Home Economy Dopo cinquanta giorni di guerra, finalmente Stellantis chiude lo stabilimento di Kaluga in Russia. Tavares lo aveva annunciato a marzo

Dopo cinquanta giorni di guerra, finalmente Stellantis chiude lo stabilimento di Kaluga in Russia. Tavares lo aveva annunciato a marzo

Dopo cinquanta giorni di guerra, finalmente Stellantis chiude lo stabilimento di Kaluga in Russia. Tavares lo aveva annunciato a marzo

Finalmente Stellantis chiude lo stabilimento di Kaluga in Russia. La nota della società, comunicata anche in borsa, è arrivata solo oggi dopo che l’ad Tavares aveva annunciato il 10 marzo che l’impianto russo sarebbe stato chiuso in tempi brevi. 

Stellantis: “Condanniamo la violenza”

Sono passati  50 giorni dallo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia e più di un mese dall’annuncio di Tavares e finalmente Stellantis ha deciso di “sospendere la propria attività produttiva a Kaluga, in Russia, al fine di garantire il pieno rispetto di tutte le molteplici sanzioni e di tutelare i propri dipendenti. Stellantis – conclude la nota – condanna la violenza e sostiene qualsiasi azione che possa riportare la pace”.

Peccato che la comunicazione sia arrivata in ritardo rispetto anche ai soci di Mitsubishi Motors, partner dell’ex Fiat in Russia, che negli scorsi giorni ha dichiarato di aver interrotto la produzione nello stabilimento russo di furgoni a Kaluga fino a nuovo avviso, unendosi ad altre importanti case automobilistiche che hanno interrotto le operazioni in Russia.

Il calo in Borsa

Mancava solo Stellantis. Che, dopo il blocco in Russia, ha subito il colpo in Borsa.  Il titolo lascia sul terreno il 6,37% a 13,2 euro, poi ritraccia a -4,6 per cento. Pesa anche lo stacco della cedola che avviene proprio in giornata.

Stellantis ha affermato che sta spostando parte della sua produzione di furgoni Kaluga negli stabilimenti di Hordain, in Francia, e Luton, in Inghilterra, e congelando i piani per ulteriori investimenti in Russia, mantenendo la produzione di furgoni a Kaluga solo per il mercato locale.  Intanto nell’ex Fiat è bufera sullo stipendio di Tavares, considerato “troppo alto” dai soci francesi.