Home Economy Imballaggi, l’Ue rinuncia al giro di vite. Fiocchi (Fdi): “Bene, si salvano le filiere”

Imballaggi, l’Ue rinuncia al giro di vite. Fiocchi (Fdi): “Bene, si salvano le filiere”

Imballaggi, l’Ue rinuncia al giro di vite. Fiocchi (Fdi): “Bene, si salvano le filiere”

Perché leggere questo articolo: Pietro Fiocchi (Fdi) commenta la normativa europea sul riciclo e gli imballaggi. Passata al Parlamento europeo con un appoggio alla linea italiana. Che prevede la tutela dell’economia circolare e del riuso.

Nella giornata del 22 novembre il Parlamento europeo ha approvato la sua posizione sul nuovo regolamento in materia di imballaggi, approvando il via libera al mandato per i negoziati con i governi, con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 e astensioni.

Cosa ha votato l’Europarlamento

La norma approvata prevede una riduzione dei rifiuti di imballaggio pro capite rispetto ai valori del 2018, del 5% entro il 2030; del 10% entro il 2035; del 15% entro il 2040 ma rispetto alla prescrizione originaria appare meno dura su molte prospettive. Nel caso del packaging in plastica, gran parte degli imballaggi monouso che vengono nei centri di ristorazione a contatto con gli alimenti resterà in vendita. Al contempo, le confezioni monouso riciclabili degli alimenti freschi resteranno nei supermercati a tutelare prodotti come frutta e verdura resteranno.

Il Packaging and Packaging Waste Regulation passerà al Trilogo, dunque alla valutazione della Commissione e degli Stati. Passerà una proposta meno radicale nell’ottica del taglio dei dispositivi usa e getta coperti dal regolamento, che equilibra, come chiedeva l’Italia, il principio del riciclo e quello del riuso. E in quest’ottica “a essere giudicata sarà una proposta molto confacente alla linea pragmatica: sì alla tutela dell’ambiente senza sacrificare l’economia“, dice a True-News l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Pietro Fiocchi, relatore-ombra del provvedimento.

Fiocchi (Fdi):  “Salvate molte filiere”

“Esprimo soddisfazione”, ci dice Fiocchi, “salvo un emendamento tutto quel che volevamo far passare è passato. C’è stato un lavoro forte che ha contribuito a costruire alleanze trasversali con tutti i deputati italiani che non hanno tradito le aspettative”, aggiunge il politico di Fdi. “Questo regolamento era nato sotto una cattiva stella, perché non voleva riconoscere gli sforzi fatti dalla filiera italiana sul riciclo, la più efficiente in Europa assieme a quella del Belgio. Ora siamo riusciti a migliorarlo”, aggiunge Fiocchi.

L’onorevole di Fdi ci tiene a sottolineare che, anche se alcuni passaggi del Ppwr sono molti tecnici, il principio di pragmatismo dettato ha “salvato molte filiere nazionali. Non passa, per fare un esempio tra tutti, il regolamento sugli imballaggi dedicati al vino e agli spumanti, che inizialmente si voleva standardizzare per migliorare la resa del vuoto. Un risultato positivo per i viticoltori italiani e, aggiungo, anche per quelli francesi. A testimonianza del fatto che la nostra battaglia non ha bandiera o colore politico”, aggiunge Fiocchi, “ma è in nome del buonsenso, che fa bene sia all’economia che all’ambiente”.

Riciclo e riuso

E, dice Fiocchi, anche “se non è passato l’emendamento dei Conservatori Europei sull’esenzione totale per i Paesi in cui la raccolta differenziata è sopra l’85%, molti emendamenti hanno ampliato le maglie per il riciclo al principio del riuso. Permettendoci di tutelare una filiera italiana dell’economia circolare che”, nota Fiocchi, è “un’eccellenza globale”. Ma questa, aggiunge, “è una tattica parlamentare, dove si sacrifica un protagonismo individuale per un risultato più complessivo”. Ora il governo dovrà “difendere una linea che fa gioco alla posizione dell’Italia”, evitando insidie come “la prospettiva che dall’inclusione di una quota minima di materiale riciclato negli imballaggi nascano problematiche per un boom dei prezzi delle componenti riutilizzabili”, una prospettiva recentemente evocata anche dal Financial Times.

“La nostra battaglia”, conclude Fiocchi, è “per coniugare ambiente e sviluppo. Un obiettivo possibile che sarà centrale nella nostra agenda per il 2024″. Dopo le elezioni europee la destra vuole trasformare in forma più pragmatica, a suo avviso, il Green Deal ma per Fiocchi questo trend è già in atto. “Già da un anno”, dice l’esponente di Fdi, “arrivavano molti segnali e in questo voto c’è stato un ulteriore passaggio favorevole”. In Europa, per Fiocchi, da tempo “c’è stato un cambiamento d’atteggiamento da parte di molti gruppi politici e molti esponenti. L’Europa, con le guerre, si è trovata vulnerabile di fronte alle conseguenze dell’ambientalismo ideologico” e ora “ha l’opportunità di cambiare strada”. Il tema dello sviluppo sostenibile, insomma, sarà centrale nella corsa alle Europee 2024. E anche Fdi vuole, attivamente, esser della partita per scrivere le regole del futuro.