello specifico, quando si tratta di migliorare la produttività dell’azienda, il 39% delle aziende ritiene si debba intervenire sullo sviluppo professionale delle persone con attività di formazione e aggiornamento. Per il 35% è utile migliorare l’equilibrio vita-lavoro, mentre il 29% si affida a una cultura lavorativa positiva che comprenda premi di produzione. Sempre il 29% delle organizzazioni sostiene l’importanza di dare obiettivi chiari, mentre il 25% crede nella collaborazione interpersonale tra le persone.

Si è poi indagato quali soft skills le aziende cerchino in persone e candidati. Il 38% delle aziende ha dichiarato che, oltre alle competenze tecniche necessarie, ritiene importante che i nuovi assunti dimostrino affidabilità e responsabilità nel portare a termine i propri compiti. Il 36% richiede capacità di ragionare e risolvere problemi in autonomia, il 35% attitudine a lavorare in squadra, il 26% curiosità e disponibilità a imparare, il 21% resistenza allo stress e capacità di adattamento.

Le figure del mondo del lavoro

È stato anche rilevato un cambiamento nel modo in cui le aziende cercano nuove persone, alla luce della problematica della mancanza di talenti e delle sempre maggiori opportunità fornite dalla formazione interna. Alla domanda “quali tipi di candidati siete stati più disposti ad assumere negli ultimi 12 mesi per superare il fenomeno del talent shortage”, il 21% dei datori di lavoro infatti ha dichiarato che è stato più disposto ad assumere, rispetto al passato, anche candidati che non avessero tutte le competenze richieste dal ruolo, confidando di poterli formare una volta inseriti.

Per lo stesso principio il 26% afferma di aver dato più fiducia di prima a candidati con carriere non lineari o che hanno cambiato molti settori lavorativi. Il 23% ha guardato di più a chi aveva lasciato il lavoro per necessità di assistere un parente fragile e il 22% a chi era disoccupato di lungo periodo. Il 20% inoltre ha rivalutato la posizione di chi, in età più “senior” vuole cambiare percorso professionale. Sebbene la domanda richiedesse di indicare un’unica risposta, ciò non esclude che le aziende applichino soluzioni diverse e più ampie rispetto a quelle elencate per reclutare le persone di cui necessitano.

Il lavoro che verrà

Le crescenti possibilità di formazione aziendale hanno portato a rivalutare anche il ruolo dei “senior” già presenti negli organici. Per il 22% dei datori di lavoro il focus per le persone tra i 59 e i 77 anni (i babyboomer) è di dargli ulteriore formazione e aggiornamento professionale, a cui si aggiunge il 21% che si concentra su come convincerli a rimanere ancora in azienda.

L’upskilling e reskilling è l’obiettivo più importante nel 33% delle organizzazioni anche per la fascia 43-58 anni, la cosiddetta Generazione X; nel 30% invece è primaria la “retention”, vale a dire come trattenere le persone in quella fascia d’età. Anche per i millennial (27-42 anni) il focus principale è la “retention” (31% delle imprese) seguita dalla formazione (24%). Ovviamente quando si guarda agli zoomer (18-26 anni) le cose cambiano: per il 39% delle aziende la priorità è il reclutamento di nuove risorse in questa fascia d’età.

Lo studio ManpowerGroup  sul mondo del lavoro

ManpowerGroup ha intervistato circa 39mila aziende in 41 Paesi e territori per rilevare le intenzioni di assunzione per il quarto trimestre 2023. L’indagine sulle prospettive occupazionali di ManpowerGroup è la più completa e innovativa indagine sull’occupazione del suo genere, considerata a livello mondiale come un indicatore economico chiave. Le prospettive occupazionali nette sono ricavate tenendo conto della percentuale di datori di lavoro che prevedono un aumento dell’attività di assunzione e sottraendo da questa la percentuale di datori di lavoro che prevedono una diminuzione dell’attività di assunzione.