Home Economy Il caso degli autisti dell’azienda di trasporti che l’Austria ci scippa

Il caso degli autisti dell’azienda di trasporti che l’Austria ci scippa

Il caso degli autisti dell’azienda di trasporti che l’Austria ci scippa

Continuano ad aumentare le dimissioni dei conducenti SASA, società di trasporto pubblico, che gestisce le linee di autobus nelle città di Bolzano, Merano e Laives, oltre a trenta linee extraurbane. L’assessore provinciale Daniel Alfreider conferma: centodieci gli autisti che hanno deciso di abbandonare il servizio in soli venti mesi. Le cause? Eccesso di straordinari, cattive condizioni dei mezzi e salari nettamente più bassi rispetto ai colleghi austriaci e a quelli del settore privato.
Tanto che i lavoratori considerano insufficienti i 2.134 euro mensili lordi per i giovani professionisti e 2.467 euro per gli autisti esperti, recentemente proposti dall’azienda.
Già nel 2022 si parlava di una carenza di almeno cento autisti per coprire interamente i servizi di linea. SASA, compartecipata all’88,1% dalla Provincia Autonoma di Bolzano, al 6,3% dal Comune di Bolzano, al 4% dal Comune di Merano e all’1,6% dal Comune di Laives, ha tamponato il problema ricorrendo al taglio delle corse estive, riducendo quelle urbane dello 0,44% e le extraurbane dell’1,26%, e a subappaltatori di varie ditte di trasporto, tra cui Klöcker e Josef Gatterer Autounternehmen con cui ha un rapporto di subconcessione dal 14 novembre 2021.

 

Guardiamo il bilancio 2022 di SASA

Ma perché dover ricorrere a terzi e non puntare sul proprio organico interno? Oltre ai precari tentativi di ammortizzamento, SASA sta facendo davvero qualcosa di concreto per i suoi dipendenti? Vediamo qualche numero.
Dal bilancio della società di trasporto pubblico bolzanese emerge una crescita significativa dei proventi dal 2021 al 2022: i documenti mostrano un incremento del fatturato del 62,79%, con 67 milioni di euro rispetto ai 41 milioni dell’anno precedente. Anche i costi, però, aumentano proporzionalmente, da 30 milioni a 60 milioni, registrando un incremento del 66,70%. I conti parlano chiaro: il margine operativo lordo di SASA risulta essere in positivo. L’incremento dei ricavi (26 milioni) è maggiore di quello dei costi (24 milioni), con un delta di circa 2 milioni di euro e un utile annuo di 510 mila, in aumento di circa il 35% sull’anno precedente.

 

Quanto spende, nello specifico, SASA per il suo personale?

Secondo il bilancio del 2022, il personale SASA ammonta a 567 collaboratori, di cui 399 in esercizio, per un totale di ventiquattro dipendenti in più rispetto al 2021. All’aumento del 5% delle risorse umane, corrisponde un incremento del 23,44% dei costi dell’organico. Causa, tra le altre, risulta essere l’aumento degli straordinari, dovuto a una perdita rilevante di conducenti: ottantanove dimessi contro ottantaquattro assunti. Un’altra ragione è riscontrabile nel rinnovo del contratto collettivo nazionale di categoria, che ha portato a un aumento retributivo di 90 euro per ogni dipendente, oltre a “una tantum” di 500 euro. I collaboratori SASA hanno anche beneficiato del raddoppio del valore dei buoni pasto: da 3,50 euro a 7 euro. Inoltre, la società bolzanese ha intenzione di ridurre sensibilmente l’impiego di subbappaltatori per le corse extraurbane e di rafforzare il proprio organico interno, anche attraverso il progetto Academy: per rendere più appetibile le assunzioni di autisti, Sasa garantisce la copertura economica dell’iter per ottenere la patente, la formazione, l’organizzazione e il pagamento dei test sanitari e psicologici richiesti.

Nonostante le polemiche sulla gestione delle risorse finanziarie impiegate nell’acquisto di centodieci autobus usati – 63 mila euro per ogni mezzo, per un totale di 7 milioni – e le proteste per i salari esigui, i dati dimostrano che SASA sta spendendo quasi la metà del suo fatturato per il personale. Molto di più non potrebbe fare.

I margini, con l’attuale struttura di bilancio, non sarebbero sufficienti a trattenere i dipendenti che decidono di spostarsi in Austria in cerca di uno stipendio migliore. La soluzione, dunque, dovrebbe passare da un intervento diretto della politica. Ma la politica vorrà impegnarsi a investire risorse in questa direzione?