Home Economy Dalla Toscana al Lazio: la mappa del litio in Italia

Dalla Toscana al Lazio: la mappa del litio in Italia

Il litio è centrale per la transizione green. In Sardegna si parla del maxi-impianto per il riciclo più grande d'Europa.

Il litio è una delle risorse strategiche più importanti del panorama globale. Questo metallo, il più leggero conosciuto sulla Terra, si presta a molteplici applicazioni. È intanto fondamentale per le batterie di smartphone e pc, e gioca un ruolo chiave anche nella realizzazione delle batterie dei veicoli elettrici. Negli ultimi anni è scoppiata una vera e propria febbre del litio. Sempre più Paesi europei, Italia compresa, hanno scoperto o stanno scoprendo giacimenti dai quali estrarre il suddetto elemento chimico.

L’importanza del litio

A che cosa serve poter contare su ingenti quantità di litio estratte dal proprio territorio? Innanzitutto, così facendo, è possibile mantenere – entro certi limiti – una parziale indipendenza energetica. Dopo di che, le scorte di litio consentono di accelerare, o quanto meno agevolare, sia la transizione energetica verso un futuro green che l’elettrificazione del settore auto. Dal punto di vista economico, inoltre, il prezzo del litio è schizzato alle stelle. Dal gennaio 2021, giusto per capirsi, è cresciuto del 280%, arrivando a toccare gli oltre 75mila dollari per tonnellata.

Al momento, i maggiori giacimenti di litio sono situati in Bolivia, Argentina e Cile. Eppure, come vedremo, anche l’Europa può giocare la sua partita. Come ha sottolineato un report di McKinsey, da qui ai prossimi anni il mercato del litio sarà vitale, in primis nella spinta alla diffusione delle auto elettriche. Stando alle stime contenute nel documento, al 2030 è prevista una fornitura di 2.7 milioni di tonnellate di questo metallo, nonché una domanda di 3.3 milioni.

La situazione in Italia

In Italia sono state individuate diverse aree potenzialmente ricche di litio. Il Sole 24 Ore, ad esempio, ha sottolineato l’interesse di due aziende minerarie, la tedesca Vulcan e l’australiana Altamin, nei confronti dei giacimenti di litio situati nei pressi del lago vulcanico di Bracciano, nel Lazio. In particolare, Altamin ha messo nel mirino 1.200 ettari a Campignano e 2.000 a Galeria. Vulcan ha già invece firmato un accordo con Stellantis per l’area di Cesano, non distante da Roma. In generale, tutta la Valle del Baccano dà la sensazione di essere una ricchissima miniera di litio.

La Vulcan, attraverso la sua controllata italiana, Vulcan Energy Italy, ha ricevuto un’autorizzazione triennale per effettuare indagini preliminari proprio nella suddetta area, a fronte di una spesa di 7.463 euro. Gli obiettivi, va da sé, consistono nel valutare la potenzialità mineraria della zona e analizzare i dati dei pozzi geotermici realizzati in passato. Già, perché, in base alle conoscenze attuali, a 1.300 metri di profondità ci sarebbe un giacimento di litio tra i più corposi al mondo, visto che per ogni litro d’acuqa sotto forma di vapore ci sarebbero tra i 350 e i 380 milligrami di litio.

Altre aree di interesse

In Toscana Enel ha acceso i riflettori su Larderello, dove il litio sarebbe incastonato nel granito. Da anni, poi, la presenza del minerale è documentata nei sedimenti fluviali dei bacini situati sul Macigno e sulle Argille Scagliose, in Toscana meridionale, per non parlare dell’Isola del Giglio e dell’Isola d’Elba. Qui, negli anni passati, sono andate in scena varie ricerche tra i Paesi di San Piero e Sant’Ilario, nei pressi del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, tra le proteste delle associazioni ambientaliste. Spostandoci più a nord, in Alto Adige la presenza del litio è riscontrabile nella valle di Racines, a Vipiteno. Sono poi emerse ipotesi di estrazione del litio anche attravrso processi di arricchimento nelle saline siciliane, ma la fattibilità dell’opera è ancora da valutare.

In attesa di capire l’evolversi della situazione, l’Unione Geotermica Italiana (UGI) ha messo sul tavolo la proposta di avviare un tavolo tecnico nazionale per parlare proprio dello sviluppo geotermico in Italia. A dire il vero, in un report UGI del 2015 si faceva già riferimento al litio. “In varie regioni (Emilia, Sardegna, Sicilia, Toscana) – si poteva leggere nel documento – si conoscono acque di minor termalità con contenuti significativi di litio. Esiste peraltro un ovvio potenziale nei campi geotermici ad alta entalpia della Toscana, come dimostra l’interesse manifestato da Enel, attraverso il bando Brinemine, a individuare tecnologie atte al recupero del litio (e di altri metalli) dai fluidi geotermici”. Oggi più che mai è quindi importante riprendere e approfondire le conoscenze fin qui acquisite. In modo tale da stilare una mappa dettagliata del litio italiano e sfruttare al meglio la preziosa risorsa.