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L’Italia vende più armi agli Stati arabi che ad Israele

Armi femminicidio

Perché leggere questo articolo? L’Italia, al contrario di quanti possono essere portati a pensare, ha una grande industria bellica. Il nostro Paese fornisce armi anche alle parti in causa nel riacceso conflitto in Medio oriente. Ed è curioso notare come l’Italia vende molte più armi agli Stati arabi che a Israele. 

L’Italia è il sesto venditore mondiale di armi. Dietro gli inarrivabili Stati uniti (che contribuiscono al 40% del mercato mondiale), a Russia (16%), Francia (11%), Cina (5,2%) e Germania (4,2%), ci siamo noi. Il 3,1% della quota mondiale delle armi è in mano all’Italia, si parla di oltre 5 miliardi e 300 milioni di commesse. Un dato in crescita dal 15% rispetto agli anni della pandemia, anche se in calo rispetto al recordo del decennio scorso, quando l’Italia vendeva armi per oltre 14 miliardi. Rimane comunque una fetta rilevante del mercato, davanti a paesi dal passato (o presente) militare decisamente più attivo del nostro, come Inghilterra, Sud Corea e proprio Israele. Rispetto alle parti in causa nelle nuove tensioni in Medio oriente, come si relaziona l’Italia delle armi?

Il nostro import-export con Israele

La miccia esplosa coi massacri dello scorso 7 ottobre, rimette le relazioni di Israele al centro dell’agenda politica e diplomatica italiana. Sul fronte delle armi, però, si può dire che Israele non rappresenti un partner importante per le aziende italiane. Nel 2022 le vendite verso lo stato ebraico sono ammontate a 9,3 milioni di euro. Si tratta di una cifra abbastanza irrilevante per i produttori italiani. Anche considerando che prima della pandemia vendevano tre volte tanto allo Stato ebraico: nel 2019 si è raggiunta cifra 29 milioni di euro.
Le armi nostrane che hanno attirato l’attenzione degli israeliani sono stati i i sistemi d’arma di calibro superiore a 12,7 millimetri. Ci sono fucili, munizioni, bombe, siluri, razzi, e altre apparecchiature da guerra. Dopo l’attacco di Hamas e con la guerra totale alle porte, Israele potrebbe avere bisogno di più armi anche dall’Italia. Anche se rimaniamo un partner piuttosto defilato per Israele. Una rilevazione di Pagella Politica mostra come nell’ultimo decennio le aziende italiane abbiano venduto a Israele armi per un valore complessivo di 120 milioni; un valore molto inferiore agli armamenti che nello stesso periodo l’Italia ha acquisito da aziende israeliane: 250 milioni di euro.

L’Italia vende molte più armi ai paesi arabi

Passando all’altra parte in causa, è interessante notare come l’Italia vende più armi a paesi arabi che non all’alleato Israele. Lo scorso anno le aziende italiano hanno venduto molte armi al Qatar (260 milioni di euro), all’Arabia Saudita (123 milioni), agli Emirati Arabi Uniti (121 milioni), al Kuwait (105 milioni) e all’Egitto (72 milioni). I paesi arabi non ricevono molti armamenti dagli Usa, a differenza di Israele (che lo scorso anno ha ricevuto 3 miliardi e 300 milioni di finanziamenti dal Congresso americano).
Queste cifre fanno di Israele una delle nazioni meglio armate del Medio Oriente. Anche grazie al fatto che lo  Stato ebraico vanta già un’industria bellica ben sviluppata. Nel 2022 le aziende israeliane hanno segnato un aumento del 50% rispetto al 2019 e un raddoppio del volume rispetto a dieci anni fa. I droni costituiscono il 25% delle esportazioni, mentre razzi, missili e sistemi di difesa aerea per il 19%. Il 24% delle esportazioni della difesa erano verso i paesi degli Accordi di Abramo (una dichiarazione congiunta tra Israele, Stati Uniti, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti del 13 agosto 2020). L’Asia e il Pacifico sono il 30% , l’Europa il 29% e il Nord America l’11%. Anche l’Italia ha importato materiale militare da Israele per un valore di 9,8 milioni di euro, equilibrio che si mantiene riferendoci a quanto noi esportiamo a loro

Le maggiori nazioni interessate

L’anno scorso il principale acquirente delle aziende italiane è stata la Turchia:  598 milioni di euro, a seguire gli Stati Uniti (533 milioni), e la Germania (407 milioni). Da notare Paesi anche non europei e non Nato come Qatar (256 milioni) e Singapore (177 milioni). In generale il 61,5% delle vendite riguarda paesi Nato e dell’Unione Europea. Le maggiori aziende produttrici sono ovviamente in prima posizione la Leonardo (1802 milioni di euro), Iveco (539 milioni di euro), MDBA Italia, consorzio europeo di proprietà della Leonardo per il 25%, (304 milioni di euro). In particolare le armi che esportiamo sono gli aeromobili (991 milioni di euro), bombe, razzi, missili e siluri (558 milioni di euro), veicoli terrestri (546 milioni di euro), sistemi d’arma ad energia cinetica (350 milioni di euro), munizioni (250 milioni di euro) e molto altro. Nella lista anche navi da guerra (85 milioni di euro).