Home Economy Evasione fiscale, L’Italia C’è lancia la proposta del contrasto di interessi

Evasione fiscale, L’Italia C’è lancia la proposta del contrasto di interessi

Evasione fiscale, L’Italia C’è lancia la proposta del contrasto di interessi

In Italia si evadono circa 3.100 di euro al secondo, che diventano oltre 100 miliardi all’anno. È un vero e proprio furto ai danno dei cittadini italiani. Ogni euro evaso è un euro in meno di servizi (sanità, trasporti o asili nido, per esempio) o di tasse in più per chi le paga. Anche la lotta all’evasione fiscale è spesso interpretata in modo miope, con un approccio punitivo nei confronti dei contribuenti onesti, delle imprese e dei lavoratori.

La proposta de L’Italia C’è

A fronte di questa situazione, il movimento politico L’Italia C’è ha lanciato una proposta concreta, “un metodo semplice e collaborativo. Sul sito e sui social de L’Italia C’è si legge che “può rendere l’erario alleato dei contribuenti e non loro nemico: il metodo del contrasto di interessi”.

L’Italia C’è propone di permettere alle famiglie di portare in detrazione dalle imposte dell’anno il 50% delle spese effettuate con regolare fattura elettronica. Questo nel limite di 5.000€ annui per una famiglia di 3 componenti, limite che aumenta di 500€ per ogni ulteriore figlio).

I lavori e i servizi detraibili – secondo la proposta del nuovo movimento politico – possono essere quelli di manutenzione della casa (ad esempio lavori idraulici, elettrici ed edili, ma anche l’acquisto e la riparazione), di manutenzione di automobili, motocicli e biciclette, lavori domestici e servizi alla persona. In generale, si tratta di quei settori dove più si annida l’evasione.

Risparmio fino a 2500 euro

In questo modo, la singola famiglia può risparmia fino a 2.500€ di Irpef all’anno. “Il che equivale – scrivono ì promotore de L’Italia C’è – a una vera e propria quattordicesima”. I servizi irregolari, purtroppo molto diffusi nei settori interessati, potrebbero così essere drasticamente ridotti. Per le casse dello Stato, secondo L’Italia C’è, la minore Irpef versata potrebbe essere più che compensata dall’emersione del nero, che significa anzitutto emersione di base imponibile.